Con “Sient’Ancora”, gli AFTERSAT trionfano su YouTube

Mar 24th, 2021 | Di cciotola | Categoria: Spettacoli e Cultura

A pochi giorni dall’ uscita del brano di esordio, raggiunte oltre sei mila visualizzazioni

“Sient’ Ancora” è il brano che segna il debutto degli AFTERSAT, la band napoletana costituita da cinque elementi: Alessia Torinelli, Davide Correra, Mirko Di Bello e Giuseppe Passeri e il cantautore Salvatore Pone. Il singolo anticipa l’ep “INTOSOLE”, prodotto dal musicista Daniele Grasso di Dcave Records, grazie ad un premio conseguito dalla band, nell’estate del 2019, al “Lennon Fest” di Belpasso in provincia di Catania.  Dopo una fase sperimentale con pezzi in lingua inglese permeati da uno stile indie rock europeo e musicalità molto ambientali, il gruppo approda adesso al napoletano raccontando di un legame perduto di cui c’è un ricordo costante. La voce sussurrata di una donna e il rumore della carta strappata da un diario creano smarrimento tanto quanto gli alter ego di ognuno che si alternano su una sedia, unico set scelto a causa del lockdown. Il video, pensato e realizzato da Alessia Torinelli, è stato poi montato da Costantino Sgamato e da Chiara Ioffredo di BrainHeart.

Il progetto AFTERSAT deve molto all’incontro con il musicista e produttore Daniele Grasso che, con l’etichetta Dcave Records  vi ha aperto una strada artistica nuova. Cosa è cambiato?

SALVATORE: Ci ha permesso di scoprire soluzioni sonore e musicali che non avevamo mai preso in considerazione, così come anche la scelta di scrivere i testi in napoletano. Ci sono sembrate tutte idee molto funzionali e soprattutto nelle nostre corde, motivo per cui stiamo continuando a scrivere facendo nostri questi input. Insomma, possiamo dire che Daniele sia riuscito a dipingerci di nuovi colori e a mettere in evidenza dei nostri tratti musicali, e anche caratteriali, che erano nascosti.

 

Inglese e napoletano hanno in comune un’ incredibile musicalità. Prevedete di esplorare ancora entrambi i mondi o con l’ep “INTOSOLE” , in uscita prossimamente, scriverete solo in dialetto?

PEPPE: Per ora stiamo continuando a scrivere solamente in napoletano, ma ciò non significa che in un futuro prossimo non potrà uscire fuori qualcosa in italiano, in inglese o in francese…

 

Affacciandovi sull’attuale panorama musicale, cosa desiderate raccontare maggiormente con la vostra arte e in quale trappola, invece, non vorreste mai cadere?

DAVIDE: Un tema che abbiamo molto a cuore è quello del rapporto che ognuno di noi ha con la propria Terra, personificata e non, coniugata in ogni brano in un modo diverso: assimilabile al legame con la madre, la donna, la provenienza. Per cui cerchiamo di esternare sentimenti e sensazioni, in quanto persone che “vivono” pienamente la Terra di origine, in tutti i sensi. Napoli come città è un tema ricorrente nella musica napoletana, e fin troppo spesso da un lato viene associata ad un limite e ad un mal di vivere, dall’altro viene elogiata a mo’ di città perfetta. Essendo due facce della stessa medaglia, cerchiamo sempre di non spingerci verso un estremo piuttosto che un altro, ma di riuscire a cogliere tutte le sfumature, positive e negative, di Napoli come Terra di origine.

 

Negli anni avete sperimentato molto la bellezza del contatto con il pubblico, esibendovi dappertutto senza distinzioni di luoghi. Mai come ora, tutto questo manca. Come costruite il rapporto con la gente? A quale linguaggio vi affidate oltre alla musica?

MIRKO: È difficilissimo in effetti. Siamo sempre stati abituati a suonare per strada, in mezzo al casino di Napoli, proprio per cercare di avere un rapporto diretto e “primordiale” con le persone. Uno dei linguaggi che più usiamo per comunicare e creare un contatto è chiaramente quello visivo: capita molto spesso per strada che si instauri una connessione di sguardi tra noi e chi passa o si ferma incuriosito.

Purtroppo in questo periodo è possibile solamente tentare di trasmettere qualcosa alla gente virtualmente, in modo telematico. Per questo, oltre alla musica, cerchiamo di creare e proporre molti contenuti visivi, che sono forse quelli che riescono ad arrivare meglio. Infatti per “Sient’ Ancora” abbiamo curato e dato un’importanza particolare al video, in modo da permettere un’immedesimazione dell’ascoltatore.

 

Con il brano “Sient’ Ancora” avete già superato le seimila visualizzazioni in pochi giorni e incuriosito la stampa. Crediate sia un buon inizio?

ALESSIA: Assolutamente sì! Abbiamo ricevuto veramente tanti feedback positivi e, cosa più importante, siamo riusciti ad arrivare nel profondo di tante persone. In un periodo così complicato e demotivante, questi risultati oltre a renderci felici ed orgogliosi per il percorso che stiamo facendo, ci stanno dando la giusta determinazione per continuare a dare il massimo.

 

 

Gli AFTERSAT sono ora in gara al Premio Web, nella sezione Emergenti, nell’ambito del Festival “Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty” con il brano “Sanpapiè”, insieme ad altri sessantatrè artisti, e sarà possibile votarli fino alle ore 13 di venerdì 9 aprile.

 

 

 

Roberta Luppino

 

Lascia un commento

Devi essere Autenticato per scrivere un commento