Al Trianon, riparte il Teatro delle Persone di Iodice
Giu 13th, 2021 | Di cciotola | Categoria: Spettacoli e Cultura
S’inizia dal 18 giugno con “Prologo”, progetto d’inclusione sociale. Puteca Celidonia lancia l’avviso per la partecipazione al laboratorio “Alla ricerca del teatro perduto”
Ileana Mandile
A cura di Davide Iodice, con “Prologo”, progetto di arte e inclusione sociale, riprendono le attività del Teatro delle Persone sl Trianon Viviani di Napoli.
È affidato alla Scuola elementare del Teatro | Conservatorio popolare per le Arti della scena e Puteca Celidonia, il primo dei due laboratori intensivi gratuiti dedicati ad adolescenti e a soggetti fragili,
Iodice lavora al laboratorio “l’Enciclopedia delle Emozioni”, in programma fino al 30 giugno, insieme alle guide e ai tutor della Scuola.
Vuole essere ”un primo passo verso la ricomposizione della frattura psicologica, relazionale e sociale che la pandemia ha causato specie nelle fasce sociali più svantaggiate” - spiegano gli organizzatori.
Tra le quasi centocinquanta candidature, arrivate per la partecipazione all’annualità 2020/’21 della Scuola Elementare del Teatro, il laboratorio ne accoglie un numero massimo di quaranta.
È stato nel frattempo lanciato l’avviso da Puteca Celidonia, per prendere parte al laboratorio “Alla ricerca del teatro perduto”. Si tratta di un percorso intensivo di espressività teatrale indirizzato ad adolescenti dagli 11 ai 15 anni di età, che si tiene dal 13 luglio fino al 18.
“Rispetto” e “ascolto” costituiscono le parole chiavi del gioco. Nel laboratorio, venti tra ragazze e ragazzi, numero massimo consentito.
Per partecipare, si deve inviare una mail di richiesta entro martedì 6 luglio. Le domande verranno selezionate, in base all’ordine di arrivo.
Per informazioni e prenotazioni: teatrodelleperso
Risale all’8 novembre 1911, l’inaugurazione della sala del Teatro Trianon. In scena l’applauditissima commedia “Miseria e Nobiltà” di Eduardo Scarpetta, che consacra il passaggio dall’autore e primo interprete, al figlio Vincenzo, debuttante nel ruolo del protagonista Felice Sciosciammocca. Nel frattempo, Eduardo aveva abbandonato le scene, stanco della lunga querelle giudiziaria, intentatagli da Gabriele d’Annunzio, per la messa in scena del irriverente parodia della Figlia di Iorio del Vate, chiamata Il Figlio di Iorio.
Variegata la programmazione storica: opera, operetta, dramma, commedia e varietà. Ospiti i principali artisti della scena teatrale e musicale partenopea del ‘900, da Totò a Mario Merola, che nel 1959 al Trianon ha il suo debutto, quale vincitore di un concorso di voci nuove. In breve riferimento dell’arte attoriale di tradizione, grazie alla presenza in cartellone delle più importanti famiglie teatrali, come i De Filippo, i Viviani, i Fumo, i Maggio.
Con la compagnia residente di Salvatore Cafiero ed Eugenio Fumo, negli anni ‘30 il teatro offre una caratterizzazione nella “sceneggiata”, rilanciata poi negli anni ‘70.
Sotto il Fascismo, il nome del teatro muta in “Trionfale”. Nel 1940 viene acquistato dall’imprenditore Gustavo Cuccurullo e sette anni dopo diventa sala cinematografica col nome di “Splendore”. Il successo giunge nel ‘49 con il film Catene, di Raffaello Matarazzo, dalla sceneggiata “Lacreme napulitane”.
Dopo il periodo a Luci rosse degli anni ‘90, viene riportato all’antica funzione teatrale dal pronipote di Gustavo Cuccurullo, che porta lo stesso nome dell’avo. Ne ordina la ristrutturazione, eseguita dall’architetto Massimo Esposito, grazie al quale assume un ruolo dignitoso la testimonianza magnogreca ospitata all’interno, esposta al pubblico e ribattezzata “torre della Sirena” per ricordare il mito fondativo di Parthenope e del fascino del suo canto.
Con Eden teatro di Raffaele Viviani, nella riscrittura melodrammatica e regia di Roberto De Simone, il nuovo Trianon viene inaugurato il 7 dicembre 2002.
Nel 2003, la consulenza artistica di Peppe Vessicchio, segna un nuovo allestimento de La Cantata dei Pastori diretta e interpretata da Peppe Barra, con lo scenografo Lele Luzzati memorabile in uno dei suoi ultimi lavori. Alla produzione va il premio Eti – gli Olimpici del teatro, nel 2004, come migliore commedia musicale.
Nell’aprile del 2006, viene ufficialmente dedicato al commediografo e attore Raffaele Viviani, tra i maggiori artisti che hanno calcato il suo palcoscenico, e diventa a intera partecipazione pubblica. La direzione artistica viene affidata a Nino D’Angelo, poi Giorgio Verdelli e quindi nuovamente D’Angelo.
Due anni e mezzo di vicende travagliate è il rischio di fallimento e vendita all’asta, segnano la storia del Trianon Viviani che riesce a risollevarsi, grazie all’impegno dell’omonima fondazione con direzione e coordinamento della Regione Campania, che detiene un, ampia partecipazione, mentre l’altro socio fondatore è la Città metropolitana di Napoli (con quota minoritaria del 19,60%).
Presieduta da Giovanni Pinto, la fondazione ha quale svolò primario la valorizzazione della canzone napoletana, tra tradizione e contemporaneità.
Per il triennio 2020-2022, direttore artistico è Marisa Laurito, che mira a realizzare uno spazio attivo di animazione culturale e sociale, puntando sul patrimonio tradizionale ma attento ai nuovi linguaggi, votato pure in senso ampio al mercato del turismo e del tempo libero.