Yemen: Save the Children, la vita di 170.000 bambini a rischio nel caso di un attacco alla città di Hodeida
Giu 9th, 2018 | Di cc | Categoria: EsteriA Hoideida 170.000 [1] bambini rischierebbero di perdere la vita o essere feriti nel caso in cui la coalizione saudita e le forze anti-huthi provassero a prendere il porto della città, provocando un’escalation di violenza che potrebbe causare il più ampio sfollamento dal 2015 e condurre lo Yemen verso una carestia interamente generata dall’uomo. Lo denuncia Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro.
I bambini di Hodeida - città densamente popolata dove qualsiasi attacco causerebbe quasi certamente una grossa perdita di civili - sono già tra i più duramente colpiti dal conflitto. Nei tre distretti che compongono la città, oltre 14,000 [2] minori quest’anno potrebbero soffrire di malnutrizione grave acuta. Nel caso di un attacco al porto della città, il quale causerebbe l’aumento di sfollati e la riduzione delle importazioni di cibo [3], il numero di bambini che muoiono per ragioni riconducibili alla fame potrebbe crescere.
In Yemen circa 1.8 milioni di bambini già soffrono di malnutrizione acuta; di questi quasi 500.000 hanno meno di cinque anni, sono affetti da malnutrizione grave acuta e moriranno nel caso in cui non ricevessero assistenza urgente.
“Non c’è tregua per i bambini dello Yemen: se non vengono uccisi o mutilati dalle bombe, vivono sotto la minaccia costante di fame estrema e malattie quali colera e dissenteria” ha dichiarato Tamer Kirolos, Direttore di Save the Children in Yemen. “Un’intensificazione dei combattimenti a Hodeida, per provare a prendere la città e il porto, ucciderà la prospettiva di un dialogo di pace nel breve termine e condannerà i bambini dello Yemen a una miseria ancora maggiore”.
“La comunità internazionale deve usare la sua influenza per aiutare a prevenire ogni ulteriore escalation del conflitto” ha concluso Kirolos. “I bambini intrappolati a Hodeida non sanno dove scappare, né dove ripararsi dalle bombe che potrebbero colpire le loro case e scuole. Sappiamo, per esperienza, che quando le bombe vengono gettate su aree popolate un’ampia maggioranza dei feriti sono civili. I bambini sono i più vulnerabili e pagheranno il prezzo più alto per l’assalto alla città. Tutti gli attori coinvolti nel conflitto saranno da biasimare”.