Nel ricordo della Morte Preziosa del Santo di Pianura, don Giustino Maria Russolillo
Ago 2nd, 2024 | Di cciotola | Categoria: ReligioneIl 2 agosto 1955, Pianura, un piccolo borgo napoletano, visse uno dei momenti più toccanti e significativi della sua storia: il ritorno alla Casa del Padre del suo amato parroco, Don Giustino Russolillo. Questo giorno segnò non solo la fine di un’era per la comunità, ma anche l’inizio di un’eredità spirituale destinata a perdurare nel tempo.
Nella primavera del 1955, la comunità di Pianura notò con preoccupazione l’attività insolita di Don Giustino. Nonostante la malattia che lo piagava, egli continuava imperterrito a distribuire il catechismo, esortando i fedeli a tenerlo in tasca come il rosario, leggerlo nei momenti liberi, insegnarlo e baciarlo. Queste parole risuonavano come un ultimo appello alla fede, un invito a mantenere viva la dottrina cristiana. Don Giustino riservò a sé la predicazione quaresimale e dei mesi devozionali, mostrando una resistenza ammirevole. Spesso, veniva visto appoggiarsi sfinito all’altare, ma nonostante ciò, non cedette mai alla stanchezza. Il popolo intuì che un pericolo incombeva su Pianura, ma nessuno sospettò che si trattasse dell’addio finale. Erano abituati agli alti e bassi della sua esistenza eccezionale, convinti che Don Giustino avrebbe superato anche questa prova. Le prime notizie sulla gravità della sua malattia si confusero quasi immediatamente con quelle della sua morte. Quando i primi rintocchi della campana grande si udirono la sera del 2 agosto 1955, un brivido di commozione profonda scosse il paese. Le radio si spensero, le botteghe chiusero e i circoli serrarono le porte. Una folla smarrita e angosciata si diresse verso il Vocazionario, il centro della vita religiosa della comunità. Pianura, solitamente chiassosa, era diventata muta. I religiosi, prevedendo l’afflusso massiccio di persone, sbarrarono i cancelli e richiesero l’aiuto dei carabinieri e della polizia per mantenere l’ordine. La folla, presto divenuta una marea impetuosa, rompeva il silenzio con un grido: “Vogliamo vedere il nostro parroco.” Quel grido divenne l’urlo della moltitudine. Per evitare disordini, i padri affrettarono i preparativi e discesero la salma nella chiesa del Vocazionario, dove i fedeli poterono piangere il loro padre, fratello e amico. Il “Comitato di S. Giorgio”, riunito d’urgenza, decise di sospendere le prossime feste patronali e di devolvere il denaro già raccolto per le onoranze funebri al venerato parroco. La mattina del 3 agosto, telegrafo, telefono, stampa e radio divulgarono la notizia luttuosa, e iniziò l’afflusso dei forestieri. La parrocchia fu addobbata come mai prima d’ora, in un segno di profondo rispetto e amore per Don Giustino. La sera del 3 agosto, la comunità, avvolta nel lutto, accolse colui che per trentacinque anni l’aveva fedelmente amata. I fedeli si accalcarono per contemplare nella serenità del riposo eterno l’uomo di Dio e toccarlo con un oggetto da conservare come ricordo e tutela. Passarono altri due giorni e altre due notti, ma il flusso di persone non si arrestò. Vescovi, senatori, onorevoli, ecclesiastici e professionisti, autorità e popolo, tutti si recarono a sentire l’ultima predica di Don Giustino: “Solo la santità vale e rende grandi.” Venerdì 5 agosto, automezzi pubblici e privati continuarono a riversare fedeli dalle regioni vicine e lontane. Cento agenti mantennero l’ordine mentre la bara scoperta, con Don Giustino vestito dei sacri paramenti violacei e reggendo fra le mani il calice, attraversò per l’ultima volta le strade e i vicoli di Pianura. Fu un lutto o un trionfo? I drappi serici ai balconi, le luci, i fiori che piovevano sulla bara e i baci inviati dai piccoli facevano pensare al trionfo. Chi aveva detto di suonare a festa? Nessuno. I giovani di lassù credevano di assistere alla più movimentata delle feste, mentre le tre campane impazzivano di gioia. Tuttavia, quaggiù, le lacrime dei figli e delle figlie, le marce funebri, le bandiere abbrunate richiamavano alla dura realtà. Nel cimitero paesano, piccolo, lindo e ornato, tutti andarono a caccia di un fiore. Delle quindici ghirlande bianche, sarà ben difficile trovare traccia. Riposa in Cristo, o padre; fra breve tornerai in mezzo ai figli nella casa-madre.
Continua anche oggi la tradizionale festa in ricordo del Santo di Pianura, iniziata il 30 e 31 luglio con la novena presso il Santuario del vocazionario, dove sono esposti i resti del Santo. Giovedì mattina 1 agosto, un evento significativo ha avuto luogo a Quarto: la cerimonia di intitolazione di una piazza a San Giustino Maria Russolillo. Questa cerimonia, molto attesa, ha visto la partecipazione di numerose autorità civili e religiose, oltre che di molti fedeli. L’intitolazione della piazza è un riconoscimento tangibile del grande contributo spirituale e sociale che Don Giustino ha dato alla comunità.
La sera tantissima gente a Pianura si è riunita in un clima di devozione e comunità per celebrare la tradizionale processione in onore di San Giustino Maria Russolillo. Questo evento, radicato profondamente nel cuore della comunità, ha visto una partecipazione entusiasta di fedeli che, accompagnati dalle melodie della banda Vanvitelliana, hanno percorso le vie del paese con la statua del loro santo patrono. Alle 17:30, la processione è partita dal Vocazionario, centro spirituale e formativo fondato da San Giustino stesso. La statua del santo, splendidamente adornata, ha iniziato il suo cammino lungo un percorso ben definito che ha toccato diversi punti significativi del paese. Il tragitto ha incluso via Torricelli, via Rocco Scotellaro, via Ignazio Silone, via Comunale Vecchia, via San Donato, via Napoli, piazza S. Giorgio, via Parroco Simeoli, corso Duca D’Aosta, e via Parroco Giustino Russolillo, per poi fare ritorno al Vocazionario. Lungo il percorso, i fedeli hanno accompagnato la statua con preghiere e canti, creando un’atmosfera di intensa spiritualità e partecipazione. Al termine della processione, alle 19:30, i partecipanti si sono riuniti per la Santa Messa, presieduta da Mons. Carlo Villano, Vescovo di Pozzuoli e di Ischia. La celebrazione è stata un momento di raccoglimento e preghiera, durante il quale il Vescovo ha sottolineato l’importanza della figura di San Giustino Maria Russolillo e il suo esempio di dedizione e amore per la vocazione. Il giorno successivo, il 2 agosto, ha segnato l’inizio del XVI Capitolo Generale dei Vocazionisti. L’ultima messa, presieduta dal Padre Generale, ha dato il via a questo importante evento. Il Capitolo Generale rappresenta un momento cruciale per l’ordine, in cui vengono discussi temi fondamentali per il futuro della congregazione, si fanno bilanci e si delineano nuove prospettive.
Claudio Ciotola