La tartaruga Italia torna in mare
Set 16th, 2017 | Di cc | Categoria: AmbienteIl 14 settembre è avvenuta la liberazione dell’esemplare di tartaruga marina “Caretta caretta” chiamata “Italia” dai suoi salvatori.
L’animale era stato individuato a Ponza il 2 Giugno da un diportista che, notandola in difficoltà, aveva prontamente chiamato la Capitaneria di Porto che a sua volta l’aveva affidata alle cure della Rete TARTALAZIO.
Il primo soccorso è avvenuto presso il centro di Zoomarine a Torvaianica, ma considerando il quadro clinico in peggioramento la tartaruga è stata successivamente trasferita nel Centro Ricerche Tartarughe Marine della Zoologica Anton Dohrn di Napoli, centro specializzato per la cura e la riabilitazione delle tartarughe marine.
Dopo settimane di delicate cure e altrettanto faticoso lavoro da parte degli specialisti della Stazione Zoologica, finalmente l’animale è potuto ritornare nel suo ambiente naturale…
Ma per meglio capire quali siano state le cause dei problemi della tartaruga, come sia stata curata e come è stata poi progressivamente riabilitata per poter tornare in mare aperto, chiediamo al dr. Gianluca Treglia del centro Anton Dohrn, l’uomo che, insieme ai suoi colleghi se ne sono presi cura e l’hanno riportata in libertà:
OF: Come mai l’avete chiamata Italia?
GT: la scelta del nome non è casuale perché il 2 giugno, giorno del ritrovamento è Festa della Repubblica, quindi quale miglior nome se non Italia!
OF: Cosa era successo alla povera Italia?
GT: purtroppo aveva ingerito una grande quantità di materiale plastico di vario genere che ha portato ad un’occlusione gastrointestinale. Questo, nel lungo periodo avrebbe potuto provocarne la morte.
OF: È un problema comune a molte delle tartarughe che salvate ogni anno?
GT: Negli ultimi anni riscontriamo con sempre maggiore frequenza casi come questo a conferma della GRANDE QUANTITÀ DI PLASTICA presente nei nostri mari e che poi inevitabilmente MANGIAMO ANCHE NOI…
OF: Le cure per guarirle da questi problemi sono in genere molto delicate/complesse?
GT: più che altro il nostro intervento in casi come questo è legato oltre che alla diagnostica e alle analisi biologiche ad interventi di pulizia gastrica stimolando l’animale al rilascio naturale del materiale ingerito.
OF: Durante il periodo in cui gli animali sono in cura presso il vostro centro, si instaura un rapporto di amicizia con loro?
GT: fortunatamente le tartarughe sono animali piuttosto primitivi e selvatici risentono poco della cattività e noi cerchiamo di non abituarli alla presenza dell’uomo.
OF: Quando è giunto il momento di riportarla in mare, cosa ha pensato?
GT: restituire una tartaruga al suo mare è uno dei momenti di maggiore soddisfazione del mio lavoro, non posso che esserne felice perché è come chiedere scusa al mare per il male che tutti gli procuriamo!
OF: il rilascio è avvenuto a Scauri (LT), nonostante l’animale fosse stato recuperato a Ponza: questo non crea problemi di orientamento alla tartaruga?
GT: assolutamente no, le tartarughe sono animali migratori è come liberare un uccello, scelgono loro dove andare.
OF: se non ricordo male, uno o due anni fa, proprio sulla spiaggia di Scauri sembrava fosse stato trovato un nido di tartarughe, ma poi se ne persero le tracce: cosa successe do preciso?
GT: un episodio molto grave, che ci ha fatto molto riflettere su quanto ancora c’è da fare soprattutto nell’informazione delle persone, il nido purtroppo è andato distrutto perché non segnalato in tempo e la paura che ci potessero essere ripercussioni sull’attività balneare ha creato un muro di omertà, quando invece un nido di tartaruga rappresenta un’attrazione turistica e un’opportunità per tutti coloro che a vario modo vivono la spiaggia.
OF: Purtroppo il rispetto e la cura dell’ambiente non è ancora sufficientemente diffuso… Soprattutto in alcune zone… So che proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla tematica, il presidente del Parco Riviera di Ulisse e Legambiente del Sud Pontino hanno dato grande risonanza a questo evento: sui loro sito e pagine Facebook parlano con entusiasmo di oltre 1300 persone, di una grande festa con adulti e bambini per questo ritorno in mare…
Lei che ha aiutato Italia a ritornare a casa, cosa ne pensa?
GT: la sensibilizzazione è una parte fondamentale del lavoro di tutti coloro che si occupano di ambiente e va fatto nel totale rispetto dell’Ambiente, a volte si rischia di perdere di vista l’obiettivo e la folla dimentica lo scopo della nostra mission rischiando di trasformare un momento magico ed istruttivo come il rilascio in mare di una tartaruga marina in un momento di confusione e dispersione, ottenendo così l’esatto contrario degli obiettivi prefissati.
OF: la ringrazio molto per la disponibilità e le preziose informazioni che ci ha offerto: ci auguriamo che possano essere di spunto per i nostri lettori per aiutarli ad aumentare la loro attenzione verso il Mare e la Natura, in tutte le sue forme.
Gabriele Gulia