Tra tragedie, sfruttamento e caos.
Gen 8th, 2019 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionaledi Edoardo Barra
La cosa che più infastidisce nella questione dei migranti è la voluta e provocatoria semplificazione che di essa viene fatta.
Il tutto sembra racchiudersi in un perimetro delineato, da un lato, dalla disperazione di persone che per sopravvivere sono disposte a viaggi infernali e pericolosi e, dall’altro, da figuri cattivi e razzisti che impediscono lo sbarco. Tra queste due posizioni vi sono poi personaggi che all’improvviso son diventati paladini dei più deboli, Ong che pattugliano tratti di mare alla ricerca di barconi (che puntualmente trovano) e chi tenta di trovare una via d’uscita alle polemiche non tanto per convinzione, ma perché stretto in una morsa politica da cui non riesce ad uscire.
Circostanze e posizioni che comunque non danno risposta alle questioni aperte dal fenomeno: ha senso dare accoglienza senza nemmeno tentare di risolvere i problemi a monte? E poi, una volta aperti i porti e appagato l’altruismo che ha colto interi strati politicizzati, quando anche l’ultimo dei migranti avrà messo piede nel nostro Paese cosa succede? Dove finisce tutto il buonismo e le meravigliose dichiarazioni di fratellanza e socializzazione globale enunciate con visi illuminati ed espressioni drammatiche?
Tra l’altro, accogliere chi ne ha effettiva necessità è un conto, ospitare indiscriminatamente tutti ne è un altro, soprattutto se vengono lasciati al proprio (anzi al nostro) destino. Questo è buonismo di facciata che serve solo a mistificare la realtà.
Occorre prendere coscienza dell’inesistente e comunque assi complessa gestione del post arrivo, della totale perdita di controllo sulla stragrande maggioranza di queste persone e, soprattutto, di come molti di loro diventino manovalanza a favore di organizzazioni malavitose, sfruttati e pronti a sfruttare e di come intere zone, passate sotto il controllo di gente arrivata in questo modo, siano ormai del tutto abbandonate al degrado e alla paura. Chi non vede questo o è cieco o in totale malafede.
Qui non si tratta di far crepare o abbandonare chicchessia - tra l’altro mi pare che oltre a quelli italiani esistono altri porti europei - ma, anzi, di evitare che un tale sciagurato fenomeno vada ad incidere ancora di più proprio su queste persone visto che siamo in presenza di un tessuto sociale ormai esasperato dai risvolti derivanti da questa immigrazione incontrollata.
Chi ne ha diritto, chi sfugge alle guerre indubbiamente deve essere accettato, ma anche seguito nel percorso di inserimento, per il resto le analisi vanno fatte con la logica di garantire equilibrio e sicurezza a tutti, ne va della loro stessa vita, ne va della nostra vita.
Non si può, una volta data accoglienza, girare la faccia dall’altra parte e ritenere la propria coscienza libera e pulita senza accorgersi di non aver risolto alcun problema a chi realmente ne aveva tra i profughi arrivati, e di aver invece incrementato la paura e l’insicurezza di ampie zone ormai ingovernabili. Una notizia agghiacciante di questi giorni parla di una tratta di persone destinate prima alla prostituzione quindi all’espianto di organi, il tutto gestito in una zona, quella di Castelvolturno, di fatto in mano a una malavita che ha tratto e trae la propria forza numerica proprio da questo fenomeno. Per non parlare della situazione che ormai da tempo sta vivendo il quartiere del Vasto a Napoli, al punto che, oltre alle manifestazioni pubbliche che più volte hanno denunciato la situazione, anche sui social sono apparsi filmati di ciò che accade. Video pubblicati da gente del posto ormai esasperata. Ma questi sono solo i casi più vicini, l’Italia è piena di simili situazioni.
C’è poi il discorso di certi meccanismi coordinati da organizzazioni senza troppi controlli che, ammantandosi di umanitarismo, celano (inconsapevolmente o meno) ingranaggi spesso oscuri e strane circostanze. Un orizzonte su cui far chiarezza anche per dare e avere certezza che tanta solidarietà non nasconda invece gli artigli di dannati traghettatori di anime e corpi.