La stampa straniera conferma una popolarità per Berlusconi
Dic 21st, 2009 | Di cc | Categoria: Esteri
Erano settimane che alcuni quotidiani stranieri, estenuati dalla loro stessa martellante campagna basata sui gossip e le vicende private, avevano imboccato la falsa pista delle rivelazioni di mafia del pentito Spatuzza, salvo ricredersi quando nel processo di Torino le accuse sono state screditate dalle smentite e dall’assenza di riscontri.Adesso, i “media” stranieri sono costretti a registrare l’impennata di consensi per Berlusconi dopo l’aggressione di Milano. Compaiono titoli e articoli sull’aumento della popolarità, dopo il sondaggio di Mannheimer pubblicato dal Corriere della Sera, su tutte le testate più importanti, alcune limitandosi a riportare il contenuto dei lanci d’agenzia Reuters, altre con articoli dei corrispondenti. Il Washington Post sottolinea la crescita del gradimento da parte dei giovani e dei cattolici praticanti. Una popolarità che tocca livelli da autentico primato, saltando dal già alto 48.6 per cento di metà novembre all’attuale 55.9 per cento. È ancora lo storico quotidiano dell’establishment di Washington a rilevare l’elevato tasso d’approvazione per Berlusconi dopo l’attacco, perfino tra gli elettori di centro-sinistra (17 per cento). I fogli britannici, in assoluto i più ostili nei confronti di Berlusconi, devono anch’essi riconoscere l’ennesimo successo del Cavaliere. Richard Owen, del Times, segnala che i sondaggi commissionati dallo stesso Berlusconi (i più attendibili, se si considerano le prove elettorali passate) gli assegnano addirittura il 66 per cento del gradimento. John Follain, sul Sunday Times, descrivere il carattere battagliero e instancabile del premier, che nel primo giorno di convalescenza a casa ha ricevuto ben 17 visitatori. E ancora, il corrispondente dell’Economist e del Guardian scrive un lungo articolo sul domenicale di quest’ultimo, l’Observer, tutto puntato su Berlusconi che dopo mesi di attacchi ha trovato “un’arma per dividere gli avversari” ed è in ottima posizione per guadagnare “voti di simpatia” dopo l’episodio del Duomo. Che sarebbe, secondo Hooper, il primo vero momento di respiro di Berlusconi dopo otto lunghi mesi di attacchi. Ma dividere gli avversari non è l’unico “bonus” ottenuto da Berlusconi. Anche il criticismo di Fini avrebbe avuto “un brusco arresto”. Inoltre, il popolo di Internet del “no B-day” esce screditato dalle reazioni vergognose dei bloggers all’aggressione di Milano. Il politologo Marc Lazar, grande conoscitore dell’Italia, intervistato dal settimanale L’Express, spiega che Berlusconi ha saputo trasformare questo attentato in una “risorsa politica, ha esposto il suo volto al martirio”, e così ha “comunicato direttamente con la gente, con tutta l’Italia”. “Berlusconi – dice Lazar – resta l’uomo politico più popolare”, se si esclude il capo dello Stato. Al contrario, la sinistra è paralizzata dalla necessità di non apparire troppo come la fomentatrice del clima che ha generato l’odio dei Tartaglia. Quanto al PD, oggi è guidato da Bersani, “un ex comunista – spiega Lazar – ben visto dalle forze economiche del Paese, che si porta appresso ancora la sua storia come una palla al piede!”.