Coronavirus, E. Russo: “Non solo COVID Hospital, servono équipe COVID”
Apr 15th, 2020 | Di cc | Categoria: Cronaca Regionale
“Separare i percorsi per il trattamento dei casi di Coronavirus, prevedendo semplicemente ospedali dedicati al COVID-19, senza che vi siano équipe esclusivamente dedicate a questo, potrebbe non bastare. Anzi, potrebbe rivelarsi un grave errore. La gestione dei servizi sanitari sta sfuggendo di mano alla Regione. Il caso dell’ospedale di Pozzuoli ne è la prova più evidente. Chi opera in ambienti COVID non faccia anche altro, non vada altrove a rischiare di contagiare pazienti e contesti sani. Servono équipe COVID”. Lo dichiara Ermanno Russo, vicepresidente del Consiglio regionale della Campania di Forza Italia.
“La filosofia dei COVID Hospital, se non declinata correttamente dal punto di vista organizzativo, non basta. Siamo davanti ad un’emergenza senza precedenti, che ha colto impreparato tutto il sistema sanitario nazionale ma proprio per questa ragione fare tesoro degli errori delle ultime settimane è obbligatorio”, aggiunge. “La promiscuità è il vettore di contagio più pericoloso. Se ho anestesisti che assistono pazienti affetti da Coronavirus, non posso utilizzarli anche in altri siti dove il virus non c’è”, spiega Russo. “Vale anche per gli infermieri e per gli operatori socio sanitari - aggiunge -, la squadra deve essere sempre la stessa e fare soltanto quello”. “Se il problema è il personale, si adottino le procedure burocraticamente più snelle per assumere ma non si consenta a chi è in prima linea, a contatto con casi conclamati di Coronavirus, di fare anche altro. Il contagio si sta pericolosamente spostando dalle città agli ambienti ospedalieri”, evidenzia il vicepresidente del Consiglio regionale.
“Per evitare nuovi focolai occorre tutelare innanzitutto i nostri operatori, è una priorità. L’assenza di dispostivi di protezione individuale adeguati, non soltanto mascherine ma anche tute e materiali anti-virus, appare ancora il punto più critico in questa emergenza. Inoltre, servono screening sierologici e molecolari a rotazione negli ospedali per mettere in sicurezza gli organici in prima linea”, conclude Russo.