L’importanza dei Programmi.
Gen 3rd, 2018 | Di cc | Categoria: Politica
di Edoardo Barra
E ci siamo. Dopo lo scioglimento delle Camere è partita quella che si presenta come la più anomala campagna elettorale degli ultimi tempi. Se fino a poco tempo fa, diciamo sino all’avvento del Fiorentino e del suo gruppo, gli schieramenti avevano caratterizzazioni più o meno determinate, oggi tutto appare come un enorme cantiere, polveroso e confuso.
Il Partito Democratico ha letteralmente frantumato il proprio originario patrimonio di voti attraverso il fallimento di una classe dirigente caratterizzata dall’incapacità di leggere la realtà. Renzi & C. hanno dimostrato come la buona politica non s’improvvisa e non dipenda dalla carta d’identità l’essere o meno capace di dare risposte concrete ai problemi del Paese. Anzi, il corso dettato dall’ex rottamatore fiorentino ha mostrato, attraverso le varie disavventure bancarie e i fallimenti delle riforme, come l’incapacità può essere devastante e deleteria per il Paese.
La nascita di un gruppo quale Liberi e Uguali con Grasso leader altro non è che il tentativo di riportare un’idea nell’alveo naturale anche a costo, in taluni casi, di apparire anacronistici. Chi ha aderito al progetto ha compreso che con la guida renziana si era destinati a perdere del tutto la propria identità a favore di un’idea di Partito della Nazione, mai accettata dal popolo di sinistra.
Il Movimento 5 Stelle appare invece sempre più vittima di se stesso e delle prove di governo fatte nelle grandi città da loro amministrate. Fare il comico è un’arte, ma per risolvere i problemi della gente non bastano le battute e le banalità sciorinate cavalcando l’onda del malessere. Occorre creare progettualità realizzabili e presentare un disegno politico che abbia sostanza. Questo salto di qualità, indispensabile per il M5S non è avvenuto ne, tantomeno, appare realizzabile in un prossimo futuro. Se si tirano brutalmente i conti, il M5S non ha apportato alcun valore aggiunto al sistema ne tantomeno offerto soluzioni ai problemi del Paese.
Nel Centrodestra invece una continuità appare evidente. Si dica ciò che si vuole e si usi ogni arma delegittimante possibile, il Cavaliere è stato e rimane il vero, l’unico elemento aggregante. Quando scende in campo la gente gli da credito e, a torto o a ragione, ha dimostrato di rappresentare il soggetto che meglio di ogni altro ha la capacità di parlare alla sua gente. Salvini - che pure sta sensibilmente modificando il concetto originario di Lega e ha una iperattività notevole - non riesce a stare al passo di un’ottantenne che quando parla ancora affascina e risulta più credibile di tanti. Certo, i limiti nella compagine di centro destra esistono: dalla mancanza di una prospettiva futura per la leadership di Forza Italia alle occasioni perse per modificare il sistema Paese; eppure oggi i sondaggi dimostrano come la maggioranza degli italiani guardi verso questo schieramento con ottimismo crescente. Certo di tratta di una coalizione con tutto ciò che comporta esserlo, ma mentre il PD e M5S dovrebbero essere più solidi in quanto soggetti unici, in realtà mostrano crepe e incrinature interne di analoga portata.
Comunque il futuro del Paese si gioca tra questi attori. Il resto conta poco o nulla. Adesso le strategie sono tutte puntate a radicare le proprie ragioni, anzi la propria immagine più che affrontare le prospettive. Ognuno oggi rifugge, quasi scandalizzato, da ipotesi di future alleanze ma di certo nessuno appare in grado di attrarre un consenso tale che gli garantisca una netta vittoria elettorale.
Il PD presumibilmente vedrà definitivamente tramontare il renzismo sotto il peso della delusione della gente, il M5S non sarà in grado di attrarre i voti necessari per guidare in solitudine il Paese, così come non è, al momento, credibile che possa farlo il Centrodestra. Lo scenario più probabile sarà quindi quello di una ricerca d’alleanze post voto che a conti (elettorali) fatti troveranno più di una logica.
E allora sono i programmi che assumono un’importanza determinante. Gli schieramenti, le varie compagini, non possono più nascondersi dietro l’immagine o dietro “l’esser contro”, hanno il dovere di presentare proposte chiare in modo che si possano già delineare eventuali coalizioni basate su fatti e non sulla mera spartizione di poltrone.
Sarà proprio questa trasparenza uno degli elementi più importanti per determinare, il 4 marzo, la passeggiata verso i seggi elettorali.