Mamma non abbiamo il biglietto.

Gen 15th, 2018 | Di cc | Categoria: Spettacoli e Cultura

L’altro giorno, entrato in treno, mi siedo e noto nella fila alla mia sinistra una giovane mamma col suo paffuto figlioletto. Lei avrà avuto meno di 30 anni, lui 5-6 anni, un po’ turbolento, come la maggior parte dei bimbi alla sua età, anche se stava quasi per smontare un treno… Per tenerlo buono, la madre lo intratteneva con le merendine…

Poco prima della partenza si sente l’annuncio: “il treno sta per partire, a breve il personale inizierà le attività di controlleria”.

A quel punto il bimbo esclama: “mamma, ma noi non abbiamo il biglietto!”

La madre, per “rassicurarlo” gli risponde: “vabbeh, ma tanto noi scendiamo subito!”

Il piccolo, preoccupato replica: “ma non ci fanno la multa?!?”

E la madre, seccata: “E se non ce l’abbiamo, cosa ci possiamo fare?!? È un mezzo pubblico: ci possono salire tutti!”

Mentre ascoltavo quelle parole scambiavo sguardi attoniti col passeggero seduto di fronte e, tra me e me, pensavo che alla fine, un paio di biglietti non sarebbero costati più di una delle tante merendine che il pargolo aveva trangugiato fino a poco prima…

…Al di là della semplice valutazione economica, la cosa che più mi è dispiaciuta è stata vedere come l’innata onestà del bambino venisse mortificata e deviata dalle risposte di colei che, almeno nell’immaginario collettivo, dovrebbe essere la fonte di tutte le cose migliori, ma in questo caso, purtroppo no.

Ho iniziato quindi a pensare a quanto degradato potesse essere il loro contesto sociale di appartenenza per arrivare a insegnare a un bimbo che “non serve pagare il biglietto”. Una mentalità diffusa ormai un po’ ovunque purtroppo, e sintomo, a mio avviso, di una società in decadenza.

Già, decadenza, perché sempre più spesso il senso civico e sociale vengono posti dietro il mero tornaconto personale… …Stupidamente, perché nel momento in cui uno fa il furbo, pensando di “guadagnare” qualcosa, magari a spese di altri, non si rende conto che in quel modo il peso della propria scelta non solo ricade sugli altri, ma alla fine, ricadrà anche su se stessi: infatti, avendo meno introiti l’azienda, se non vorrà diminuire il servizio, si vedrà costretta ad aumentare il costo dei titoli di viaggio, andando così rendere più costoso quel biglietto che, inizialmente, si sarebbe potuto acquistare senza difficoltà…

Così come col biglietto, questa mentalità della “furbizia”, del “sotterfugio” si è diffusa un po’ ovunque, (complice anche una classe politica clientelare), ed è quella che porta a cercare favori tramite conoscenze, anche per scalare una semplice lista di attesa, o magari per trovare un lavoro… Questa mancanza di senso civico, questo pensare che fare i furbi sia “vincente”, porta inevitabilmente ad avvelenare il sistema, ridistribuendo in maniera errata il denaro e, soprattutto, le ‘opportunità’ che spetterebbero ognuno, ma di cui, in questo modo, solo pochi possono godere…

Così facendo, si minano le basi del sistema democratico, e lo si porta al collasso, perché pensando di avere un guadagno non ci si rende conto che si sta perdendo tutti, rubando il biglietto per il futuro ai propri figli… … che oggi sono costretti a scappare altrove per trovarlo…

Gabriele Gulia

 

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