“Benvenuti in casa Esposito”, l’ambivalenza di Napoli tra vizi e virtù.
Feb 16th, 2016 | Di cc | Categoria: Spettacoli e Cultura
A partire dal 19 febbraio e per i successivi venerdì, sabato e domenica fino a fine mese, il teatro Sannazzaro di Napoli, riproporrà lo spettacolo teatrale “Benvenuti in casa Esposito” tratto dall’omonimo romanzo best seller edito dalla casa editrice Giunti.
La storia, portata in scena tra gli altri da Nunzia Schiano, Paolo Caiazzo, Loredana Simioli, racconta le tragicomiche avventure di Tonino Esposito, delinquente per necessità e obbligato da un cognome scomodo, a seguire le orme del padre Gennaro, che prima di morire era uno stimato boss del rione Sanità.
Tonino però, nonostante tutti i tentativi di affermarsi nel mondo del crimine, risulta essere poco adatto a questo tipo di vita, la sua imbranataggine provoca disagio allo stesso boss del quartiere che lo invita più volte a farsi da parte, del resto nessuno gli ha imposto di fare il criminale.
Chi ha letto il libro, ricorderà che in questa paradossale storia, che fa da cornice alla vicenda, si innestano altre storie e personaggi che contribuiscono ad arricchirla. E’ il caso del teschio del “Capitano” famoso per la tradizione napoletana per essere ospitato nel cimitero delle fontanelle di Napoli nel quale da secoli è vivo il culto delle cosiddette “capuzzelle” (teschi) che i fedeli “adottano” con l’obiettivo di ottenere favori in cambio di preghiere ai defunti.
Il Capitano, diviene protagonista “onirico” della vicenda dispensando consigli a Tonino nel tentativo di ricondurlo sulla retta via.
Quel che colpisce dell’opera di Pino Imperatore che per la sceneggiatura della versione teatrale si è fatto aiutare da Alessandro Siani, che figura come regista e da Paolo Caiazzo, è la particolare originalità nel raccontare la criminalità organizzata che appare in tutta la sua spietatezza ma anche in tutti i suoi limiti sociali e culturali.
Raccontare la famiglia Esposito significa ridicolizzare e “mettere alla berlina” gli atteggiamenti, il modo di vestirsi, il modo di affrontare gli argomenti di attualità, di una sottocultura partenopea che tutto sommato però, almeno nel caso degli Esposito ha, solo eccezionalmente, un animo buono.
Tonino vuole a tutti i costi imporsi come un capofamiglia vecchio modello ma i figli, giovani ai quali è affidata la speranza di una rinascita, gli impongono una modernità che suo malgrado è costretto ad accettare.
Un’opera unica ed esilarante, originale e spumeggiante impreziosita da un cast d’eccezione che promette di far divertire ma anche riflettere il pubblico.
Salvatore Aulicino Mazzei