Cinema, il Vittoria, finalmente ricomincia. Ma gli altri?
Mag 7th, 2021 | Di cciotola | Categoria: Cronaca di NapoliRiparte a Napoli la nota sala cinematografica, unica del settore a riaprire per ora, nella zona Vomero-Arenella, dove un tempo vi era il record territoriale di spazi dedicati al cinema, oltre a due case di produzione: la “Partenope Film” e la “Lombardo Film”, antesignana della “Titanus”. Ripercorriamo, insieme a Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, le tappe di un percorso lungo più di un secolo: dal lontano 1910 ai nostri giorni, segnati dall’assurda catastrofe dell’ “Arcobaleno”, dopo 60 anni di programmazione di qualità; l’incognita’ “Acacia” che desta non pica preoccupazione, la riapertura non formalizzata né del “Plaza”, né dell’”America”
Ileana Mandile
Napoli. Il Vittoria sopravvissuto tra i cinema vomeresi, costretti a chiudere dalla crisi e dalla mancanza di adeguati sostegni, riprende finalmente la sua attività. Gli effetti della pandemia hanno inferto colpi durissimi a questo settore tra i più provato e penalizzati; in cima alla lista delle imprese defunte, il celebre “Arcobaleno”, sulla cui vicenda continua a far discutere, tra l’indignazione generale, e molti attendono “un colpo di scena plateale” ad opera del Comune di Napoli che, fino a pochi giorni, fa ha annunciato un suo specifico intervento a riguardo per salvarne l’attività. Intervento che è stato giudicato da alcuni invece assolutamente tardivo e tecnicamente impossibile.
Staremo a vedere. Certo è che, su questa situazione, gli amministratori di Santa Lucia si giocano la credibilità da parte di un’ampia fetta della cittadinanza e di quella cibereste in particolare.
Una sala, con platea e galleria, situata in una struttura moderna, tenuta in ampia considerazione grazie alle proposte di qualità: ultime pellicole, incontri culturali, presentazioni di libri, dibattiti.
Il proprietario e il gestore del Vittoria, invece, si sono coraggiosamente concentrati sulla continuità e hanno deciso di riaprire al pubblico, rinunciando alle offerte che avrebbero portato allo smantellamento dello storico cinema, per aprire un altro supermercato.
Il loro gesto sta va a sostenere la battaglia in atto per preservare i luoghi di cultura e di socializzazione, contrastando la drammatica e dilagante scomparsa dal il capoluogo partenopeo di luoghi storici, culturali e sociali che li hanno notoriamente distinto in ogni epoca.
“Non devono chiudere le sale cinematografiche, come è accaduto di recente per il cinema Arcobaleno, per trasformarle in supermercati o megastore. Possono e devono continuare nella loro attività e non chiudere” afferma Gennaro Capodanno, attivissimo presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della circoscrizione del Vomero, infaticabile sostenitore della vivibilità del quartiere, che ha esistessi il suo ufficiale apprezzamento per la linea propositiva seguita da proprietà e gestione del Vittoria. Apprezzamenti per questa scelta importante per la zona è per la città tutta,
maggiormente in considerazione della “scellerata tendenza a cedere per aprire esercizi di svariata natura, lontani dall’ambito artistico-culturale”.
Sono state soppresse negli anni cinque sale cinematografiche, sulle otto totali presenti solo nell’area specifica del Vomero, di due chilometri quadrati d’estensione, dove nella metà del 1900, vi era la più alta concentrazione di queste strutture: l’Ideal in via Scarlatti, ora sostituito un megastore; l’Ariston in via Morghen, da una banca; il Colibrì in via de Mura, da un club fitness; il Bernini, da un negozio di abbigliamento junior; l’Abadir, già Orchidea, in via Paisiello, dall’ennesimo supermercato. Purtroppo, tra lo stupore e le proteste o essa ti e non ancora sopite degli abitanti, la sesta sala, quella del cinema Arcobaleno, aperto nel 1958, ha subito ultimamene la stessa sorte: scompare dopo oltre sessant’anni di vita, nonostante le tante speranze riposte in un’azione del Comune che sarebbe giunge tardiva a detta di tanti. Solo un miracolo potrebbe salvarlo; comunque i riflettori sono puntati sull’azione di salvataggio promessa dal sindaco de Magistris.
“Il Vomero viene ricordato come la ‘Cinecittà di Napoli’, nei libri sulla storia del capoluogo partenopeo: agli inizi del ‘900, proprio nel quartiere collinare partenopeo si trovavano ben due stabilimenti di produzione cinematografica - ricorda il presidente del Comitato Valori collinari - La ‘Partenope film’ fondata nel 1910 dai fratelli Troncone, in una villetta posta in via Solimena, considerata la prima manifattura cinematografica napoletana, e la ‘Lombardo Film’ (1919), rilevata da Gustavo Lombardo, da cui sarebbe poi nata la ‘Titanus’, in via Cimarosa 182, come ricorda una lapide apposta sulla facciata del fabbricato di riferimento”.
“Oltre agli effetti della pandemia, paghiamo e non da oggi, la totale assenza d’iniziative valide e concrete per evitare la scomparsa di luoghi di cultura, ma anche di aggregazione e di socializzazione, come le sale cinematografiche. - conclude Capodanno - Invece, da tempo nello specifico settore, in altre città italiane come Bologna e Firenze, i consigli comunali hanno approvato apposite norme, cosiddette ‘salva-cinema’ che, attraverso apposite convenzioni, consentono la sopravvivenza di sale storiche. Invece, nel capoluogo partenopeo, nonostante la crisi che da tempo coinvolge il settore, aggravata dall’attuale pandemia, si registra la più totale assenza di valide iniziative al riguardo, sia da parte della Regione Campania che del Comune di Napoli”. Così stigmatizza non soltanto il disinteresse, ma l’incapacità alle radici dell’attuale bilancio, indecoroso per una metropoli caratterizzata nei secoli dalla preminente connotazione culturale e artistica.
“Va detti che, delle quattro sale cinematografiche ancora esistenti nell’ambito della V Municipalità, due nel quartiere Vomero, Plaza e America, e due nel quartiere Arenella, Acacia e Vittoria, dopo la riapertura di quest’ultima, si attende che riaprano al più presto anche le altre tre. - conclude preoccupato - Particolare attenzione desta la sorte del cinema teatro Acacia, recentemente al centro di una petizione popolare e di un flash mob, dopo che si era paventato un possibile cambio di destinazione d’uso, cosa che i residenti si augurano che non avvenga, in quanto particolarmente legati a questa sala: la prima ad essere inaugurata con la doppia veste di cinema e di teatro agli inizi degli anni Cinquanta”.