SANTA MESSA E SUPPLICA 6 ottobre 2024 a Pompei
Ott 6th, 2024 | Di cciotola | Categoria: ReligioneOMELIA
Care Eccellenze, cari fratelli sacerdoti,
Distinte Autorità,
Cari pellegrini e cari fratelli e sorelle,
Sono davvero felice di essere con voi oggi presso questo bellissimo
Santuario Mariano, dedicato alla Beata Vergine Maria del Santo Rosario, qui a
Pompei. Saluto con viva cordialità l’Ecc.mo Arcivescovo Prelato del Santuario,
Mons. Tommaso Caputo, e lo ringrazio per il suo gentilissimo invito a
presiedere la Santa Eucaristia. Saluto anche tutti i confratelli Vescovi e sacerdoti
concelebranti e tutti i religiosi e le religiose presenti, le persone consacrate e
tutti voi, cari fratelli e sorelle, venuti da vicino o da lontano per partecipare con
fede e devozione alla Santa Messa e alla Supplica alla Madonna di Pompei.
Vorrei offrire la Messa odierna per le intenzioni del Santo Padre, di cui sono
indegnamente rappresentante in Italia, innanzi tutto per la Pace, di cui c’è tanto
bisogno oggi nel mondo, e per tutti voi radunati qui, come anche per tutti coloro
che ci seguono attraverso i mezzi di comunicazione.
Sappiamo dalla Sacra Scrittura che Maria ha ricevuto una vocazione
davvero unica nella storia umana. Tra tutte le donne che vissero nel mondo, solo
una giovane ragazza di nome Maria, duemila anni fa, fu scelta per una
vocazione speciale, quella di diventare Madre di Dio. La venuta del Messia nel
mondo è stata possibile grazie alla fede di Maria di Nazaret, che ha cambiato la
faccia della terra con la sua totale fiducia in Dio. Oggi, come tutte le solennità e
feste liturgiche dedicate alla Beata Vergine, è un’occasione per celebrare la
grandezza della fede di Maria, che fu onorata dall’Arcangelo Gabriele con il
saluto: “Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te” (Lc 1, 28). Ella è
veramente piena di grazia, perché dal suo grembo santo è nato Gesù Cristo, il
Figlio del Dio vivente e Salvatore del mondo.
Elisabetta lodò la fede di sua cugina Maria. Accogliendola nella sua casa,
l’anziana Elisabetta esclamò: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del
tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? (…) E
beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore” (Lc 1,42-
45). Maria è veramente beata perché ha creduto al messaggio ricevuto dal
Signore attraverso l’Arcangelo mandato da Dio. Ringraziamo Dio, quindi, per
l’esempio di semplice e fiducioso ascolto che Maria ha vissuto nell’accogliere la
Parola di Dio. Insieme ad Elisabetta riconosciamo e veneriamo Maria, perché ha
creduto nel compimento di tutto ciò che le è stato detto da Dio. Anche noi,
quando crediamo al messaggio di salvezza di Dio, possiamo annoverarci tra i
beati del Signore. In un mondo in cui prevale l’incredulità, è infatti una grande
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benedizione ricevere il dono della fede, che Dio offre continuamente a quanti si
rivolgono a Lui in umile e costante preghiera. Oggi, possiamo ripetere con
Elisabetta le parole: “A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?”.
Il Signore entra nella nostra vita concreta quando Lo cerchiamo sinceramente
con tutto il cuore e con tutta l’anima, e cioè con cuore e mente distaccati dalle
cose materiali e dagli affanni di questo mondo, perché Egli vuole arricchire la
nostra vita con la Sua presenza per il bene nostro e degli altri.
Maria ha sempre avuto ed ha tuttora un grandissimo effetto sulla vita di
tante persone in tutto il mondo, perché riceve le devote preghiere e la
venerazione di milioni di fedeli che nei santuari e nelle chiese a Lei dedicate, o
anche nelle case, pregano il Santo Rosario per ottenere la sua materna
intercessione presso il suo Figlio Gesù. Il Beato Bartolo Longo, che qui a
Pompei ha vissuto il suo profondo percorso umano e cristiano, ha potuto
sperimentare l’importanza e l’efficacia della recita del Rosario, ed è diventato
un grande promotore di tale devozione. Nella famosa Supplica da lui composta,
il Beato Avvocato definisce il Rosario “catena dolce che ci rannoda a Dio”.
Come devoti figli di Maria, prendiamo su di noi il dolce impegno di pregare il
Santo Rosario spesso, in ogni circostanza della vita: potremo così ricevere le
grazie necessarie per compiere la volontà di Dio nella nostra vita, perché la
Vergine Madre sempre raccomanda e conduce i suoi devoti al suo Figlio Gesù.
In particolare, come ricordava San Giovanni Paolo II, da questo Santuario,
posto presso le rovine dell’antica Città romana appena lambita dall’annuncio del
Vangelo, prima che l’eruzione del Vesuvio la distruggesse, l’invito al Rosario
acquista un valore quasi simbolico, come espressione di un rinnovato impegno
dei cristiani nella nuova evangelizzazione di un mondo ridiventato, sotto certi
aspetti, pagano (Udienza Generale, 16 ottobre 2002).
Vorrei ora soffermarmi su un altro aspetto della storia di Maria, che
emerge chiaramente dal racconto evangelico. Se da un lato ella è stata lodata per
la sua grande fede in Dio, dall’altro percepiamo che questa stessa fede è stata
messa alla prova dal Signore. Il Signore Dio le ha permesso di partecipare al
terribile dolore e alla morte atroce di Gesù sulla croce. In quel momento, il
Signore Gesù ha offerto tutto sé stesso per la nostra salvezza e prima di morire
ha affidato al suo amato discepolo Giovanni, e attraverso lui a tutti noi, la sua
stessa Madre: “…vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli
amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo:
“Ecco la tua madre!”. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa”
(Gv 19, 26-27). Il Signore Gesù ha affidato la propria Madre all’apostolo amato
nel momento della sua più grande sofferenza. Giovanni l’ha accolta e ha
dimostrato la sua fedeltà rimanendo accanto a Maria per tutta la sua vita e
soprattutto nel momento più difficile, la morte del Figlio, per consolarla.
Nonostante il suo grande dolore, da nessuna parte è scritto che Maria si
disperò, o si lamentò oppure disse qualche parola contro Dio. Ha semplicemente
condiviso nel suo cuore la sofferenza di suo Figlio. Anche se Maria fu scelta da
Dio per una vocazione speciale, ciò non significò che tutto fu facile per Lei,
concepita senza peccato, senza traccia del peccato originale e nessuno altro
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peccato! Come Gesù non ha potuto sfuggire alla croce, allo stesso modo Maria
non ha potuto sfuggire alla sofferenza patita davanti alla croce di suo Figlio. La
fede di Maria è stata messa alla prova ed ella ha sofferto molto, ma ha superato
la prova della sofferenza.
Fratelli e sorelle! Non saremo mai esenti dalla croce nella nostra vita.
Gesù non ci ha chiamati ad una vita comoda o alla pigrizia, ma ci ha chiamati ad
affrontare le sofferenze e difficoltà della vita per diventare veri figli e figlie di
Dio! La nostra umile accettazione delle croci quotidiane con fede e coraggio è
anche una prova della nostra fiducia in Dio. Se sopportiamo coraggiosamente il
dolore e accettiamo i diversi problemi della vita come fece la Beata Vergine
Maria, allora adottiamo anche noi la volontà di Dio come un momento della
grazia speciale di Dio. E poi, è molto consolante sapere che il Signore Gesù,
con la sua Madre Maria, ha condiviso le nostre sofferenze e le ha superate,
grazie alla fedeltà alla volontà del Padre celeste.
La Chiesa ci insegna che la Santissima Trinità ha incoronato Maria
Regina del Cielo e della Terra. Questa verità di fede è raffigurata in molte opere
d’arte in tutto il mondo. Anche il dipinto della nostra Madonna di Pompei
mostra una bellissima corona intorno alla testa della Santissima Vergine. Maria
non è solo la Madre di Dio, è nostra Madre e Regina. Tutti amano la loro madre
umana. Questo è un legame naturale che esiste tra tutte le madri e i loro figli.
Tuttavia, le madri a volte possono essere egoiste nell’amore per i propri figli;
l’amore delle madri umane rimane sempre macchiato da un certo soggettivismo
e da alcune imperfezioni che derivano dal peccato. Al contrario, l’amore di
Maria per tutti noi, che siamo suoi figli e figlie spirituali, è molto più profondo e
puro, perché Ella non soffre di egoismo né di imperfezione nel suo amore, ama
veramente noi, e soprattutto coloro che l’amano e si rivolgono a lei come alla
Madre celeste. Il nostro rapporto con Maria è come quello di un bambino con
sua madre. Pertanto, non c’è spazio né motivo per la paura, ma solo semplice
fiducia amorevole.
Maria è la Regina del cielo e della terra. Noi la invochiamo spesso nella
preghiera come Regina della Pace. In questi tempi difficili, mentre ci
impegniamo a seguire il Signore come membra vive della sua Chiesa, dobbiamo
pregare con gli occhi fissi al cielo dove Maria regna con Cristo, nostro Signore
e Dio, per unire le nostre umili voci nella venerazione della Madre del Divin
Redentore.
La nostra preghiera per la Pace, oggi e ogni giorno, deve essere
incessante, perché il nostro mondo è lacerato dalla guerra, in Ucraina, in Terra
Santa e in tante altre nazioni. Continuiamo, senza stancarci, come ci esorta
anche Papa Francesco, a pregare per la Pace essendo allo stesso tempo uomini e
donne di Pace.
E la nostra preghiera di pace è il Santo Rosario, che oggi il Santo Padre
guiderà a Santa Maria Maggiore e che qui, in Santuario, è meditato ogni giorno
in tutti i suoi venti misteri. Preghiera di pace perché completamente radicata nel
Vangelo. È con questa intenzione che Papa Francesco eleverà oggi la sua
supplica alla Madonna, nostra Avvocata in Cielo, e ha esortato i fedeli di tutto il
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mondo a unirsi a lui nel vivere domani una giornata di preghiera e digiuno per
la pace. Il Pontefice ha invitato i partecipanti alla sessione conclusiva del
Sinodo dei Vescovi a “volgere lo sguardo al mondo”, ma quell’invito è
indirizzato anche a noi tutti. Ogni guerra ferisce e lascia segni indelebili sul
corpo di tutta l’umanità e, dinanzi alla tragedia di milioni di uomini, donne e
bambini, non possiamo chiudere gli occhi, vivere nell’indifferenza e
nell’egoismo, orientare lo sguardo altrove. Dobbiamo fare nostro il loro dolore e
“non darci pace finché non ci sarà pace”.
Nella fervente recita del Santo Rosario, preghiamo per la nostra
conversione dal peccato, per la liberazione da ogni male, per il vero
rinnovamento della vita familiare, per un’abbondanza di nuovi membri nella
vita della Chiesa, per nuove vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, per il
ritorno di molti cattolici che non praticano più la fede, per una vera giustizia e
pace durevole nel mondo, così come per la vera purificazione e il rinnovamento
della Chiesa, e di noi che siamo suoi membri.
Inoltre, la preghiera del Rosario, com’è avvenuto per il Beato Bartolo
Longo, ci deve spingere a mettere in pratica il comandamento dell’amore verso
il prossimo, nella concreta attenzione soprattutto ai più bisognosi. A Pompei
questo slancio di carità è visibile attraverso le molte opere di bene in favore dei
fratelli e delle sorelle che si trovano in situazioni di vita difficili. Intorno a noi, è
sorta nel tempo una vera e propria “cittadella della carità”, dove tante persone in
questi anni hanno potuto sperimentare la concretezza dell’amore di Dio e della
premura di Maria nei volti accoglienti e nelle mani operose di chi li assiste,
amore che sana le ferite del loro passato e dona loro un presente e un futuro
migliori. Anche noi, discepoli di Gesù e devoti di Maria, siamo chiamati a
mettere in pratica il comandamento dell’amore in gesti fattivi di carità verso
tutti, specialmente nei confronti dei fratelli e sorelle più piccoli e fragili.
Consapevoli di ricevere per primi da Maria e dal suo Figlio Gesù un amore
infinito, impegniamoci ad essere “buoni Samaritani” di coloro che Dio ci fa
incontrare nel nostro cammino, a farci prossimi con le parole e con le opere ad
ogni persona che bussa alla porta del nostro cuore.
Cari fratelli e sorelle, con le parole della Supplica alla Madonna di
Pompei che pregheremo fra poco, ripetiamo con il cuore colmo di fiducia: «Il
tuo cuore di Madre, non permetterà di vedere noi, tuoi figli, perduti. Il Bambino
che vediamo sulle tue ginocchia e la mistica Corona che miriamo nella tua
mano, ci ispirano fiducia che saremo esauditi. E noi confidiamo pienamente in
te, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le
madri, e, oggi stesso, da te aspettiamo le sospirate grazie».
Amen.
+ Petar Raji?
Nunzio Apostolico in Italia e nella Repubblica di San Marino
Arcivescovo titolare di Sarsenterum