La ballata delle liste.

Gen 31st, 2018 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale

 

 

            Ed è arrivato il momento della definizione delle liste elettorali. Circostanza importante per definire scenari e per comprendere cosa accade all’interno dei partiti.

Colui che si era proposto come il nuovo, come chi avrebbe rottamato il vecchio e aperto una stagione diversa è riuscito nel suo intento! Ha lacerato e ridotto in macerie il Centrosinistra (non solo) e sta tentando di rendere concreto ciò a cui tanto aspirava. Così come denunciato dall’eterea opposizione interna, il fiorentino ha imposto una serie di nomi che, pure con un risultato peggiore del disastro annunciato, gli garantisce una pattuglia di fedeli pronti a lanciarsi nell’avventura del Partito della Nazione che diversificherà definitivamente la sinistra dal PD. 

La colorata avventura di Liberi e Uguali ha mostrato tutti i limiti proprio nel gioco delle liste. Un partito non s’inventa in pochi mesi radunando idee di genere simile ma di prospettive diverse. L’intuizione avuta con MDP si è persa nella ricerca di un bilanciamento tra vari modelli e singoli personaggi più che da visioni comuni. Quella che avrebbe dovuto essere la nuova macchina a trazione socialista, tradizione da cui trarre linfa e concretezza culturale, si è sciolta dinanzi alla necessità di far quadrare numeri e interessi. Ormai appare evidente che il giorno dopo le elezioni questa sarà un’alleanza tra soggetti destinati a cercare vie diverse.

Ancora più a sinistra c’è Potere al Popolo che potrebbe intercettare i voti della sinistra più radicale e arrabbiata che non si riconosce in altre compagini. Un tentativo da seguire con attenzione per verificare quanto possa effettivamente contare il gioco degli estremi in questo momento storico.

Il M5S è quello di sempre. Quello di Roma, dell’incapacità di produrre fatti oltre le chiacchiere. Cavalcare la tigre è sicuramente comodo, ma poi viene il tempo in cui bisogna anche domarla. Ecco il M5S ancora una volta dimostra la confusione d’idee, l’approssimazione dei progetti e l’inconsistenza dei suoi leader. La formazione delle liste è stata una sorta di allestimento di una compagnia teatrale senza copione, più legata all’immagine che a una concreta e univoca proposta politica.

In tale contesto, gran parte del Paese - delusa da Renzi e diffidente verso altre soluzioni - guarda con crescente interesse chi, perlomeno, offre risposte chiare sui temi all’ordine del giorno. Ora Berlusconi continuerà pure a essere per molti il puttaniere disegnato in ogni salsa, ma per tanti altri (e sono gran parte di quelli che metteranno la scheda nell’urna) il Centrodestra unito rappresenta l’unica speranza per riprendere il destino tra le mani. Lo ha compreso Salvini, lo sa bene la Meloni. Il trittico Forza Italia – Lega – Fratelli d’Italia pur con qualche difficoltà è riuscito a varare le liste senza troppi scossoni e nel rispetto delle logiche condivise. Salvini, uomo intelligente sta lentamente mutando il DNA della Lega lasciandosi alle spalle l’esasperata regionalizzazione di bossiana memoria e presentandosi al Paese in maniera più completa e complessa. Fratelli d’Italia invece cerca di consolidare e accrescere il proprio spazio in modo da risultare indispensabile al suo schieramento politico. La Meloni, attraverso un’attenta opera di equilibrio, sta riuscendo nell’impresa di rappresentare il naturale interlocutore tra i due principali esponenti della coalizione, ruolo che le garantisce una sostanziale visibilità senza mai risultare aggressiva.

In tutto questo ci aspetta un mese di febbraio ricco di sgambetti, di chiacchiere al vento, di tentativi d’avvelenare il clima. Già adesso si parla di misteriosi accordi per un governo di larghe intese tra il Cavaliere e Renzi, uno scenario improbabile che non farebbe bene a nessuno dei due partiti e men che meno al Paese.

Bonaccorso Letterio Amedeo

 

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