Naval Diplomacy ieri e oggi
Apr 15th, 2020 | Di cc | Categoria: Spettacoli e Cultura& Dalla rivista Marittima della Maria Militare
L’effetto che produce nel pubblico è quello di una forte emozione, se non di irresistibile commozione. Inoltre, gli invitati e il pubblico in visita a bordo, intuiscono dall’attitudine a un tempo solerte e responsabile dei giovani dell’Accademia, l’esistenza un sistema di forti valori condivisi tra gli allievi e i loro superiori. Tale ultimo aspetto che si manifesta in un quadro di perfetta e serena disciplina, contribuisce in modo significativo all’ammirazione spontanea che già di per sé suscita la nave. I ricevimenti serali sul ponte del veliero nella buona stagione, quando improvvisamente partono i fischi del nostromo per l’ammaina Bandiera e tutti gli uomini e le donne in divisa si irrigidiscono sull’attenti nel posto dove si trovano, inclusi i camerieri che cessano di parlare e di servire per la durata della breve, ma intensa cerimonia che si svolge a poppa, fanno capire agli invitati che questo rito si riferisce a qualcosa di più alto e importante di qualunque ricevimento in atto, si tratta infatti del saluto alla Bandiera e ai valori che esprime. Ho assistito più volte personalmente alla sorpresa, nella predetta circostanza, degli ospiti meno preparati sugli usi e costumi della gente di mare, che però, dopo un primo momento di perplessità, si mostrano contenti di avere imparato una cosa nuova e grati di essere stati coinvolti da uno dei momenti importanti della vita di bordo. Gli Ambasciatori d’Italia cui sia capitata la visita del Vespucci nel corso del loro accreditamento in un dato posto, sanno bene di cosa stiamo parlando e in che modo la presenza della nave abbia facilitato la loro opera di promozione del sistema Paese all’estero. Certo anche lo stesso nome, molto ben scelto, conLe FREMM della Marina Militare svolgono, tra le altre, missioni di diplomazia navale. Nella foto le unità RIZZO e ALPINO in missione. Amerigo Vespucci, Ambasciatore d’Italia 8 Rivista Marittima Marzo 2020 casardi.qxp_Layout 1 01/04/20 11:57 Pagina 8 tribuisce alla creazione di questa immagine di marcata eccellenza: Amerigo Vespucci, marinaio e imprenditore fiorentino, che ha riconosciuto con la sua nave e il suo equipaggio le coste di gran parte del continente americano, con particolare riferimento all’America latina. Si tratta del solo uomo al mondo e anche del solo navigatore che abbia dato il suo nome a un intero continente. Quando il mio collega spagnolo in Cile, Antonio Martinez di Villareal, si sforzava di far capire a noi Ambasciatori europei la sua naturale posizione, sotto vari aspetti previlegiata, in quanto rappresentante della corona spagnola in un Paese della America latina, io gli risposi: «caro Antonio, in realtà non c’è nulla di spagnolo nelle parole America latina. America, si sa, viene da Amerigo l’esploratore italiano e il Lazio è la regione dove sono nato io, mica tu!». Gli feci poi capire che stavo scherzando, ma non del tutto. I colleghi europei comunque apprezzarono la battuta con molte risate di approvazione in quanto è noto che gli esploratori italiani furono preminenti nella scoperta del continente, come ben evidenziato dal Museo Nazionale Marittimo di Greenwich, in Gran Bretagna. Il Vespucci quale alfiere della diplomazia navale Le missioni di diplomazia navale sono oggi comunemente svolte da numerose unità navali. Basti pensare, solo come esempio, alle otto fregate FREMM, finora entrate in servizio, le quali tutte sono sollecitamente partite in missioni di diplomazia navale di vario tipo e durata, prima ancora della loro definitiva assegnazione alla Squadra Navale. Tutte queste missioni sono state svolte, come sappiamo, con grande successo. Tuttavia, il Vespucci rimanda inevitabilmente la nostra fantasia alle prime missioni attorno al mondo della neo-costituita Regia Marina italiana, già negli anni Sessanta dell’ottocento. La missione del Vespucci, che partirà nella seconda metà di Marzo per contribuire brillantemente alla rappresentanza italiana ai Giochi Olimpici di Tokio nei prossimi mesi di luglio e Agosto, ricorderà lo straordinario viaggio intorno al mondo, compiuto dalla corvetta Magenta negli anni 1866/68, la quale si illustrò con numerosi compiti di diplomazia navale, in particolare in Cina e Giappone, dove il Comandante, Capitano di Fregata Vittorio Arminjon, firmò rispettivamente i due primi trattati commerciali tra i predetti Paesi e l’Italia. Se avesse dovuto farlo in quel tempo il nostro Ministro degli Esteri, o addirittura il Presidente del Consiglio, sarebbe stato necessario prevedere un viaggio di quasi un anno e al loro ritorno in Patria avrebbero probabilmente trovato un nuovo Governo. Da qui l’importanza fondamentale della diplomazia navale a quei tempi in cui la navigazione veniva ancora fatta prevalentemente a vela, grazie alla quale tuttavia, in condizioni di vento favorevoli la nave poteva raggiungere (come succede ancora oggi al Vespucci) velocità superiori che non con il motore ausiliario. Il Regno d’Italia vide quindi un impiego delle proprie navi militari in missioni di diplomazia navale di vario tipo, ma con una frequenza ancora saltuaria, mentre dopo la Seconda guerra mondiale, con l’avvio, grazie all’Organizzazione delle Nazioni Unite, delle missioni di pace e soprattutto dell’intensificarsi delle relazioni internazionali nel quadro della globalizzazione, la diplomazia navale è diventata per le Marine maggiori un compito praticamente permanente, di cui i pianificatori delle costruzioni navali devono ormai tenere conto, cosi come gli estensori del bilancio della difesa. Nonostante però che la diplomazia navale sia divenuto un esercizio costante per una Marina Militare come la nostra, a vocazione fortemente internazionale, la missione attorno al mondo del Vespucci, in occasione delle prossime Olimpiadi, rimane un qualcosa di assolutamente straordinario, perché al di là di un mandato importante ma volutamente generico, come quello di rappresentare l’Italia alle Olimpiadi di Tokio, comprende un’impressionante numero di compiti molto specifici, militari e civili. Tali compiti rendono perfettamente l’idea di come la Marina, al di là della sua vocazione primaria di difendere l’Italia sul mare e di contribuire altresì come operatore di pace alle missioni dell’ONU o di altre Organizzazioni internazionali, abbia una parte fondamentale nella promozione del Sistema Paese e come il Vespucci costituisca in questo senso l’unità navale più poliedrica e maggiormente adatta a quest’ultimo scopo. Rivista Marittima Marzo 2020 9 Amerigo Vespucci, Ambasciatore d’Italia casardi.qxp_Layout 1 01/04/20 11:57 Pagina 9 L’organizzazione Un viaggio attorno al mondo, attraverso quattro continenti, che dura un anno e mezzo, articolato in più di trenta tappe che toccano tanti Stati, tra cui una dozzina dei Paesi più avanzati del mondo, comporta evidentemente un’organizzazione particolare. Al di là dei rifornimenti di «routine», che comprendono le riserve alimentari e il carburante, si presenteranno molte altre esigenze, che vanno dai pezzi di rispetto per una navigazione di così lungo corso a luoghi e tempi per i necessari lavori di manutenzione a nave cantierizzata, alla predisposizione e monitoraggio degli allestimenti e della condotta degli eventuali eventi in collaborazione con la Farnesina e le Ambasciate e i Consolati presenti nelle tappe toccate dalla nave. Inoltre vanno coinvolgendosi nell’organizzazione generale anche altre Amministrazioni e Istituzioni varie, pubbliche e private, italiane e straniere, le quali tutte sono partecipi dell’intenso programma del Vespucci, che si andrà man mano delineando durante l’anno e mezzo di periplo del globo. Il «focal point» a Roma sarà costituito dallo Stato Maggiore della Marina mentre all’estero, oltre alla costante assistenza, fornita in ogni momento del viaggio dallo Stato Maggiore, dalla Farnesina e dalla rete delle nostre strutture diplomatiche lungo la rotta del Vespucci, agirà anche un piccolo team di coordinamento viaggiante per proprio conto per via aerea, composto da un ristrettissimo nucleo di ufficiali di Marina, che rispettivamente si occuperanno dell’assistenza e monitoraggio ravvicinato per ogni tappa del viaggio, coadiuvati da quella figura classica della diplomazia navale, rappresentata dagli «addetti navali» o in loro mancanza gli «addetti per la difesa». Questi potranno agire, tenendo anche presente che al di la dell’esecuzione dei programmi stabiliti, il Vespucci imbarca quattrocento uomini e donne i quali a ogni tappa avranno anche delle esigenze organizzative loro proprie, come la turnazione degli allievi dell’Accademia e di parti successive dell’equipaggio con altre specialità della Marina e anche di altre Forze Armate, nonché con personale civile come i docenti o gli esperti collegati con gli eventi previsti o con gli esperimenti scientifici programmati, cosa che ricorda in parte la composizione dell’equipaggio e degli invitati dei famosi viaggi attorno al globo del Capitano di Vascello James Cook verso la fine del 1700, o di Charles Darwin nel 1800. Si tratta di un lavoro molto complesso, che riguarda anche la sicurezza della navigazione, per la quale si è deciso di 10 Rivista Marittima Marzo 2020 casardi.qxp_Layout 1 01/04/20 11:57 Pagina 10 chiedere la cooperazione delle Marine militari straniere che si succederanno lungo il percorso, invece della più costosa soluzione di far accompagnare il Vespucci da una delle nostre navi di Squadra. Le attività L’Amerigo Vespucci svolgerà vari compiti di diplomazia navale, ai fini dell’approfondimento dell’amicizia e la cooperazione con le Marine e le altre Forze Armate dei Paesi visitati attraverso programmi comuni, o imbarcando per un periodo di formazione allievi dei Paesi ASEAN, o attraverso i contatti che ci potranno essere tra il Comandante e i Rappresentanti degli Stati che verranno visitati durante il percorso, o quando ancora il Vespucci agirà come Ambasciatore dell’UNICEF. Inoltre, come sopra accennato, durante l’alternarsi tra la navigazione e le soste in porto, il Vespucci verrà utilizzato come piattaforma per le varie iniziative a sostegno dell’interesse nazionale o per le manifestazioni di «soft power» che si riterranno opportune, Paese per Paese e di cui possiamo già dare un’idea qui di seguito. Anche questa potrebbe «latu sensu» essere considerata diplomazia navale, ma ovviamente la Marina condivide la gestione di questi aspetti assieme alle Istituzioni e i vari attori che convergono per l’occasione lungo il percorso della nave. Eventi di tipo politico Qualora si volesse far coincidere la sosta in porto del Vespucci con la visita di esponenti politici italiani, anche ai più alti livelli come il Ministro degli Affari Esteri o il Presidente del Consiglio, o addirittura il Capo dello Stato, i colloqui di carattere politico o di qualunque altro genere con le autorità locali, potrebbero, su invito italiano, tenersi a bordo della nave. L’occasione offrirebbe la possibilità di affrontare argomenti, anche di notevole delicatezza, con il conforto di trovarsi su territorio nazionale (il diritto internazionale tutela l’immunità delle navi militari all’estero più ancora di quella delle Ambasciate), con la sicurezza che può garantire una nostra unità navale e con l’arma segreta di un’ospitalità italiana raffinata cui contribuirebbero brillantemente il Comandante, l’equipaggio e gli allievi e allieve dell’Accademia Navale di Livorno, la cui immediata empatia con i visitatori a bordo crea un’atmosfera (irripetibile in una struttura burocratica di terra) che facilita la reciproca stima e fiducia. Come già dimostrato tante volte in passato, nelle località visitate dal Vespucci, l’impatto emotivo provocato da questo tipo di nave può contribuire agli sforzi diplomatici da parte italiana di pervenire a buoni risultati nei colloqui con la controparte locale. Qualora il Governo locale non giudichi opportuno di tenere i colloqui esclusivamente sulla nave italiana e pretenda che questi si tengano in una struttura governativa a terra, si potrebbe ottenere da parte nostra un proseguimento dei contatti a bordo, o quantomeno un ricevimento di restituzione sul Vespucci, nel corso del quale non mancherebbe l’occasione, ove necessario, di riprendere l’esame delle questioni in discussione. Eventi di tipo economico-commerciale È una frequente eventualità cui le nostre navi, Vespucci incluso, si sottopongono durante i loro viaggi all’estero. Tra le varie possibilità che tale esercizio offre, la più adatta al Vespucci è quella di offrirsi come Rivista Marittima Marzo 2020 11 Nave CAVOUR durante la missione europea denominata «Sophia», prima operazione militare di sicurezza marittima europea. casardi.qxp_Layout 1 01/04/20 11:57 Pagina 11 piattaforma, nel quadro della promozione del sistema Paese, per la valorizzazione di un settore del nostro sistema economico. In questo caso si cerca di utilizzare al meglio le sinergie che si sviluppano tra la nave e gli attori del settore interessato, le differenti Ambasciate d’Italia e le controparti locali. Si può trattare di eventi che si svolgono sia in Ambasciata che a bordo con divisione delle responsabilità, per esempio una mostra dedicata, con proiezioni di audiovisivi in Ambasciata e ricevimento a bordo, o viceversa. Eventi di tipo culturale Questa è normalmente la più gradita e spettacolare delle operazioni di «soft power» che la Marina italiana può offrire eventualmente in cooperazione con le Istituzioni del settore, italiane e locali. La nave può ospitare concerti, e varie altre forme d’arte italiana, tra cui esposizioni, o eventi per lanciare speciali iniziative, anche in collaborazione con il Paese ospite. L’Amerigo Vespucci come Ambasciatore della cultura italiana all’estero, è un ruolo che si addice perfettamente alla nave e che è stato già praticato durante viaggi precedenti. Eventi per la protezione dell’ambiente La Marina è in prima linea a sostegno delle politiche nazionali per l’ambiente e per la cura e la conservazione del mare in generale e del Mediterraneo 12 Rivista Marittima Marzo 2020 Amerigo Vespucci, Ambasciatore d’Italia Dal 2007, il VESPUCCI (qui ritratto in una foto storica con la gemella COLOMBO in primo piano) è stato nominato Ambasciatore dell’UNICEF e, re- centemente, anche l’UNESCO ne sta valutando la nomina. casardi.qxp_Layout 1 01/04/20 11:57 Pagina 12 in particolare. Si tratta ormai di una esigenza vitale che è entrata per sempre nella programmazione annuale e a lungo termine della Forza Armata e il Vespucci ospiterà a bordo durante le soste e nel corso di uscite in mare apposite, una serie di scienziati italiani e internazionali che compiranno in collaborazione con il CNR e altre istituzioni e università, degli specifici esperimenti. La Marina, in questa scia, sta anche lanciando una nuova classe di Pattugliatori d’altura, specialmente predisposti per un limitato impatto ambientale, sia nella fase di esercizio, che in quella di dismissione. Eventi a carattere sportivo L’Amerigo Vespucci è ovviamente la nave ideale per accogliere eventi legati allo sport insieme ai Rappresentanti dello sport italiano, a partire dallo stesso Ministro di Governo responsabile. Per le Olimpiadi, il Vespucci, oltre a mandare una Rappresentanza degli Allievi e Allieve dell’Accademia a quanti più giochi possibili, nei pochi giorni di permanenza a Tokio, potrà offrire la nave per gli eventi collegati ed eventualmente anche per eventuali incontri tecnici. Potrà inoltre essere presente sui campi di regata olimpici e partecipare, anche nelle altre tappe, a manifestazioni sportive organizzate per il suo passaggio in un dato porto. Diplomazia navale i cui criteri vengano decisi in seno a entità non statuali Ci riferiamo qui alle Organizzazioni internazionali. Alcune di esse hanno proposto alla discussione degli Stati membri, temi di diplomazia navale, o comunque fortemente connessi con il mare, dalle quali sono uscite importanti conseguenze operative, che tanto prestigio hanno portato alla nostra Marina, come le operazioni di pace dell’ONU o dell’UE, le operazioni della NATO, la «Maritime European Strategy» dell’UE, le direttive dell’EMSA, l’Agenzia Europea per la Sicurezza Marittima, o dell’IMO, Organizzazione Marittima Internazionale ecc., vedi per tutti l’esempio di «Sophia» (dal nome di una bambina nata sulla fregata tedesca Schleswig Holstein, dopo il salvataggio della madre) ufficialmente denominata European Union Naval Force Mediterranean. Essa ha costituito la prima operazione militare di sicurezza marittima europea che abbia operato nel Mediterraneo occidentale ed era stata posta sotto comando italiano. Anche in questo tipo molto innovativo di diplomazia navale, che ha solo una sessantina di anni, ma che si è molto sviluppata negli ultimi trenta, il nostro Vascello si è già illustrato. Infatti dal 2007, il Vespucci è stato nominato Ambasciatore dell’UNICEF, l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia e da poco tempo anche l’UNESCO, l’Agenzia dell’ONU per la cultura, sta valutando la nomina per il Vespucci di Ambasciatore dell’UNESCO nel quadro del lancio del progetto: «Decade of Ocean Science for sustainable Development», che ha l’obiettivo principale di sostenere le azioni tese a invertire il declino della salute degli oceani, puntando su un loro sviluppo ecosostenibile. Il Simposio La novità più significativa tra i nuovi impieghi della diplomazia navale del nostro secolo, è la possibilità di essere esercitata da parte delle autorità centrali della Marina, tramite un dialogo vasto e approfondito su temi prioritari, con molte Nazioni simultaneamente, o addirittura a livello mondiale, come avviene nel caso di un Simposio. Tra gli esempi più significativi di questo nuovo corso, abbiamo il Simposio organizzato ogni due anni dal 1969 a Newport, negli Stati Uniti, che prende il nome di «International Sea-power Symposium», organizzato dal Naval War College. Lo scopo è quello di garantire un luogo e un’occasione per consentire ai Capi delle Marine militari del mondo di discutere le comuni sfide che l’utilizzo del mare presenta oggi, nonché le opportunità esistenti per rafforzare la cooperazione internazionale in materia di sicurezza marittima. Il Simposio di Venezia, avviato con frequenza biennale dal 1996, e organizzato dalla nostra Marina con l’aiuto di alcuni importanti sponsor nella prestigiosa cornice dell’arsenale della Repubblica Veneta, ha le stesse motivazioni di Newport, anche se dirette soprattutto alle Rivista Marittima Marzo 2020 13 Amerigo Vespucci, Ambasciatore d’Italia casardi.qxp_Layout 1 01/04/20 11:57 Pagina 13 aree facenti parte del cosiddetto «Mediterraneo Allargato» e si può definire uno dei più importanti esercizi italiani di «preventive diplomacy» oltre che di diplomazia navale. Anche nel caso del Simposio, l’Amerigo Vespucci, opportunamente ormeggiato vicino all’arsenale, non ha mancato di svolgere i propri compiti di Ambasciatore navale, organizzando a bordo vari incontri diversi e a «geometria variabile» rispetto alla riunione plenaria che si svolgeva in arsenale, nella famosa antica «sala degli squadratori». A bordo è stato anche organizzato il grande ricevimento di saluto alle delegazioni, con oltre cinquecento invitati. Conclusione In conclusione, come sopra ampiamente dimostrato, il curriculum vitae di nave Vespucci, quale Ambasciatore d’Italia, è superiore alle aspettative. Il Ministro degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale può ben considerarlo idealmente tra i suoi migliori collaboratori. Questo superbo vascello a vela ed elica, già di per sè a cavallo di due epoche diverse, rappresenta da un lato la trasversalità nei secoli della professione del mare, cui la globalizzazione attribuisce sempre maggiore importanza, ma anche la capacità di restare assolutamente indispensabile come nave, anche nell’epoca super tecnologica del digitale e dell’alta velocità, grazie alle sue insostituibili doti formative e in funzione del suo straordinario successo quale Ambasciatore itinerante d’Italia. I risultati ottenuti nelle differenti missioni navali nelle quali si cimenta, lo rendono, sempre di più, un prezioso strumento non solo per la Marina Militare, ma anche per la politica estera italiana, evidenziando una volta di più le esigenze di stretto coordinamento esistenti oggi, molto più che nel passato, tra Ministero della Difesa e Ministero degli Esteri. Quest’ultimo ha sentito l’esigenza, al pari dei Paesi più avanzati in cui la ricchezza nazionale si basa largamente sul commercio internazionale, di costituire presso la Direzione degli Affari Politici, un ufficio di coordinamento delle questioni navali e marittime internazionali, presso il quale la Marina ha distaccato un ufficiale di Stato Maggiore e un ufficiale delle Capitanerie di Porto. Il periplo del mondo di nave Vespucci verrà seguito in particolare da questo ufficio, in sinergia per quanto riguarda gli Affari Esteri, con la Direzione Generale per la promozione del sistema Paese. Mi si consenta infine di sottolineare tra tutte le potenziali doti della nave di cui abbiamo parlato, la sua funzione primaria di formidabile formatore di uomini e donne alla vita sul mare. L’Italia è infatti fortunata ad avere uno strumento formativo come l’Amerigo Vespucci, al servizio della propria Marina Militare, e non solo. Le principali aziende italiane del settore Difesa, ma anche di quello elettronico e meccanico sviluppatesi nel dopoguerra sono state create principalmente da uomini provenienti dalle forze armate e dalla Marina in particolare, dopo l’esodo creatosi funzionalmente al termine del conflitto. Le capacità di management di questi uomini, oltre alle rispettive doti intellettuali, hanno avuto il primo battesimo sull’Amerigo Vespucci e il loro affinamento durante i primi anni di carriera a bordo delle unità navali. È questo un altro grande tesoro che la Marina conserva nei secoli, se pensiamo che ben prima della nascita della grande industria nazionale, cioè ai tempi della Marina romana repubblicana, venivano impiegati criteri di condotta degli uomini non dissimili da quelli che si studiano oggi. Occuparsi della «promozione del sistema Paese» significa anche trasmettere questi criteri che già abbiamo visto affermarsi con successo anche al di fuori della Forza Armata, a una più vasta parte della società civile, che non potrebbe che beneficiarne.