Il nostro Paese: tra tragedie e speranze
Set 6th, 2018 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionaledi Edoardo Barra
Questa estate sarà ricordata per il crollo del Viadotto Polcevera, meglio conosciuto come Viadotto Morandi. Un drammatico evento che ha evidenziato, molto più di tanti altri fatti seppur drammatici, l’urgente necessità di verifica delle strutture a uso pubblico del nostro Paese. Il crollo di un Viadotto autostradale, di là dalle responsabilità e dalle mancanze che saranno definite - si spera in tempi adeguati - dalla magistratura, ha comunque ferito profondamente l’immaginario collettivo facendo venir meno la tranquillità anche in quei manufatti che si ritenevano del tutto garantiti e sicuri. Uno squarcio che ha riportato alla luce tutte le lacune che il nostro sistema ha riguardo costruzioni e infrastrutture. Scuole, ospedali, edificazioni ad uso pubblico in genere, strade (ormai senza disparità di gestione tra pubblico e privato) appaiono dal 14 agosto scorso come in allarme costante, un rischio di cui la gente è spaventata e stanca.
Tutto ciò, unitamente alle tante, troppe, difficoltà quotidiane ha aumentato all’ennesima potenza la volontà di abbandonare definitivamente ciò che è stata la gestione politica del passato nella speranza che un nuovo, diverso, modo di intendere la res pubblica si concretizzi.
L’aumento di popolarità di Salvini deve essere inquadrato in tale orizzonte. Le problematiche sollevate, il modo di affrontarle, l’esser fin troppo poco diplomatico sono parti importanti del suo successo. La maggior parte della gente, quella che se ne frega del posizionamento in Parlamento, la gente “dei marciapiedi” che desidera solo un cambiamento concreto e tangibile, sta sempre più apprezzando la capacità salviniana di dire ciò che pochi -nonostante siano in tanti a pensarlo - hanno il coraggio di affermare a causa di quella cappa pseudobuonista e pseudoprogressista che ancora aleggia nel nostro Paese. E fino adesso alle parole son seguiti i fatti. Il braccio di ferro con l’Europa sui migranti, la presa di posizione nei confronti di alcuni paesi europei il cui motto è “fate come dico ma non come faccio” ha fatto in qualche modo rinascere il senso di nazionalità di cui il Paese aveva desiderio. Per non parlare del tema sicurezza il cui successo salviniano appare molto più evidente per le strade e i supermercati che nelle pagine dei giornali.
Lo “scugnizzo del nord” Matteo (ben diverso dall’altro) sta riuscendo anche in un’altra operazione, trasformare la Lega da partito territoriale a forza nazionale. Un’operazione comprovata dalla crescita di consensi che si registra nelle regioni del meridione. Modificare il nome del partito sarà una tra le prossime mosse da fare per abbandonare definitivamente il retaggio bossiano e guardare a un orizzonte sempre più ampio e ambizioso. Insomma, Salvini sta spaziando nel panorama politico a proprio uso e consumo e nessuno pare riuscirgli a tener testa. Di certo “lo scugnizzo del nord” arrivando sempre un attimo prima e con concreta logicità sugli argomenti sta mettendo in crisi non solo i suoi alleati di Governo visibilmente in affanno, ma anche quelli del centrodestra ormai sempre più lasciati soli dal proprio capo carismatico non tanto per motivi politici o di strategia, ma soprattutto per l’anagrafe impietosa.
Salvini, in definitiva, ha messo in moto un meccanismo dalle caratteristiche forti e precise. Sicuramente è aiutato da un’ottima squadra, dall’eminenza grigia Giorgetti sino ad arrivare a quel Durigon che fa tesoro della propria esperienza sindacale nell’organizzazione oggi più impegnata su temi quali la sicurezza sul lavoro e l’individuazione di nuovi elementi di contrattazione tra le parti. Quell’UGL guidata da Francesco Paolo Capone il cui impegno costante appare ancora troppo poco presente sui mass media più importanti, tuttora attratti dal fascino decadente di organizzazioni in difficoltà d’idee. In ogni caso delicate equazioni politiche che determinano speranze e attese. Elementi questi ultimi che politicamente sono un’arma a doppio taglio: se, infatti, possono proiettare verso un luminoso futuro, dall’altro possono cancellare ogni cosa in pochissimo tempo. La gente perdona tanto, ma non chi la illude: l’altro Matteo ne sa qualcosa!