Inaugura il sette giugno 2018 la mostra personale di Aron Demetz Autarchia al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Le opere, realizzate seguendo un progetto installativo in dialogo con le collezioni del museo, saranno esposte fino al 29 luglio 2018
Lo scultore altoatesino Aron Demetz (Vipiteno, 1972) conduce da oltre vent’anni una ricerca che fa da ponte fra antico e contemporaneo. Le sculture, realizzate espressamente in occasione di questa mostra in varie dimensioni e materiali, costituiscono un complesso installativo che interagisce con le opere che abitano il MANN. In particolare Demetz ispira alle collezioni Farnese ed Egizia del Museo Archeologico di Napoli le impostazioni dinamiche e posturali delle sue sculture. Da sempre la ricerca dell’artista si focalizza sulla centralità della figura umana come veicolo di ideali classici quali la purezza formale ed i contenuti etici ed archetipici dell’arte. Al suo lavoro però Demetz aggiunge una sperimentazione contemporanea in cui diviene palese il contributo che il materiale utilizzato fornisce alla realizzazione dell’opera. Il titolo della mostra “Autarchia” indica quella condizione di autosufficienza del sapiente che rifugge le convenzioni sociali per perseguire leggi che si autoregolamentano in direzione della felicità. Nel codice di regole di Demetz, l’autore dell’opera non è solamente l’artista - con le sue idee progettuali ed i contenuti etici ed estetici da imprimere nella forma - ma anche la materia verso cui l’artefice indirizza la sua azione. In base alle sue caratteristiche organolettiche, ogni materiale indica un processo esecutivo specifico che l’artista rende visibile nelle testimonianze di alcuni particolari lasciati volutamente in una condizione di “non finito”. Il termine Creatività può essere scomposto, nella poetica di Demetz, nelle due parole “creazione”, che sottintende un progetto ed un’idea, e “azione”, che è il passaggio obbligatorio per trasformare un’idea in un oggetto solido. Ed è in questo passaggio, secondo l’artista, il momento autarchico fondamentale che porta alla conoscenza: le idee hanno bisogno di azione per essere realizzate, ma queste azioni non possono essere imposte dall’esterno, esse sono il risultato di un dialogo tra l’artista (idea) e il materiale da plasmare (fisicità) e questo dialogo si chiama tecnica (conoscenza). L’artista per realizzare la sua idea deve necessariamente porsi in una dimensione di ascolto nei confronti del materiale che vuole plasmare, solo condividendo la dimensione autoriale con esso potrà raggiungere il suo obiettivo (rappresentazione fisica dell’idea). Aron Demetz è considerato uno dei maggiori scultori italiani. In questa mostra l’artista ha interrogato le radici della tradizione occidentale sia artistica che culturale. In un museo dalle collezioni archeologiche importanti come quelle del MANN il rischio era di confrontarsi con l’autorialità del “capolavoro”, che allontana l’oggetto dal fruitore, e con il distacco temporale, che crea un divario insuperabile. L’idea installativa della mostra pone le sculture di Demetz come unità di base per la calibrazione dello spazio. Non richiamando alcun riferimento a soggetti reali, le sue figure invitano lo spettatore ad identificarsi con esse, si trasmutano in spazi vuoti in cui egli può immergersi per fruire lo spazio plasmato dall’artista. Attraverso le sue sculture Demetz coinvolge lo spettatore in un dialogo ideale con le opere del museo e contestualmente lo emancipa dall’ammirazione contemplativa suscitata dal capolavoro classico. La mostra è stata realizzata con il supporto ed il patrocinio del Consiglio Regionale della Toscana e della Regione Trantino Alto Adige e sarà corredata da un catalogo edito per la casa editrice Prestel.
Biografia: Aron Demetz nasce nel 1972 a Vipiteno, vive e lavora in Selva Gardena (BZ). Ha frequentato l’istituto d’arte di Selva Val Gardena e l’Accademia di Belle Arti di Norimberga. Dal 2010 al 2013 ha insegnato scultura all’Accademia delle Belle Arti di Carrara. Espone da oltre vent’anni in tutto il mondo, tra le più rilevanti segnaliamo la partecipazione alla 53° Biennale di Venezia, e le mostre al PAC di Milano, al MACRO di Roma, all’Arp Museum di Rolandseck (Germania). Le sue opere sono in collezioni sia pubbliche che private, tra le quali: Senato della Repubblica (Palazzo Madama, Roma) e Regione Trentino Alto Adige. Mostre personali selezionate: 2017: Opening Contemporary, Galleria Davide Paludetto, Torino 2016: Asian Museum of Modern Art, a cura di Sunny Chou, Taichung, Taiwan Malström, Oxholm Gallery, Kopenhagen Aron Demetz, a cura di Davide Paludetto, Castello di Rivara, Rivara (TO) 2015: AraCor l’eco della cenere, a cura di Edoardo Miery Teran, Terreno Baldio Arte Mexico 2014: I AM, a cura di Jutta Mattern, at Arp Museum, Rolandseck 2013: Keimzeit, a cura di Alessandro Riva, Barbara Paci Galleria d’Arte, Pietrasanta 2012: Aron Demetz: Il Radicante, a cura di Davide Pairone, MACRO Mattatoio Pelanda, Roma 2011: La Natura Umana, a cura di Wolfgang Haas, Galerie Cast Your Art, Wien Gallery Goethe, a cura di Danilo Eccher, Bolzano Solide Fragilità, a cura di Luca Beatrice, Villa Bottini, Lucca 2010: Hydriditat, Galleria Artdepot, Innsbruck 2008: Aron Demetz, a cura di Danilo Eccher, PAC Milano 2004: Aron Demetz, a cura di Vittorio Sgarbi, ex Chiesa di San Filippo Neri, Roma Opere in collezioni pubbliche: - Museo Daez-Centrum, Lichtenstein Germania - Museo Trautmannsdorff, Merano - Museo Omero, Ancona - Museo Ladin San Martin De Tor, Bolzano - Museum Tirol Panorama, Innsbruck - Museum Beelden Aan Zee, Den Haag, Olanda - Museum Hans Arp, Rolandseck Germania - Museum Artcenter Hugo Voeten, Herentals Belgio - Fondazione Michetti, Francavilla Al Mare - Fondazione Waf, Rovereto - Fondazione Fendi, Roma - Fondazione Barth, Bressanone - Senato Della Repubblica, Palazzo Madama Roma - Regione Trentino Alto Adige - Nuovo Cimitero Di Jesi |