Perché whatsapp (e simili) sono il male dei nostri giorni
Gen 1st, 2019 | Di cc | Categoria: Spazio ai Ragazzi“Ciao Mario, come va?”
“Bene, grazie. Ci sentiamo più tardi.”
Un semplice scambio di saluti che verbalmente (di persona o al telefono), richiederebbe appena 5-6 secondi, scritto attraverso il noto programma di messaggistica può arrivare a farci perdere più di un minuto (a patto di avere la fortuna che il nostro interlocutore riceva subito il messaggio e risponda altrettanto velocemente…).
Questa dinamica, estesa alla marea di conversazioni che quotidianamente intratteniamo attraverso i vari strumenti di messaggistica via Internet, ci può già far rendere conto di quanto sia poco funzionale utilizzarli in maniera aprioristica…
Certo, in molte occasioni si rivelano strumenti preziosi ed indispensabili nonché più economici ma, come in tutte le cose, è sempre l’abuso che diventa deleterio.
Si pensi ad esempio ai vari “gruppi” con tutte le centinaia di inutili saluti quotidiani, le varie “stupide catene” e la miriade di messaggi non pertinenti col tema del gruppo.
Il paradosso si raggiunge poi con le note vocali, “perché ci si stanca o non si ha tempo di scrivere ciò che si vorrebbe dire attraverso un testo inviato tramite un software fatto per mandare messaggi testuali tramite un apparecchio nato per comunicare a distanza con la voce”: IL TELEFONO! (…ma fare una telefonata?)
Al di là del tempo divorato da questi strumenti, molte altre problematiche restano connesse ai possibili fraintendimenti che possono verificarsi nella comunicazione mediata dagli strumenti informatici, perché i testi scritti sono soggetti all’interpretazione del ricevente; e non sempre le emoticons (le faccine) sono sufficienti a fugare i dubbi… (sempre che vengano usate)
Un’ulteriore problematica nasce dall’uso distorto che molta gente poco pratica di informatica ne fa: l’invio di foto, e documenti per lavoro!
Infatti, essendo un programma di messaggistica su smartphone, le immagini inviate vengono automaticamente ridotte di dimensioni perdendo così qualità e possibilità di essere stampate perché, sebbene sul piccolo schermo del telefono sembrino leggibili, una volta stampate risultano sgranate e inutilizzabili… (e dire che gli smartphone permettono anche l’invio di email…)
Praticamente sembra che le tecnologie di messaggistica via smartphone stiano diventando la via preferenziale per qualsiasi tipo di comunicazione al giorno d’oggi: per strada, sui mezzi pubblici, nei locali, diventa sempre più difficile incontrare qualcuno che non sia immerso nello schermo del proprio telefono, intento a digitare… Quasi ipnotizzato…
Secondo Marshall McLuhan, uno dei più grandi massmediologi del nostro secolo, “la tecnica ha un effetto narcotico, dal momento che induce, per difesa, comportamenti conformati alla situazione circostante”; infatti se da una parte considerava la tecnica come un’estensione dei sensi, dall’altra, a suo dire, questa porta una menomazione delle funzioni che va ad agevolare…
Senza voler necessariamente demonizzare questi strumenti informatici, sarebbe forse il caso di iniziare ponderare meglio l’uso che ne facciamo…
Gulia Gabriele