«Slow Fish è ormai un appuntamento fisso nel panorama degli eventi genovesi. Un evento che porta con sé non solo la consapevolezza di una enogastronomia di qualità, ma apre sempre a temi di stretta attualità sui quali la nostra società deve riflettere e le amministrazioni di ogni ordine sono chiamate a dare risposte. Ancora una volta la partecipazione e l’interesse di addetti ai lavori e del pubblico hanno dimostrato l’importanza di questa manifestazione che l’amministrazione comunale vuole consolidare sempre di più nella nostra città». Lo dichiara il sindaco di Genova, Marco Bucci.
Cuore della manifestazione è stata l’area Masaf, realizzata grazie al Po Feamp 2014-2020, Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca, che ha ospitato le conferenze della Slow Fish Arena, gli show cooking con i cuochi dell’Alleanza Slow Food e la Ludoteca con le attività per bambine e bambini.
Nelle conferenze e nei Laboratori del Gusto in sala Reale Mutua - ma anche durante gli show cooking e i pranzi organizzati dalle regioni e dai comuni presenti con spazi espositivi e collettive di pescatori - abbiamo ascoltato la storia di Nikki Spil, oggi 33enne, figlia di pescatori, che nel nord dell’Olanda ha messo in piedi una ocean farm in cui coltiva ostriche, capesante e alghe in un sistema integrato. L’idea le è venuta quando suo padre un giorno le ha detto “qui stanno morendo tutti i pesci, dobbiamo fare qualcosa”. Ma nel capoluogo ligure sono arrivate anche le cuoche e i cuochi che dal sud al nord Italia stanno sperimentando in cucina - con ottimi riscontri - le cosiddette specie aliene, trasformando una minaccia ecologica in un’opportunità gastronomica: le Mariscadoras con il granchio blu, Daniele Provezza di Dispensa Franciacorta sul Lago d’Iseo con il pesce siluro ed Ernesto Palma con il pesce serra dalla Puglia.
E poi ci sono le bambine e i bambini che sono venuti a Slow Fish con gli occhi della meraviglia e della speranza per partecipare ai laboratori organizzati alla Città dei bambini e dei ragazzi e all’Acquario in collaborazione con UniCredit e alle attività della Ludoteca. Alcuni di loro sugli ecosistemi acquatici ne sanno un mare, tanto che gli amichetti li chiamano “prof”, altri invece torneranno a casa con una consapevolezza nuova sulle specie aliene e quelle in via di estinzione. «Cosa ci aspetta nel 2100? Nessuno lo sa andando avanti di questo passo, anche se ci sono diversi scenari. Di certo è un peccato che le bambine e i bambini di domani non possano godere di tutta la biodiversità di cui abbiamo beneficiato noi da piccoli. I giovani di oggi sono nati già con la consapevolezza della crisi climatica e ambientale, il nostro ruolo di adulti è quindi innanzitutto dare il buon esempio, e poi far loro sperimentare il rapporto con l’acqua, la terra, le piante e gli animali» ha ricordato Marirosa Iannelli, del Water Grabbing Observatory.
Il prossimo palcoscenico che Slow Food allestirà per i protagonisti degli ecosistemi acquatici è un nuovo evento che coinvolgerà un’altra importante città di mare: a Taranto dal 6 all’8 ottobre si terrà infatti la prima edizione di Slow Med, la manifestazione dedicata ai temi del mare, delle produzioni e della cultura dei popoli del Mediterraneo. Di questo e del ruolo delle città di mare per la rigenerazione si parla nella conferenza di chiusura di Slow Fish, oggi alle 15, disponibile anche in streaming sul sito, con gli interventi di Leandro Ventura, direttore dell’Istituto Centrale per il Patrimonio culturale Immateriale, Giovanna Cepparello, assessora all’ambiente della Città di Livorno e referente delle politiche per il cibo della Città di Livorno, Valentina Gucciardo, responsabile Orti in condotta, Francesco Maresca, assessore al Patrimonio, Porto, Mare e Pesca del Comune di Genova.
Ma la rete di Slow Food è un movimento che si muove su tutti i fronti: i proventi della cena organizzata in collaborazione con l’associazione Tempi di Recupero (che ha sede a Faenza, nel ravennate), su iniziativa dei due ristoranti L’Acciughetta e la Dispensa Franciacorta, saranno devoluti a favore dei produttori della Romagna. Nelle prossime settimane inoltre saranno annunciate iniziative congiunte mentre è possibile continuare a donare attraverso il conto corrente attivato da Slow Food Italia Aps dedicato all’emergenza in Emilia-Romagna: IT 73 B 03268 46040 0529044 02311 presso Banca Sella. Ogni euro raccolto dalle donazioni a questa raccolta fondi, e il suo utilizzo, sarà rendicontato pubblicamente.
Un patto contro lo spreco
Un aspetto che non manca mai nelle manifestazioni Slow Food sono le politiche locali del cibo, e in questa edizione di Slow Fish in particolare la tematica che riguarda lo spreco di cibo, un fenomeno inaccettabile per via delle risorse sprecate - acqua, terra, energia -, del cibo gettato via e del numero di persone che nel mondo soffrono di fame o malnutrizione. A Slow Fish abbiamo siglato un accordo con Ricibo, un’associazione con cui Slow Food collabora già da alcune edizioni e che, grazie a decine di volontari, ogni giorno ritira l’invenduto da supermercati, negozi e botteghe per distribuirlo a oltre 35 associazioni che operano nei vari quartieri di Genova. Ogni associazione si occupa poi di consegnare prodotti e preparati a famiglie in difficoltà, mense di solidarietà e senzatetto. Un lavoro volontario incredibile per far sì che a Genova non si sprechi nulla ma allo stesso tempo si aiuti chi è in difficoltà: anche Slow Fish, darà il suo piccolo contribuito.
Ciao Genova, ci vediamo a maggio 2025!
Slow Fish è realizzato grazie al sostegno di numerose realtà che credono nel progetto, a partire dai Main Partner BBBell, Pastificio Di Martino, Quality Beer Academy, Reale Mutua e UniCredit. In Kind Partner Liebherr, Bormioli Luigi e Bormioli Rocco, Acqua San Bernardo; Green Partner sono Amiu, Pool Pack e Ricrea. La manifestazione gode inoltre della collaborazione del Porto Antico di Genova e del supporto di Fondazione Carige, con il sostegno della Camera di Commercio di Genova. Partner culturale è l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale.
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