Facebook e privacy
Apr 3rd, 2018 | Di cc | Categoria: Cronaca NazionaleMa a chi vuoi che interessi ciò che scrivo su Facebook!
Quante volte ci siamo sentiti rispondere così da amici ai quali chiedevamo se non si preoccupassero per la sicurezza della propria privacy e di tutte le informazioni che quotidianamente “pubblichiamo” sui social network.
Nato in America nel 2004 come sistema per aiutare la socializzazione, ben presto ha assunto un ruolo molto più rilevante, finendo con l’influenzare il modo stesso di socializzare a livello globale. Le masse di ogni Paese lo hanno accolto con grande entusiasmo, iniziando a pubblicare su di esso qualsiasi tipo di contenuto: fotodi ogni genere, delle vacanze, degli hobby, del gatto o del cane, piccoli spaccati del proprio quotidiano… …e tutto GRATUITAENTE! O meglio, in cambio di un po’ di pubblicità nei banner laterali - si pensava.
Tali informazioni, per quanto possano essere considerate dagli stessi utenti innocenti e di scarsa rilevanza, in realtà sono tracce di noi, della nostra personalità, e che consentono agli algoritmi di “profilare” in maniera estremamente precisa gusti, usi, modi di pensare, abitudini, e tuttigli altridati che possano essere utili dal punto di vista commerciale, e non solo…
Come abbiamo visto in questi giorni, infatti, le informazioni di milioni di utenti del social network non sono state analizzate solo per “poter proporre pubblicità mirate”, come molti entusiasti digitali credevano, ma anche per indirizzare flussi di informazioni mirate ad orientare le opinioni dei destinatari.
Il proprietario del social network in questione ha prontamente ammesso di “aver sbagliato” e che “il loro dovere è PROTEGGERE i dati degli utenti”. Tali affermazioni, però, fatte da chi impone di accettare un lunghissimo regolamento su termini di utilizzo e privacy, cheli rende padroni di ogniinformazione, mantenendocopia di tutte le conversazioni, anche quelle che si crede di aver cancellato, inducono a domandarsi: “fino a che punto si tratta di uno sbaglio?”
Come affermato anche da Antonello Soro, l’attuale garante italiano della privacy, questo sistema “costituisce una seria minaccia per la democrazia”. Intenet, per chi se lo fosse dimenticato, nacque dopo la seconda guerra mondiale come esperimento dell’esercito americano per creare una rete di trasmissione dati che resistesse anche ad una guerra nucleare, ed in questo funziona benissimo. Qualsiasi informazione caricata sulla Rete, in un attimo può arrivare in tutto il mondo!
…Bisognerebbe pertanto iniziare a prendere maggior coscienza dei risvolti estremamente reali delle divagazioni virtuali.
Gabriele Gulia