La notte del 6 aprile 2009, alle ore 03.32, un forte sisma di magnitudo 5.8 colpisce l’area dell’aquilano. Gli effetti della scossa ne fanno, purtroppo, la peggiore tragedia che abbia colpito il nostro Paese negli ultimi venti anni, con crolli e vittime nella città e in numerose frazioni dell’Aquila così come in diversi comuni circostanti. Alle 4.30, a un’ora esatta dal terremoto, è partito per L’Aquila un primo team di esperti e due squadre operative, mentre si riuniva a Roma, su richiesta del Capo del Dipartimento della Protezione Civile, il Comitato Operativo, tavolo di coordinamento di tutti gli enti e i soggetti coinvolti nella gestione dell’emergenza: Vigili del Fuoco, Forze Armate e Forze dell’ordine, ma anche il Sistema Sanitario Nazionale, i gestori dei servizi essenziali e di telefonia mobile.Dichiarato lo stato di emergenza nazionale, il Capo del Dipartimento, Guido Bertolaso, assume le funzioni di Commissario delegato e, avviata la macchina dei soccorsi, decolla alle prime luci del giorno in elicottero verso l’Abruzzo. Alle ore 9.00, a meno di sei ore dalla scossa, è attivata la Di.Coma.C - direzione comando e controllo – presso la Scuola Sottufficiali della Guardia di Finanza in zona Coppito. Da tutta Italia, intanto, sono partite le colonne mobili regionali. I numeri dell’emergenza: · 308 le vittime, 1.500 i feriti;· quasi 70mila le persone fuori casa, assistite nelle 171 aree di accoglienza allestite dalla Protezione Civile o presso gli alberghi e le abitazioni private messe a disposizione lungo la costa; · 15.000 i soccorritori impegnati nelle prime ore tra volontari, Vigili del Fuoco, Forze Armate, Forze dell’Ordine, Croce Rossa, 118 e strutture regionali di Protezione Civile;· 5.500 le tende, 97 le cucine da campo; · 37 i Posti Medici Avanzati più 1 ospedale da campo a supporto del nosocomio cittadino parzialmente evacuato.L’emergenza ha scatenato da subito una vera e propria gara di solidarietà tra gli italiani: ammonta a 52,2 milioni di euro l’importo delle donazioni versate al Dipartimento della Protezione Civile, a cui vanno aggiunti circa 22 milioni offerti direttamente agli Enti locali ma il cui impiego è stato comunque finalizzato in collaborazione con il Dipartimento. Come stabilito d’intesa con il Comitato dei Garanti appositamente istituito, la maggior parte dei fondi spesi riguardano la realizzazione di alloggi temporanei per i cittadini aquilani, mentre una parte è stata destinata a diverse iniziative destinate al sostegno della popolazione colpita dal terremoto, alla ripresa economica del territorio e al sistema scolastico ed universitario. Lo stato dell’arte. · A partire dallo scorso settembre tutti i 17.567 studenti delle scuole del “cratere sismico”, di ogni ordine e grado, hanno regolarmente ripreso l’attività, primo segnale di un progressivo ritorno alla normalità. · Alla fine di novembre, prima dell’arrivo del gelo, tutte le tendopoli sono state chiuse e a tutti coloro che hanno perso la casa è stata assicurata una sistemazione temporanea, sicura e confortevole, secondo il piano di assistenza realizzato dal Dipartimento della Protezione Civile.· Attualmente la popolazione assistita è così suddivisa: 0 in tendopoli; 9.346 persone ospitate in alberghi (di cui 2.830 a L’Aquila e circa 6.400 sulla costa) e 1.439 persone nelle due caserme aquilane della GdF. · Per quanti non potranno fare rientro nelle proprie case nel breve termine, sono in corso di realizzazione circa 4.500 alloggi nei Complessi Antisismici, Sostenibili ed Ecocompatibili (C.A.S.E.). Ad oggi sono stati consegnati 3.250 appartamenti, in cui sono già ospitate 11.500 persone, entro fine anno si supererà quota 12.000 persone. Al 31 gennaio saranno ultimati tutti i 4.500 appartamenti previsti, che ospiteranno circa 18.000 persone. · A questi si aggiungono oltre 3.000 MAP (Moduli Abitativi Provvisori) in costruzione nei borghi che circondano il capoluogo abruzzese, di cui circa la metà saranno ultimati entro l’anno. Al momento nei MAP sono ospitate circa 1.250 persone, distribuite su 15 aree diverse. A completamento del piano saranno circa 7.000 le persone ospitate nei MAP dentro e fuori L’Aquila.· Una quota di persone, infine, ha scelto di trasferirsi in un’abitazione privata (ospite o in affitto) con un contributo (Contributo di Autonoma Sistemazione, o C.A.S.) erogato dal Comune a carico dello Stato. Per la prima volta, infine, alle attività di assistenza alla popolazione si sono affiancate iniziative volte a sostenere la rinascita culturale e la socializzazione nelle comunità colpite, attraverso eventi dedicati alle istituzioni culturali locali ma anche tramite la presenza di nomi di prestigio internazionale e anteprime cinematografiche in un fitto calendario mirante a sostenere la ricostruzione del tessuto culturale. L’attenzione si è poi rivolta anche alle realtà sportive locali, per favorire la riapertura degli impianti sportivi e i momenti di socializzazione.fonte il mattinale