Nel corso di Napoli in vantaggio, programma sportivo ideato e condotto da Marcello Pelillo e Claudio Zelli, in onda ogni sabato dalle 11 alle 12.30 su Radio Amore, è intervenuto Mimmo Malfitano, giornalista de La Gazzetta dello Sport. Ecco alcuni passaggi dell’intervista:“La formazione che vedremo domani? De Sanctis è in forte dubbio, perché il portiere ieri aveva una caviglia abbastanza gonfia, sarà decisivo l’allenamento di oggi pomeriggio. Credo che giocherà Lavezzi, perché in settimana l’ho visto molto motivato e mi è sembrato in uno stato di forma eccellente, non credo che Mazzarri voglia fare a meno di lui. L’argentino è un personaggio abbastanza eclettico e molto umorale. In questo periodo suo figlio è a Napoli e questo lo rasserena. Un altro dubbio potrebbe essere a centrocampo tra Cigarini e Pazienza. Non escludo il tridente, ma la rifinitura di oggi sarà fondamentale. Il Bari? Bisogna essere accorti e prudenti. Ventura non ha avuto molta fortuna a Napoli, ma è un allenatore dalle grandi qualità. Il mercato? E’ un periodo un po’ particolare, si susseguono le indiscrezioni. Tuttavia, fare nomi in questo periodo è abbastanza azzardato. Bigon ha incontrato Bagni e non escludo che proprio con l’ex azzurro si sia parlato di un esterno sinistro. Non credo ci siano molte possibilità per Dossena, perché il presidente ha detto che non vuole giocatori congelati altrove. Quale potrebbe essere la mossa vincente per mettere in difficoltà i pugliesi? Il Bari ha una difesa molto forte, costituita da giovani interessanti. Personalmente, partirei con il tridente sperando che la vocazione offensiva sia poi equilibrata con Gargano e Pazienza a centrocampo. Certo, è chiaro che almeno due dei tre attaccanti in fase di non possesso, poi dovrebbero pressare gli avversari. Hamsik? E’ un giocatore universale che può ricoprire più ruoli, perché ha delle caratteristiche tecniche incredibili”.Nel corso di Napoli in vantaggio, programma sportivo ideato e condotto da Marcello Pelillo e Claudio Zelli, in onda ogni sabato dalle 11 alle 12.30 su Radio Amore, è intervenuto Moreno Ferrario, difensore Campione d’Italia con la maglia del Napoli nella stagione 1986/1987. Ecco alcuni passaggi dell’intervista: “La difesa del Bari? Ranocchia e Bonucci sono abbastanza bravi, ma credo che il Napoli abbia tutte le caratteristiche per mettere in difficoltà i difensori avversari. Bisogna cercare di evitare i lanci lunghi, giocando con attenzione e favorendo gli inserimenti di Hamsik. Il San Paolo domani compie cinquant’anni, un mio ricordo? Non si può prescindere da quel 10 maggio 1987, un giorno memorabile. Tuttavia, lo stadio era sempre pieno anche quando non erano in programma partite di cartello e indipendentemente dalla nostra situazione in classifica. Il Napoli ora subisce pochi goal, ma segna poco? Bisogna sempre trovare il giusto equilibro in campo, ma non è semplice. Se si attacca molto, poi inevitabilmente si concedono spazi agli avversari; viceversa se si ha un atteggiamento estremamente accorto, poi si riducono le occasioni in zona goal. Un giovane difensore centrale promettente? Vedo i settori giovanili e spesso noto degli errori di impostazione. Oggi ci si allena molto, ma purtroppo si insegna poco calcio. Vedo molte ingenuità, perché adesso i difensori prendono palla e cercano d’impostare la manovra. Tuttavia, per un difensore avere i piedi buoni dovrebbe essere un optional, l’importante è non concedere spazi agli avversari. Un fenomeno nel calcio moderno? Nella mia vita ho visto tanti grandi giocatori, ma di fenomeno ne ho conosciuto uno soltanto”.Nel corso di Napoli in vantaggio, programma sportivo ideato e condotto da Marcello Pelillo e Claudio Zelli, in onda ogni sabato dalle 11 alle 12.30 su Radio Amore, è intervenuto Ciro Venerato, giornalista Rai. Ecco alcuni passaggi dell’intervista: “I miei ricordi al San Paolo? La prima volta non si scorda mai, fu un Napoli-Taranto di Coppa Italia e vincemmo 3-0. Poi ricordo un Napoli-Juventus, terminata 1-0 con rete di Maradona, quando battemmo dopo circa trent’anni la Vecchia Signora. Il Bari? E’ un’ottima squadra, allenata da un grande tecnico come Ventura. Tuttavia, con tutto il rispetto per il Bari il Napoli non può e non deve temere i pugliesi. Il girone dell’Italia ai Mondiali? Mi sembra molto facile, ma per la Nazionale Campione del Mondo, superare il primo turno sarebbe il minimo sindacale. Dobbiamo cercare di arrivare tra le prime quattro, tuttavia ai quarti notando il tabellone potremmo trovare Brasile o Spagna. Purtroppo, per opinabili scelte tecniche e motivi personali, facciamo a meno dei migliori tre giocatori italiani: Nesta, Totti, Cassano. Spero che possa rientrare in Nazionale il capitano della Roma e mi auguro che il gruppo non faccia il muso lungo, perché i campioni vanno accolti sempre bene. Credo che invece, per motivi diversi, ci dovremo rassegnare all’idea di non rivedere in azzurro Nesta e Cassano. In Sudafrica, possibile una sorpresa sul tetto del mondo? Non credo, tra le favorite vedo le solite note come Brasile e Spagna, ma attenzione all’Inghilterra di Capello. Che Bari dobbiamo aspettarci? Nel calcio moderno non esistono più le squadre catenacciare, ma certamente non mi aspetto una squadra votata all’attacco che possa lasciare spazi siderali agli azzurri”.Nel corso di Napoli in vantaggio, programma sportivo ideato e condotto da Marcello Pelillo e Claudio Zelli, in onda ogni sabato dalle 11 alle 12.30 su Radio Amore, è intervenuto il “Condor” Massimo Agostini, ex attaccante del Napoli. Ecco alcuni passaggi dell’intervista: “La mia doppietta con il Bari? Era la stagione 1994/95, giocavamo in casa una partita non facile, perché venivamo da dei risultati negativi. Quel giorno sulla panchina azzurra, fece il suo esordio Boskov. La partita terminò 3-0 per noi ed io realizzai una doppietta. A fine campionato, mancammo per un soffio la zona Uefa. Il momento difficile di Quagliarella? E’ un giocatore importante, ma non è un attaccante da 20-25 reti a campionato. Dovrebbe essere affiancato da un centravanti puro per formare una coppia di altissimo livello. Certo, Napoli è una piazza esigente ma l’attaccante della Nazionale ora deve giocare per i compagni e non pensare al goal che non arriva poi quando meno se l’aspetta per lui sicuramente arriveranno anche i goal. Un attaccante preferisce giocare con due o tre punte? Dipende tatticamente come gioca la squadra. Certo, per giocare con il tridente è necessario avere due esterni in grado di saltare l’uomo. Invece, giocando con le due punte risulta determinante il sostegno del centrocampisti. La mia avventura sulla panchina della Nazionale Under 21 di San Marino? Non possiamo competere con le rivali inserite nel nostro girone di qualificazione agli Europei, ma in futuro spero di fornire qualche giocatore alla Nazionale maggiore, magari dopo che questi ragazzi abbiano acquisito una certa dose di esperienza, sicurezza ed un maggior tasso tecnico e tattico”.