GLI SCALI FERROVIARI DI MILANO OGGI, PRIMA DI DOMANI
Lug 24th, 2018 | Di cc | Categoria: Cronaca NazionaleFotografie di Marco Introini e Francesco Radino
a cura di Marco Introini, Francesco Radino e Fabrizio Trisoglio
fino al 28 dicembre 2018
comunicato stampa, 24.07.2018
La mostra “GLI SCALI FERROVIARI DI MILANO. OGGI, PRIMA DI DOMANI. Fotografie di Marco Introini e Francesco Radino” prosegue fino al 28 dicembre alla Casa dell’Energia e dell’Ambiente di Milano. Testimonianza del presente e memoria per il futuro, l’esposizione mette in luce, con un’inedita campagna fotografica realizzata dai due grandi fotografi contemporanei Marco Introini e Francesco Radino, i sette scali ferroviari di Milano, attualmente dismessi, ma in fase di riqualificazione.
Ideata e organizzata da Fondazione Aem – Gruppo A2A, che quest’anno in attesa della riapertura dei suoi Archivi Storici ha privilegiato il taglio contemporaneo, l’esposizione è curata da Marco Introini, Francesco Radino e Fabrizio Trisoglio e gode del patrocinio di Regione Lombardia, Comune di Milano, Museimpresa, Rete Fotografia e Sistemi Urbani.
I lavori dei due fotografi ritraggono gli scali Farini, Greco, Lambrate, Porta Romana, Rogoredo, Porta Genova e San Cristoforo, che insieme ricoprono una superficie di 1.250.000 mq, aree attualmente abbandonate, ma che un tempo contribuirono allo sviluppo industriale, agevolando il trasporto e la consegna di prodotti finiti e generi di prima necessità, nonché la crescita dei quartieri limitrofi.
Marco Introini attraverso scatti in bianco e nero si sofferma maggiormente sull’aspetto architettonico, sulle vedute esterne e sulla ricerca delle intersezioni tra la città otto-novecentesca e la Milano degli anni Duemila, mentre Francesco Radino con immagini a colori pone l’accento sugli spazi interni, sul dialogo tra memoria, uomo e natura, rappresentato da una visione dal gusto poetico.
I due “testimoni della modernità” come afferma Fabrizio Trisoglio “hanno avuto il compito di sintetizzare i rapporti complessi tra le diverse memorie presenti nel tessuto della città, darne una precisa interpretazione e anamnesi, selezionando tra ‘pieni e vuoti’ e trasformando i muraglioni degli scali in limes, confini ora permeabili ora valicabili, tra passato, presente e futuro”. Ognuno, attraverso il proprio obiettivo, valorizza e offre una testimonianza della trasformazione urbana che restituisce al contempo elementi legati alla storia e l’immagine della realtà attuale. Una realtà in divenire la cui evoluzione è così descritta dall’Assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran: “Una città in grado di crescere in maniera sostenibile, incrementando il verde e le offerte trasportistiche e di farlo in maniera equa, offrendo nuovi servizi e alloggi per tutti”.
Aem, cui già negli anni ‘80 era stato assegnato il compito di documentare la città in trasformazione, così come gli innovativi e complessi progetti di modernizzazione delle infrastrutture di rete, grazie a questa mostra prosegue questo cammino documentaristico, cogliendo l’opportunità per far riflettere su temi chiave della comunità e dell’impresa e
focalizzare, nel contesto metropolitano milanese, il rapporto tra servizi e territorio, a partire dallo scalo ferroviario di Porta Romana, dove ha avuto sede Aem con la sua storica centrale.
Commenta Alberto Martinelli, presidente di Fondazione Aem - Gruppo A2A: “Gli scali ferroviari dismessi sono senza dubbio un argomento chiave per lo sviluppo della città: il superamento delle loro cesure, urbanistiche ma in alcuni casi anche sociali, ha richiesto e richiederà una regia pubblica condivisa e coesa per scommettere su qualità urbana e innovazione”.
L’esposizione è inserita nei palinsesti di Photofestival e Novecento Italiano e accompagnata da un catalogo con oltre 80 immagini e con testi di Marco Introini, Francesco Radino e Fabrizio Trisoglio, oltre alle introduzioni istituzionali dell’Assessore Pierfrancesco Maran, Assessore all’Urbanistica, di Alberto Martinelli, presidente di Fondazione Aem - Gruppo A2A e di Giovanni Valotti, presidente A2A.
Numerosi sono gli eventi e le aperture straordinarie previste lungo tutta la durata della mostra.
Cenni biografici
Marco Introini nasce a Milano nel 1968. Fotografo documentarista di paesaggio e architettura, è docente di Fotografia dell’Architettura e Tecnica della Rappresentazione di Architettura presso il Politecnico di Milano.
Nel 2006 viene pubblicato all’interno del catalogo del Padiglione Italiano della X Biennale di Architettura curato da Franco Purini. Inserito nei venti fotografi di architettura protagonisti degli ultimi dieci anni, viene intervistato da Letizia Gagliardi per il libro La Misura dello Spazio (Roma 2010). Nel corso del 2015 è stato impegnato nel lavoro di documentazione dell’architettura dal dopoguerra ad oggi in Lombardia per la Regione Lombardia e il MIBACT ed invitato da OIGO (Osservatorio Internazionale sulle Grandi Opere) a partecipare ad una campagna fotografica sulla Calabria, The Third Island. Con il progetto fotografico Milano Illuminista, nel 2015 viene selezionato dal Fondo Malerba per la Fotografia. Nel 2016 ha esposto con la mostra personale Ritratti di Monumenti al Museo d’Arte Moderna MAGA e per la XXI Triennale il progetto fotografico Warm Modernity_Indian Paradigm che con omonimo libro (curati da Maddalena d’Alfonso) ha vinto il RedDot Award 2016.
Attualmente è impegnato nei progetti Mantova, architetture dal XII secolo al XX secolo per la Cattedra Unesco del Politecnico di Milano e Orema: segni del paesaggio per il progetto Nasagonado Art Project.
Ha all’attivo diverse pubblicazioni, oltre a mostre fotografiche di architettura e di paesaggio esposte in numerose città italiane e opere presenti in collezioni pubbliche.
Francesco Radino nasce a Bagno a Ripoli (Firenze) nel 1947. Dopo studi di Sociologia, negli anni Settanta si dedica completamente alla fotografia in vari ambiti da quello industriale al design, dall’architettura al paesaggio. Da sempre intreccia lavoro professionale e ricerca artistica ed è oggi considerato uno degli autori più influenti nel panorama della fotografia contemporanea in Italia.
A partire dagli anni Ottanta partecipa a numerosi progetti di carattere pubblico di ricerca sul territorio, fra i quali le campagne fotografiche Archivio dello Spazio all’interno del Progetto Beni Architettonici e Ambientali della Provincia di Milano, il progetto Osserva.Te.R promosso dalla Regione Lombardia, il progetto European Eyes on Japan, Atlante italiano 2003 per il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Tramsformazione per il Museo di Fotografia Contemporanea di Villa Ghirlanda a Cinisello Balsamo (Milano).
Stimato in Italia e all’estero, Radino dal 1984 ha collaborato con l’Aem a numerose campagne fotografiche, che hanno costituito uno dei fondi più ricchi e pregiati dell’Archivio fotografico contemporaneo di Fondazione Aem. Ha pubblicato inoltre numerosi libri e realizzato diverse opere audiovisive.
Ha esposto in gallerie e musei italiani, europei, giapponesi e statunitensi e le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private internazionali.
Fondazione AEM – Gruppo A2A
Costituita il 27 giugno 2007, la Fondazione Aem, ha finalità di pubblica utilità e solidarietà sociale e si propone di perseguire, nell’ambito territoriale della Regione Lombardia, la salvaguardia e la valorizzazione della storia e della cultura aziendale di Aem, storica società energetica del Comune di Milano.
Tra i numerosi scopi, il sostegno alla ricerca scientifica e l’implementazione di tecnologie innovative nel campo dell’energia e dei servizi a rete che sono stati il tratto caratteristico di Aem.
Altra importante attività della Fondazione è quella rivolta alla tutela, alla conservazione e alla valorizzazione dei beni architettonici e culturali di Aem, come ad esempio i suoi Archivi Storici comprendenti documenti, fotografie, progetti, disegni, libri contabili, contratti e la collezione di oggetti d’arte, di cui è promossa e diffusa la conoscenza.
Fra le numerose iniziative, a partire dai festeggiamenti per i 100 anni della nascita dell’impresa (2010) sono state realizzate diverse manifestazioni che hanno dato luogo a mostre dedicate alla riscoperta e alla valorizzazione di alcuni luoghi storici dell’impresa, come i gasometri della Bovisa, le grandi ricevitrici elettriche nord e sud e la centrale di piazza Trento. In particolare, fulcro delle sue operazioni è la promozione delle attività di recupero e di riordino degli archivi, garantendo l’accessibilità a studiosi e cittadini sempre nel rispetto dei vincoli posti dalla Soprintendenza archivistica.