Monumenti alla decadenza

Apr 2nd, 2017 | Di cc | Categoria: Ambiente

Ad inizio mese, i pompieri erano dovuti intervenire su una delle Torri di Piazzale Tecchio per mettere in sicurezza il rivestimento metallico distaccatosi a causa del forte vento.

Durante una giornata caratterizzata da violente raffiche, ad inizio di marzo, parte delle lamiere che rivestono la torre alle spalle dello stadio erano state divelte e ondeggiavano pericolosamente in balia delle correnti, rischiando di precipitare su studenti e lavoratori che, ignari, percorrono quotidianamente quel tratto di strada per recarsi sui rispettivi luoghi di studio e lavoro.

Allertata dai passanti, era intervenuta una squadra dei vigili del fuoco di Napoli che, una volta transennata l’area sottostante, aveva provveduto ad eliminare le parti pericolanti.

A 15 giorni dall’evento, sono apparse sulla torre in questione delle fasce arancioni che dovrebbero quindi tenere assieme il rivestimento ed evitare ulteriori distaccamenti.

La torre in questione, sulla quale è montato un megaschermo perennemente spento, insieme ad altre due, fa parte del grande intervento architettonico realizzato per rinnovare Piazzale Tecchio in vista dei mondiali del ’90, (le cui spese sembra siano state finite di pagare solo di recente), con tanto di stravagante pavimentazione realizzata con traversine ferroviarie di legno che nel giro di qualche anno iniziarono a deformarsi e distaccarsi dal suolo. Solo nel 2003 tale pavimentazione venne finalmente sostituita con una di pietra, più convenzionale.

Fatta eccezione per quell’intervento straordinario di rifacimento, non sembra che negli ultimi 27 anni siano stati fatti molti interventi di manutenzione. Infatti, come ammesso da una fonte interna al Comune di Napoli, per gestire l’intero patrimonio immobiliare della Città si dispone di un budget limitato a pochi milioni di euro all’anno e, pertanto, si procede arginando solo le emergenze.

Lo stridore delle linee futuristiche di queste strutture, contrapposte all’incuria delle stesse genera nell’osservatore un senso di decadenza, di cui esse stesse sono diventate un monumento…

Gabriele Gulia

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