Tutto il mondo si è stretto in questi giorni attorno a Silvio Berlusconi. Una vera e propria gara di solidarietà da parte di capi di Stato, di governo, di leader politici anche dell’opposizione (stranieri), di personalità che a ogni livello conoscono e stimano il Presidente del Consiglio. È il frutto di 15 anni di impegno del Cavaliere sulla breccia della politica internazionale, tre volte alla guida dell’esecutivo e tre volte presidente del G8, ministro degli Esteri ad interim e presidente di turno dell’Unione Europea nel 2003. Non c’è oggi leader d’un Paese democratico con l’esperienza di Berlusconi per quanto il suo successo politico sia dovuto anche alla sua estraneità al linguaggio e agli stili della “politica di professione”, la politica politicante.
Spicca, tra i messaggi, il telegramma di Papa Benedetto XVI nel quale si esprime “conforto e vicinanza” dopo la “deplorevole aggressione”. E tra le telefonate, quella del Presidente Obama che è stata anche l’occasione di una veloce rassegna dei principali temi dell’attualità internazionale. Non solo Obama ha sinceramente augurato a Berlusconi di guarire presto, ma lo ha ringraziato per la decisione di inviare altri mille uomini in Afghanistan nel corso del 2010. Tra i due leader si è creato un rapporto di cordialità e amicizia basato sulla stima reciproca e sulla collaborazione. La lista delle telefonate e dei messaggi rispecchia l’estensione e la qualità delle relazioni internazionali del Presidente Berlusconi, che non ha nemici e può, anzi, vantare molti amici personali tra i leader nelle diverse aree del pianeta.Dopo quella con gli Stati Uniti, l’amicizia con i vertici russi è dimostrata dalle calorose telefonate con il premier Vladimir Putin (“Hai avuto – gli ha detto Putin – una reazione da vero uomo, spero che tu possa tornare presto al lavoro”) e con il Presidente Medvedev, che Berlusconi aveva incontrato pochi giorni prima a Roma per il Vertice Italo-russo. Oltre al Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, tra i messaggi del primo giorno vanno ricordati quelli di Herman Van Rompuy che aveva scelto Milano e l’Italia come prima tappa da nuovo Presidente dell’Unione Europea, del premier olandese Balkenende, del Presidente del Vietnam Nguyen Minh Triet, pure lui incontrato qualche giorno fa a Milano, e dell’algerino Bouteflika, da tempo amico.Berlusconi ha parlato poi con il Presidente francese, Nicolas Sarkhozy, con il premier turco Erdogan, lo spagnolo Zapatero e il libico Gheddafi. Una conversazione particolarmente cordiale è stata quella con il cancelliere tedesco Angela Merkel, leader dell’altro grande partito popolare (la CDU) europeo, e che rappresenta fra gli europei la posizione italiana sul clima a Copenhagen. Un altro amico di lunga data che ha telefonato a Berlusconi è il leader egiziano Mubarak. Un amico più recente, il premier francese Fillon. E poi i messaggi dei presidenti di Israele, Shimon Peres, e Pakistan, Asif Ali Zardari, e del premier greco George A. Papandreu. Telefonate, invece, dal Presidente della Colombia, Uribe, dal premier libanese Hariri (con il padre Berlusconi aveva un rapporto di profonda stima e amicizia), quindi l’emiro del Qatar, appena incontrato nella missione nel Golfo, e il primo ministro bulgaro, Borissov, dopo la recente missione a Sofia. Insomma, l’abbraccio del mondo è lo specchio di un dinamismo in politica estera che forse non ha paragoni. E che significa prestigio per l’Italia e una corrente ininterrotta di umana simpatia da tutto il mondo. È vicina alla realtà più di quanto lo stesso Giannelli mpm immagini la vignetta che ha disegnato per la prima pagina di oggi del Corriere della Sera: Berlusconi costretto a restare a casa e a non andare a Copenaghen, che commenta guardando la TV le notizie circa il mancato accordo sul clima: “Non li posso lasciare soli neanche una volta…”.