MANAGERITALIA: ECCO PERCHE’ NEL MEZZOGIORNO LE ZONE ECONOMICHE SPECIALI NON HANNO FUNZIONATO

Apr 23rd, 2021 | Di cciotola | Categoria: Cronaca Nazionale

Le tre associazioni del Sud di Manageritalia hanno fatto il punto sull’applicazione delle ZES nell’incontro online “ZES Zone Economiche Speciali. Opportunità e sfide per il rilancio dell’economia del Mezzogiorno” che ha coinvolto istituzioni e business community.

 

 

Napoli, sabato 24 aprile 2021. L’attivazione delle ZES (Zone Economiche Speciali) nel Meridione non ha funzionato perché la legge che le ha istituite per è molto complicata, ma lo strumento rimane valido e si è rivelato sinora un’ottima opportunità di sviluppo nei territori in cui è stato inserito, in altre parti del mondo: il sud ha grandi potenzialità per attrarre investimenti industriali, purché ci sia una regia comune di attrazione degli investimenti. Queste le conclusioni del webinar su “ZES Zone Economiche Speciali. Opportunità e sfide per il rilancio dell’economia del Mezzogiorno” organizzato dalle tre Associazioni Manageritalia del Sud che ha coinvolto istituzioni e business community.

 

 

Una sorta di Superlega nata non certo per dividere, ma anzi per unire e dare a tutto il Mezzogiorno, e certo anche il Paese, un’opportunità vera e definitiva di sviluppo. Questo il senso della rafforzata unione delle tre Associazioni di Manageritalia che operano nel Sud Italia.

 

 

Nelle parole degli organizzatori lo scopo di un’azione che riparte oggi ma vuole e deve sfondare. Carmine Pallante, presidente Manageritalia Sicilia: La stagione dei rinvii si è chiusa. È ora di mettere in campo le migliori energie manageriali. Lo dobbiamo alle generazioni future”. Pino Monti, presidente Manageritalia Puglia, Calabria e Basilicata: “Le ZES: se non ora quando! Abbiamo bisogno nelle nostre regioni di opportunità di sviluppo per un territorio che serve allo sviluppo dell’intero Paese”. Ciro Turiello, presidente di Manageritalia Campania: “Il Presidente del Consiglio ci ha invitato a lavorare per affrontare una sfida sistemica. Questo di oggi è un primo confronto di natura tecnica avviato con le altre AATT del Sud, nei prossimi mesi vorremmo coinvolgere interlocutori politici e passare all’azione”.

 

 

Esplicativo l’intervento in apertura di Andrea Annunziata, presidente AdSP - Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale: “Pensiamo a quanto tempo impieghiamo per programmare e realizzare – ha osservato Annunziata – ecco, questo tempo è la metà di quello che impieghiamo per sollecitare pareri, autorizzazioni, risposte. La legge sulle ZES dovrebbe semplificare chi amministra i territori ma questa stessa legge è complicata. Anche oggi serve un coordinamento affinché vengano creati i collegamenti tra i porti e le ferrovie, gli interporti, l’ultimo miglio con gli interporti delle aree interne. Un coordinamento che dovrebbe essere fatto da un commissario che però non è ancora stato nominato”.

 

 

Ugo Patroni Griffi presidente AdSPMAM - Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Meridionale, ha rilevato il difetto di non aver saputo sfruttare le esperienze di successo di altri paesi come Polonia, Irlanda e Cina. “Le ZES sono rimaste ostaggio della burocrazia – ha spiegato Griffi – e tutto questo allontana gli investitori e congela ogni vera capacità di sviluppo”.

 

 

Per Ivano Russo, direttore generale Confetra le ZES non hanno funzionato “non per i pochi soldi messi in campo o per la nota burocrazia, ma per le forti deroghe ambientali, appalti, lavoro ecc. che altrove hanno attratto e da noi se non messe in campo non fanno spostare i campioni mondiali dei grandi business, perché resta solo un po’ di credito d’imposta”.

 

 

Per Luigi Bosco già Assessore Infrastrutture e Mobilità Regione Sicilia “Per avere la speranza che un imprenditore investa nelle ZES serve la garanzia, supportata da un sistema normativo chiaro, che non ci siano intoppi e serve una politica alta”.

 

 

Roberto Beccari, vicepresidente nazionale Manageritalia ha concluso: “Ho sentito negli interventi tanta stanchezza rispetto alle procedure, serve più rispetto tra i diversi interlocutori decisori, serve un coinvolgimento reciproco. Stiamo spingendo sul coinvolgimento dei manager, non solo privati ma anche pubblici con la CIDA, quindi persone che hanno capacità progettuale e volontà realizzativa. Cercheremo di dare un supporto per fare presto. Cercheremo anche di essere costanti. Tutti i modelli economici stanno cambiando. Oggi i percorsi economici più virtuosi e sostenibili si stanno facendo strada, anche il mondo finanziario con i criteri ESG spinge per questa linea di sviluppo. E la sostenibilità vera quella economica, sociale, e ambientale ha le sue premesse in quella del sistema e dei sistemi e quindi di tutti gli attori, ancor più se protagonisti come acceleratori o freni dello sviluppo”.

 

 

Alfonso Ruffo, direttore de Il Denaro, che ha moderato l’incontro ha detto: “In tutto il mondo le Zes hanno successo, da noi no. Si parla molto, si conclude poco. Oggi è un giorno speciale perché è stato presentato il PNNR, che ci auguriamo sia un documento dalle caratteristiche di concretezza”.

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