Migranti: Save the Children, in 10 anni più di 1.100 bambini e adolescenti hanno perso la vita nel Mediterraneo. Dal 2014 è cresciuta la percentuale dei minori sul totale di morti e dispersi, dall’1% al 4,3% del totale. Necessario un sistema europeo di ricerca e soccorso per salvare le persone in difficoltà in mare
Set 29th, 2023 | Di cciotola | Categoria: PoliticaIn occasione del 10°anniversario del 3 ottobre 2013, quando in un naufragio a largo di Lampedusa persero la vita 368 persone, l’Organizzazione partecipa alle attività organizzate sull’isola dal Comitato 3 ottobre con il laboratorio “Il viaggio di Aboubakar”, per far calare gli studenti italiani e stranieri nei panni dei loro coetanei che compiono la difficile traversata
Dal 2014[1] a oggi[2] sono arrivati via mare, in Italia, più di 112 mila minori non accompagnati. Quest’anno, dal primo gennaio, sono oltre 11.600 i minori arrivati via mare senza figure adulte di riferimento.
Oltre 28.000 persone risultano morte o disperse dal 2014 a oggi nel Mediterraneo[3], mentre erano in viaggio alla ricerca di un futuro migliore. Di queste, ben 1.143 erano minori. Solo nel 2023 i minori morti o dispersi nel Mediterraneo sono più di 100, il 4% del totale, una percentuale cresciuta drasticamente rispetto al 2014, quando erano meno dell’1%[4].
Questi i dati diffusi da Save the Children - l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine e garantire loro un futuro - in occasione del 10° anniversario del naufragio del 3 ottobre 2013, in cui persero la vita in prossimità delle coste di Lampedusa 368 persone.
“Il grido e lo sdegno che si sollevarono in quell’occasione, che fecero dire “Mai più”, sono caduti nel vuoto e a distanza di 10 anni siamo ancora qui a parlare degli stessi drammatici eventi. Le persone che fuggono da guerre, persecuzioni, violenze, povertà estrema, crisi umanitarie, continuano a rischiare la propria vita, affidandosi ai trafficanti, in mancanza di vie legali e sicure, per raggiungere l’Europa. E spesso la perdono, in quella macabra lotteria che è la traversata di una delle rotte più letali al mondo. Non ci stancheremo mai di chiedere la creazione di canali legali e sicuri per raggiungere l’Europa e un’assunzione di responsabilità comune dell’Italia e degli altri Stati membri dell’Unione Europea per la messa in campo di un sistema coordinato e strutturato di ricerca e soccorso in mare per salvare le persone in difficoltà, agendo nel rispetto dei principi internazionali e dando prova di quella solidarietà che è valore fondante dell’Unione Europea”, ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.
L’Organizzazione sottolinea, inoltre, l’importanza delle garanzie previste per tutti i minori stranieri non accompagnati per l’accesso ai diritti essenziali e per la loro protezione in Italia, indipendentemente dalla loro età, nella considerazione che tutti i minorenni, in quanto tali e senza distinzioni, hanno diritto ad accedere a una cura e a un’assistenza adeguate, che tengano conto del loro difficile vissuto, dei loro traumi, ma anche dei loro sogni e delle loro speranze.
Save the Children partecipa alle attività organizzate dal Comitato 3 ottobre a Lampedusa, che prevedono, tra l’altro, oggi un laboratorio rivolto agli studenti italiani e stranieri, dal titolo “Il viaggio di Aboubakar, tra straniamento e immedesimazione”, con l’obiettivo di fare provare le emozioni e le sensazioni vissute dai coetanei che affrontano questo difficile viaggio via mare verso l’Europa. Si inizia dalla simulazione del momento della partenza, i partecipanti sono poi invitati dagli operatori di Save the Children in lingua araba a salire sul barcone, a sedere poi per terra, mentre viene riprodotto il suono delle onde durante la traversata. Seguono le fasi del salvataggio, dell’accoglienza con una breve informativa legale e la distribuzione dei kit di accoglienza e dei volantini “Conosci i tuoi diritti” in diverse lingue, fino ad arrivare, dopo lo sbarco, al Centro diurno CivicoZero di Save the Children.
A conclusione dell’attività è prevista una condivisione finale dell’esperienza appena vissuta relativa alle impressioni e sensazioni legate allo straniamento, alla scarsa possibilità di comprensione e all’immedesimazione, con una valorizzazione del passaggio comunicativo dall’essere identificato prima con un numero e poi con un nome.
Inoltre, l’Organizzazione sarà presente con il Movimento giovani di Save the Children e con la redazione di Change the Future che, come ogni anno, racconteranno le giornate sui canali del Movimento.
Attanasio Barbara