Problemi al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere
Nov 27th, 2019 | Di cc | Categoria: SindacatoI problemi della giustizia italiana sono molti,numerosi, datati nel tempo e forse irrisolvibili, ammesso che davvero vi sia la volontà di portarli a soluzione. Su di essi si esercitano giuristi, magistrati, uomini politici, fini commentatori, ma se i mali si conoscono e le diagnosi siano quasi tutte esatte, i rimedi apprestati si traducono addirittura e purtroppo spesso in qualcosa di peggiorativo, alla qualcosa dà sicuramente un forte contributo una legislazione schizofrenica,varata sull’onda emozionale di fatti ed avvenimenti.
Le recenti vicende relative a componenti del Consiglio Superiore della Magistratura hanno dato prova di fino a qual punto la pratica del malaffare sia penetrata nel tessuto connettivo della società, addirittura in una istituzione ad altissimo livello,contribuendo così ad ingenerare sospetti e sfiducia nel comune cittadino.
Ma è lecito domandarsi, a fronte di un tema così complesso, se di converso non possono essere avviati a soluzione problemi di relativo impegno economico ed organizzativo, che investono il quotidiano.
Lasciamo stare una programmazione e manutenzione dell’edilizia giudiziaria, da qualche tempo gestita direttamente dal Ministero e sulla quale grava spesso un silenzio assordante, nelle difficoltà enormi degli uffici locali improvvisamente preposti a tale incombenze, ma sarà pure lecito domandarsi quale logica, anche funzionale, abbia presieduto sei anni fa e soprattutto presieda oggi all’allocazione in terranei angusti, sulla pubblica strada, ancorchè centrale,dell’ufficio Unico Notifiche del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
Certo è doveroso compiacersi che finalmente siano stati avviati i lavori alla sede centrale,che il GIP abbia trovato una sede più decorosa, che il settore civile da un condominio abbia traslocato nella ex caserma Fiore, rimessa a nuovo dopo anni ed anni , ma che presto, ad avviso di chi scrive, mostrerà inadeguatezza ricettiva e funzionale per un ufficio giudiziario, che è cosa ben diversa da una struttura militare. E’ evidente che alla Presidente Casella va dato atto dell’impegno per essere stato portato a compimento tutto ciò, ma è doveroso, improcrastinabile trovare allogazione diversa a quell’UNEP, il cui interno smentisce un esterno dignitoso, sul cui porticato fila di avvocati attendono il proprio turno.
Nei locali angusti di questo ufficio, che esplica la sua attività su un territorio vasto e non privo ( sic) di litigiosità comprendente oltre Santa Maria C.V. le ex sezioni distaccate di Caserta, Marcianise, Carinola, Piedimonte Matese, lavorano, meglio producono entrate per lo Stato una cinquantina di unità. Locali tanto angusti che le scrivanie sono insufficienti anche per gli assistenti, che si alternano alle postazioni con gli ufficiali ed i funzionari a seconda del numero dei presenti in servizio. Ma l’ora x scocca alle 12.30. Infatti il personale privo di scrivania attende in piedi uno spazio ove poter lavorare o contende i centimetri quadrati residui al fortunato occupante la postazione. Posti in piedi nell’affollato vagone UNEP di Santa Maria! Vagone perché l’unico,stretto e lungo stanzone diviso in tre scomparti dà forte la sensazione di un vagone d’antan delle ferrovie borboniche.
Dal marzo di quest’anno gli assistenti lavorano a lume di candela perché i neon sono spenti, mentre dei tre bagni funziona solo uno,ovviamente ad uso promiscuo. Ma anche in questo caso le 12.30, per fortuna non le 5 della sera, qui hanno un significato che non altrove. Diventano infatti fruibili i bagni destinati all’utenza e non utilizzati in condominio dal personale per non intralciare l’attività dello scompartimento accettazione, già intasato per la presenza di tanti legali.
E’ davvero tutto così difficile da risolvere, anche se sul Presidente incombono pure attività onerose di mera dirigenza amministrativa, atteso che quel Tribunale è privo di tale importante figura dal luglio 2017 , allorchè la dr.a Digna Masarone ritenne di doversi trasferire a Benevento? Da allora quell’incarico non è stato più ricoperto!
Questo gruppo,sorta di minatori della giustizia, è diretto dal dottor Carmine di Domenico, che per primo dà prova di abnegazione, svolgendo attività professionali insieme ad altri due collaboratori e con ricevimento di avvocati in un ambiente che forse raggiunge i 15 metri quadrati,uno spazio inferiore alle misure minime richieste dal Consiglio Europeo per un numero uguale di detenuti . Lo sottolinea, con un sorriso, in uno alle altre carenze delle quali abbiamo scritto.,la funzionaria dottoressa Flora Cimmino, responsabile per quell’ufficio dell’Unsa, il sindacato maggiormente rappresentativo nel comparto giustiziala la quale aggiunge:” Sono rimaste fin qui inascoltate le missive indirizzate al direttore generale dottor Mungo per una diversa allogazione di un Ufficio, inidoneo e per chi vi lavora e per chi ne è utente. Si intervenga subito per la sostituzione dei neon e la riattazione dei bagni, ma certo non ci contenteremo di questo! Solleciteremo il Ministero ed invocheremo dagli organi competenti (ASL –VISAG) la piena attuazione di cui alle previsioni del decreto legislativo 81/2008 e succ. integrazioni per la tutela non solo fisica ma anche della dignità del lavoratore e perché no? della giustizia .Siamo ben consapevoli, conclude, che l ‘intervento sul pubblico non ha la stessa immediatezza che sull’imprenditore privato, ma è evidente che ,nel silenzio o nella dilazione degli enti, non ci precluderemo nessuna azione anche giudiziaria”.