RISCHIO AMIANTO. Al via una prassi di riferimento UNI per monitorarlo e gestirlo
Mar 5th, 2022 | Di cciotola | Categoria: Cronaca NazionaleI pericoli connessi all’amianto sono ormai noti a tutti-. Questo materiale fino a qualche decennio fa veniva ampiamente utilizzato nel nostro Paese nella costruzione di edifici e infrastrutture . L’eventuale inalazione delle sue fibre può essere infatti pericolosa e provocare conseguenze molto gravi per la salute.
Per venire incontro alle esigenze di amministrazioni, imprese e cittadini che chiedono maggiore chiarezza su come monitorare e gestire il rischio amianto, nel mese di marzo UNI Ente Italiano di Normazione in collaborazione con Sportello Amianto Nazionale darà il via a un tavolo tecnico per lo sviluppo di una nuova prassi di riferimento (UNI/PdR) sul tema “Materiali contenenti amianto – Determinazione dello stato di degrado dell’amianto di natura antropica e definizione dei requisiti professionali del Responsabile Rischio Amianto”.
Perché è proprio quando l’amianto si degrada che diventa pericoloso.
La futura Prassi di Riferimento - alla cui stesura parteciperanno anche altre organizzazioni specializzate - definirà una metodologia per determinare l’indice di stato di degrado dell’amianto di natura antropica presente nel patrimonio immobiliare, stabilirà i requisiti professionali minimi richiesti alla figura del Responsabile Rischio Amianto (prevista dal DM 06/09/94) e la formazione operativa necessaria a svolgere programmi di monitoraggio e manutenzione.
Secondo Giuseppe Rossi (presidente UNI) “la sicurezza - in generale - ha bisogno di un insieme di elementi per essere garantita: la progettazione, l’esecuzione e i prodotti utilizzati, la manutenzione e - soprattutto - il ruolo umano nelle fasi di installazione e posa, nell’uso e nello smaltimento. Nello specifico caso dell’amianto, grazie ai limiti posti dalla legislazione la prassi potrà concentrarsi solo su una parte di essi (demolizione, rimozione, movimentazione…), ma sono certo che lo farà con la massima efficacia per identificare, gestire e annullare una triste eredità che nulla ha a che fare con il concetto di sostenibilità”.
Fa eco Fabrizio Protti (Presidente Sportello Amianto Nazionale) che aggiunge “L’intesa tra UNI e Sportello Amianto getterà le basi per determinare finalmente una prassi
Nazionale totalmente assente in materia, se pur presenti precisi obblighi di legge.” Prosegue Protti “Come spesso accade, nel caso della “certificazione dell’indice di stato di degrado” e della figura professionale obbligatoria del “responsabile rischio amianto” , lo Stato in 30’anni ha posto figure ed incombenze obbligatorie lasciando scoperta e delegata alle Regioni la responsabilità di normare i protocolli operativi all’interno dei piani amianto, non sempre presenti e solo qualora lo ritenessero necessario. Così ci troviamo ad esempio tetti per cui se ipotizzassimo di analizzarne lo stato di degrado con differenti protocolli regionali, potrebbero risultare pericolosi se collocati in un luogo e sicuri se collocati in un altro. Medesimo problema riguardo la professionalità di una figura di alto profilo il “Responsabile Rischio Amianto” per cui a fronte di un obbligo legale di presenza, qualora sussistessero manufatti In MCA in una proprietà non vi è una definizione Nazionale Universale delle competenze minime per svolgere l’impegnativa professione” .
Protti conclude affermando che questo percorso che porterà alla prassi scritta da UNI con l’aiuto dello Sportello Amianto Nazionale, attraverso l’aggregazione dei migliori esperti Italiani scelti con attenzione tra enti pubblici e consigli tecnici delle professioni, porterà indicazioni chiare ed universali, necessarie per mettere un po’d’ordine e per guidare in maniera omogenea dove nessuno prima era intervenuto.
Giosuè Di Palo