CONFINDUSTRIA, RAPPORTO PMI CAMPANIA 2023: FAVORIRE L’ACCESSO AL CREDITO E SOSTENERE GLI INVESTIMENTI

Mar 27th, 2024 | Di cciotola | Categoria: Cronaca Regionale

Presentato lo studio sulle piccole e medie imprese della regione promosso da

Pasquale Lampugnale, presidente regionale

e vicepresidente nazionale di Piccola Industria Confindustria

Facilitare l’accesso al credito e sostenere gli investimenti. Rendere strutturali il credito

di imposta nella Zes unica, riducendo la soglia minima di 200 mila euro, e la riforma del

Fondo di garanzia per le Pmi, innalzando la soglia a 5 o 10 milioni. E poi, ancora:

cumulabilità degli incentivi Transizione 5.0 con il credito d’imposta della Zes unica;

credito d’imposta sulle spese relative ai basket bond, incentivi alla

patrimonializzazione, agevolazioni incrementali e sgravi fiscali per le PMI delle aree

interne.

Sono alcune delle proposte avanzate ai policy maker, con l’obiettivo di favorire la

crescita delle piccole e medie imprese, che emergono dal “Rapporto Pmi Campania

2023” realizzato dal Centro studi e da Piccola Industria di Confindustria Campania

in collaborazione con l’Università della Campania Luigi Vanvitelli e con il contributo

di Abi.

Lo studio è stato presentato oggi all’Unione industriali di Napoli da Pasquale

Lampugnale (presidente regionale e vicepresidente nazionale PI Confindustria) e

Francesco izzo (Ordinario di Strategie e management dell’Innovazione presso

l’Universita? della Campania Luigi Vanvitelli) nel corso di un incontro, coordinato dal

direttore del Mattino Francesco De Core, al quale hanno partecipato anche Costanzo

Jannotti Pecci (presidente f.f. di Confindustria Campania), Alessandro Fontana

(direttore del Centro studi di Confindustria), Giovanni Sabatini (Direttore generale

Abi) e Francesco Minotti (amministratore delegato di Mediocredito Centrale).

Gli interventi

Pasquale Lampugnale, presidente regionale e vicepresidente nazionale PI

Confindustria, ha affermato: “Le Pmi campane hanno bisogno di strumenti di sostegno

agli investimenti, in particolare per affrontare sfide epocali come la transizione digitale

e la sostenibilità. Le attuali condizioni di accesso al credito e alla finanza non

favoriscono però gli investimenti, e senza questi ultimi si mette a rischio la

competitività del Paese. In attesa del possibile allentamento della stretta monetaria

della BCE, che ha finora spiazzato la domanda di credito delle imprese e penalizzato

soprattutto le Pmi, alle quali sono applicati in media tassi di interesse più elevati,

occorre intervenire tempestivamente rafforzando le misure di accesso al credito e alla

finanza alternativa da parte delle PMI, affiancandole agli altri incentivi essenziali ma da

soli non sufficienti. E’ opportuno ad esempio rendere strutturale la già positiva riforma

del Fondo di garanzia per le Pmi aumentando il sistema delle coperture e mantenendo

ai massimi il sostegno agli investimenti”.

Francesco Minotti, AD di Mediocredito Centrale, ha dichiarato: “Viviamo in un

contesto economico che va affrontato accelerando la doppia transizione digitale e

sostenibile. Il Rapporto PMI Campania sottolinea il ruolo della politica economica

nell’agevolare i cambiamenti e sostenere la crescita che nel 2023 si rivela più robusta di

quanto previsto. Un ruolo che emerge con il Fondo di garanzia per le PMI, gestito da

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Mediocredito Centrale per conto del Ministero delle imprese e del Made in Italy. La

Campania nel 2023 risulta la terza regione per utilizzo di questo strumento per importo

dei finanziamenti garantiti. Dopo l’esplosione delle domande che ha sostenuto la

liquidità delle imprese nella fase emergenziale, il Fondo di garanzia si sta avviando a

una nuova normalità che consolida, tra l’altro, il suo ruolo nel sostegno agli investimenti

su tutto il territorio nazionale e nella stessa Campania”.

Giovanni Sabatini, Direttore generale Abi, ha aggiunto: "Il Rapporto Pmi Campania

evidenzia l’impegno ed i buoni risultati conseguiti dalle imprese, nazionali e campane,

nella gestione delle complessità indotte dall’incerto quadro congiunturale. Le banche

operanti in Italia sono ogni giorno a fianco delle imprese offrendo una ampia gamma di

soluzioni per realizzare gli ingenti investimenti necessari ad affrontare con successo le

grandi sfide che abbiamo di fronte, come quelle della transizione verso un’economia più

sostenibile e della trasformazione digitale. Le banche sono partner delle imprese anche

per facilitarne l’accesso al mercato dei capitali con strumenti come i minibond e i basket

bond, risultati particolarmente utilizzati anche dalle imprese campane".

Lo scenario e le sfide

Il rapporto evidenzia come, in un contesto di rallentamento dell’economia italiana ed

europea, restino evidenti forti elementi di incertezza che rendono lo scenario ormai

strutturalmente instabile. Negli ultimi anni il Sud ha continuato in ogni caso la sua

crescita, compensando le perdite del 2020. La crescita e? guidata da servizi e costruzioni,

mentre l'industria contribuisce in misura minore. Anche la Campania nel 2023 continua

a crescere, ma con velocità minore rispetto al biennio precedente, soprattutto a causa

del calo dei consumi delle famiglie. Le previsioni 2024 e 2025 indicano un leggero

recupero grazie all’impatto degli investimenti del PNRR. A destare preoccupazione sono

gli alti tassi di poverta?, aggravati da occupazione precaria e bassa intensita? di lavoro.

Il contesto presenta sfide significative tanto per l'Italia quanto per la Campania. Il

disegno di legge per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto

ordinario avrà implicazioni significative sul governo e sull'organizzazione delle

politiche regionali. Sul fronte degli investimenti pubblici, si allarga lo scostamento tra

spesa effettiva e spesa attesa del PNRR.

Il Rapporto Pmi Campania 2023 presenta alcuni focus significativi:

Credito e performance economico–finanziaria

La situazione economica della regione è complessivamente positiva, con segnali di

miglioramento nella performance e nella solidita? finanziaria. Restano, in termini di

criticita? da affrontare, la dipendenza da fonti di finanziamento esterne a breve termine e

la limitata propensione agli investimenti in attivita? immateriali. A fornire un'analisi

della situazione bancaria in Campania è l’Abi, che nel Rapporto evidenzia come il rischio

di credito delle imprese sia leggermente cresciuto, pur rimanendo inferiore ai livelli

pre-crisi finanziaria, e comunque superiore alla media nazionale. Il costo del credito per

le imprese campane resta maggiore della media nazionale, mentre il loro rapporto fra

crediti deteriorati e totale crediti si e? ridotto fino alla media nazionale.

La proiezione internazionale

I flussi di esportazione consentono di valutare la competitivita? del sistema industriale

regionale: le tendenze del 2023 sono positive, mantenendo lo slancio positivo degli anni

precedenti. Nei primi nove mesi del 2023 (non considerando dunque gli eventi e i

conflitti dell'ultimo trimestre a Gaza e nel Mar Rosso, che hanno rallentato i flussi

commerciali internazionali) le esportazioni regionali hanno registrato un aumento

significativo del 27,3% rispetto allo stesso periodo del 2022. Napoli ha trainato questa

crescita (+47%) segnando un secondo anno di espansione dopo il +28,9% registrato nei

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primi nove mesi del 2022. Il saldo della bilancia commerciale regionale e? passato da -

3,3 miliardi nel 2022 a +1,6 mld nel 2023. Resta da valutare, in settori come beni

alimentari e l'import di prodotti tessili per la moda, quale sarà l’impatto nei prossimi

mesi della crisi medio-orientale. Il settore farmaceutico ha la performance piu? brillante

(+113,5% rispetto al 2022), seguito da mezzi di trasporto (+48,3%), elettronica (+30%)

e apparecchi elettrici (+18,7). L'Europa resta il principale mercato di sbocco (70% del

totale). Nei primi nove mesi del 2023, la Svizzera ha superato gli Usa come principale

destinazione dell'export campano.

Il clima di fiducia delle imprese campane e il focus sostenibilità

Il Rapporto illustra anche i risultati dell'indagine condotta sul grado di fiducia degli

associati a Piccola Industria Confindustria Campania. Nonostante una leggera

contrazione rispetto al 2022, i dati del 2023 sull'andamento del fatturato risultano

positivi con il 41,5% delle imprese che ha registrato un aumento superiore al 10%. Il

77,9% delle imprese nel 2023 ha assunto personale, e il 75,4% prevede di farlo nel

2024. Le attese per l’anno in corso sono ottimistiche: nonostante l’incertezza diffusa e la

complessita? dello scenario generale, le imprese guardano al futuro con fiducia,

puntando su innovazione, sostenibilita?, ottimizzazione nell’impiego delle risorse ed

efficienza produttiva e diversificazione delle attivita?.

Del campione di imprese selezionate, il 12% sara? obbligato a rendicontare gli impatti

ambientali, sociali ed economici secondo le regole della Corporate Sustainability

Reporting Directive, mentre il 15% gia? pubblica un bilancio di sostenibilita?. Il 45% delle

imprese ha inoltre relazioni con banche che applicano criteri ESG per la valutazione del

merito di credito. Dall’analisi emerge come, alla luce delle trasformazioni in atto e del

contesto turbolento, sia sempre piu? determinante il ruolo della politica economica e

degli interventi di sostegno alle imprese per agevolare i cambiamenti e adattarsi alle

nuove regole.

Le proposte

Come favorire dunque la crescita delle Pmi campane? Questi i principali interventi da

realizzare, secondo gli autori del Rapporto:

? Rendere strutturale il credito di imposta nella Zes unica riducendo la soglia

minima di 200 mila euro;

? Riformare il Fondo di garanzia per le PMI rendendo strutturale il sostegno

investimenti e liquidità, innalzando la soglia a 5/10 milioni di euro;

? Cumulabilità degli incentivi di Transizione 5.0 con il credito di imposta della Zes

unica;

? Promuovere la crescita dimensionale delle PMI attraverso un credito d’imposta

sulle spese relative ai basket bond

? Favorire gli incentivi alla patrimonializzazione;

? Prevedere incentivi incrementali e sgravi fiscali per le PMI delle aree interne.

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