Cisgiordania: Save the Children, almeno 41 bambini uccisi a causa dell’impennata della violenza, mentre a Gaza è salito a oltre 3.700 il bilancio dei minori morti a causa degli incessanti bombardamenti. Aumentata anche la violenza legata ai coloni
Nov 4th, 2023 | Di cciotola | Categoria: Cronaca NazionaleLa drammatica testimonianza di due padri, uno di 4 figli sfollato in un centro, che ospita oltre 20.000 persone, l’altro di 3 figli, uscito da Gaza prima dell’escalation, rimasto separato dalla sua famiglia
Almeno 41 bambini sono stati uccisi in Cisgiordania dall’escalation di violenza iniziata il 7 ottobre, mentre le vite di migliaia di minori continuano a essere stroncate dagli incessanti bombardamenti a Gaza. Lo afferma Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro.
Secondo il Ministero della Sanità, a Gaza sono stati uccisi 3.760 bambini, mentre i media israeliani riferiscono che in Israele ne sono stati uccisi 30[1].
Anche la violenza legata ai coloni e ai conseguenti sfollamenti forzati è aumentata vertiginosamente, l’ONU ha segnalato una media di sette incidenti al giorno dal 7 ottobre, che hanno provocato vittime palestinesi o danni alle proprietà palestinesi, rispetto ai tre incidenti al giorno dall’inizio dell’anno.
In Cisgiordania, almeno 111 famiglie, tra cui 356 bambini, sono state sfollate dall’inizio dell’escalation in corso. Dal 2022, quasi 2.000 palestinesi sono stati costretti a lasciare le proprie case a causa della violenza dei coloni, dal 7 ottobre abbiamo assistito a un aumento del 43% di questo fenomeno.
La violenza si è estesa anche al campo profughi di Jenin, in Cisgiordania, dove si sono registrati almeno 23.000 rifugiati. L’incidente più recente è avvenuto il 2 novembre durante un raid delle forze israeliane, dove cinque palestinesi sarebbero rimasti uccisi nel corso del sesto raid in due settimane a Jenin.
“La mia sensazione è la stessa ogni volta, mi sento insicura e spaventata. Ma questa volta ho sentito che era più intenso, più spaventoso. Perché mi sento più esposta al pericolo, così come i miei genitori, i miei cari e i miei amici. I rumori forti mi spaventano, soprattutto i suoni delle sirene e delle bombe” ha detto Lara*, 16 anni, che vive a Jenin, dove spesso assiste ai raid militari israeliani.
Precedenti ricerche condotte da Save the Children in Cisgiordania hanno mostrato che essere costretti a lasciare le proprie case inficia il senso di sicurezza dei bambini, porta a un grave disagio emotivo e li lascia tagliati fuori dai loro amici e dalle comunità.
“I bambini nei Territori palestinesi occupati sono sempre più coinvolti in un’orribile spirale di violenza, mentre il mondo sta a guardare. L’impatto devastante del conflitto sui minori non è iniziato il 7 ottobre. La violenza e gli sfollamenti vanno avanti da anni e i bambini pagano il prezzo più alto per un conflitto a cui non partecipano. Già a settembre questo risultava l’anno col maggiore numero di minori morti in Cisgiordania, e ci stiamo avvicinando allo stesso numero in meno di un mese. Di volta in volta, i bambini vengono colpiti, rinchiusi, molestati. Tutto ciò deve finire. La comunità internazionale deve usare la sua influenza per garantire che il diritto internazionale sia rispettato, come è suo obbligo” ha dichiarato Jason Lee, Direttore di Save the Children per i Territori palestinesi occupati.