In scena “Salone Margherita”

Apr 5th, 2017 | Di cc | Categoria: Spettacoli e Cultura

«Solamente attraverso una magia è possibile far rivivere i più grandi talenti della Napoli dell’inizio del ‘900». È con queste parole che Angelo Rojo Mirisciotti, descrive l’anima di “Salone Margherita”, il suo ultimo spettacolo, in scena stasera (sabato 8 aprile) alle 20,30, e domani pomeriggio (domenica 9 aprile ore 18,30) presso il teatro Bolivar, nel cuore di Materdei. Il lavoro, presentato dalla compagnia “Prove d’amore” e Francesco Leone, è un tributo agli artisti che hanno fatto grande la città all’ombra del Vesuvio, quando il vento sabaudo iniziava a spirare forte. «Enrico Caruso, la Serao, Viviani, sono solo alcuni dei personaggi che prendono vita nel mio “Salone Margherita” -spiega Mirisciotti-, affido a loro, a canzoni, opere e parole, un ritratto autentico di Napoli, di quell’eccellenza che oggi pare essere solo un lontano ricordo». Il pluripremiato autore e regista, infatti, per fare ciò, per compiere la magia, realizza uno spettacolo corale, sulle tavole del palcoscenico al 30 di via Bartolomeo Caracciolo si esibiscono Benedetto Pepe, Rosario Pagano, Donatella De Felice, Tina Ruggiero, Aldo Caravella, Adriana Perez, Carlo Tortora, Peppe Di Fusco, Giorgio Manna, Gaetano Lieto, Francesco Leone, Mario Messina (autore anche degli arrangiamenti, ndr), Elena Luciano, Paola Mirisciotti, Enrico Sartorius, Nicola Zanfardino, Marilina Lamberti e Valentino Apa; inoltre, il corpo di ballo Arabesque, diretto da Paola Mirisciotti, e composto da Fortuna Spina, Martina Galli, Sabrina Quaranta, Martina Iuliano, Sabrina Vallone, Nika Baldari, Federica Spina (assistente alle coreografie) e Vincenzo Principe. A restituire le suggestioni pensate dal regista, collaboreranno le basi musicali a cura del Maestro Roberto Aita, il trucco di Marlene R. e la scenografia firmata Malavolta. Un autentico atto di coraggio e amore verso il Teatro, quello di Mirisciotti, e un invito a ricordare, esaltato da un intento didascalico: «un regista deve avere tra le sue qualità, se qualità possono essere -afferma Mirisciotti-, l’amore e la follia, e penso che, oggi, nell’era del digitale, invitare a immaginare sia un autentico atto di follia, così come lo è invitare a riflettere sul glorioso passato che hanno fatto persone comuni, persone come noi, che, però, a differenza di noi, non si sono arrese».

Rosaria Morra

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