Il pianto composto di Genova e le certezze minate.

Set 16th, 2018 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale

di Edoardo Barra

 

 

Non occorre cercare tra luoghi comuni e frasi fatte per spiegare come sia profondo il dolore di una città segnata in maniera indelebile da ciò che mai sarebbe dovuto accadere.

Genova soffre e con essa tutto il Paese; Genova piange e gli occhi di tutti si riempiono di lacrime; Genova sanguina e sono le nostre stesse stille di sangue. Il crollo del viadotto Morandi si è trasformato, tra l’altro, nel cedimento di un’idea di sicurezza mai messa in discussione. Autostrade per l’Italia rappresentava una garanzia di tranquillità per chi transita sulle strade gestite dal suo gruppo. Centri Operativi, squadre di addetti alla viabilità, operai, impiegati, le stesse barriere con il personale rappresentano il volto più umano di una Società che amministra la maggior parte della rete viaria italiana, ritraendo però solo una parte dell’immagine complessiva di Autostrade. Il resto era rappresentato dalla certezza che cavalcavia, viadotti, gallerie non avessero altri nemici che quelli naturali. Così non è stato per Genova e molte convinzioni sono state minate. Toccherà alla Magistratura valutare e identificare chi poteva evitare la tragedia, sarà un compito delicato che, per forza di cose, inciderà profondamente su enti e società interessate.

Genova singhiozza e sono quei dolorosi lamenti che devono fungere da spunto a ricostruire non solo un viadotto, ma una certezza di solidità che va dai manufatti sino alle istituzioni. I primi segnali, forse troppo spinti dalla violenta emozione, sono stati apprezzati dall’opinione pubblica, ma poi occorre fare i conti con il rapporto esistente tra intenti e realizzazione degli stessi. Le diatribe tra i rappresentati del Governo e Autostrade per l’Italia sono sicuramente il segno di un qualcosa che non ha funzionato e non funziona. Bene, si rimetta tutto nell’alveo giusto, si ridiscutano condizioni e termini, ma si faccia presto e, soprattutto con idee chiare in modo che quello che è successo non accada più.

Questo per Genova, per il Paese, per il futuro. Come pure in un quadro molto complesso si salvaguardino i dipendenti delle società interessate. Parliamo delle Aziende messe in ginocchio dal crollo, di quelli della logistica con le difficoltà che stanno affrontando, delle piccole attività bloccate e anche dei dipendenti di Autostrade. Non possono ne devono pagare loro gli errori e le terribili omissioni, fosse anche per stupida superficialità, messi in essere da altri.

Genova implora di non perdersi in chiacchiere e contrasti di potere. Certo gli equilibri contano nel governo di un Paese, ma ci sono momenti in cui questi devono essere messi da parte e valorizzate le energie positive e le capacità di soggetti e strutture. Il Decreto per Genova varato dal Consiglio dei Ministri è ancora monco di decisioni importanti, prima tra tutte la nomina del Commissario Straordinario. Un elemento essenziale per dare il via a un iter già di per se complesso e sul quale pare che Lega e M5S abbiano trovato in queste ore un positivo equilibrio. In ogni caso l’apporto e il coinvolgimento della Regione e del Comune non possono certo essere di secondaria importanza e anche questo è stato riconosciuto.

Ora è il momento dei fatti concreti. Le tante vite, spazzate via da detriti che mai avrebbero dovuto essere tali, non consentono scuse ne, tantomeno, ragioni. Troppe volte in passato abbiamo assistito a impegni mai mantenuti, tocca a questo Governo, alle forze politiche che oggi detengono le fila del Paese dimostrare che un vero cambiamento c’è stato. Lo devono a Genova, al Paese che ha creduto in loro ma, in questo momento, lo devono soprattutto a 43 volti che sorridevano e non possono farlo più.

Lascia un commento

Devi essere Autenticato per scrivere un commento