Giochi di trasparenza

Mar 6th, 2017 | Di cc | Categoria: Politica

 

 

Diciamo la verità, se la situazione non fosse di una gravità assoluta, quello a cui stiamo assistendo circa lo scandalo Consip/Romeo & C. potrebbe rappresentare un ottimo canovaccio per una commedia scarpettiana dai risvolti comico-amari. I caratteri della messinscena ci sono tutti: il potente, il padre, l’amico di famiglia, il furbo, il bugiardo. Se a ciò si aggiunge anche il passato recente che va da Banca Etruria ad altri papà e dal “me ne vado se perdo” al “rimango perché ci ho ripensato”, si deduce che neppure il più fantasioso degli scrittori avrebbe potuto immaginare tutto questo. I protagonisti, tra l’altro, sembrano macchiette disegnate con tratto di china, in modo che le caratteristiche possano mutare a seconda delle circostanze.

Con questo non intendiamo entrare nel merito delle questioni giudiziarie, ma valutare il tutto con occhi quanto più obiettivi possibili, come quelli di uno spettatore che al cospetto di una commedia di cui non conosce trama e personaggi, cerca comunque di comprenderne il senso e le battute. Sì, perché alla fine l’intreccio è di quelli forti e ingarbugliati, tant’è che tutti si dichiarano vittima di qualcun altro o di qualcosa di non meglio specificato.

L’imprenditore Romeo, i cui legali hanno fatto sapere che non si considera un corruttore bensì una vittima al punto di sentirsi “fregato”, è per adesso l’unico che sta facendo visita alle patrie galere. Gli altri invece sono impegnati o a sminuire la faccenda come il ministro Lotti e il sig. Tiziano Renzi, o, come lo stesso ex rottamatore Matteo, intento a difendere la propria cerchia di amici e parenti non dimenticando però di rimarcare la sua estraneità ai fatti.

A corollario di ciò una serie di circostanze molto singolari. Cominciamo col ricordare che la Consip è una società chiamata ad occuparsi dell’assegnazione di appalti statali, una cosuccia non certo da poco considerata la marea di denaro pubblico nella quale naviga. Ebbene in quest’ottica pare siano avvenute tutta una serie di anomalie al fine di favorire l’aggiudicazione di alcuni contratti. Si apre a questo punto uno scenario fatto di segreti svelati, microspie nascoste di cui si era a conoscenza, pressioni indebiti, soldi dati o promessi. Uno sfondo per niente trasparente e sul quale molte perplessità possono essere sollevate.

Di certo è che un Ministro della Repubblica, un generale dei Carabinieri, il padre dell’ex Premier Matteo Renzi attuale faro del partito di maggioranza nonché candidato impegnato nella corsa per la segreteria del PD, sono invischiati in maniera diretta. Ora, pur volendo essere garantisti al massimo occorre comunque fare delle valutazioni in merito ai ruoli e, soprattutto, in relazione alla credibilità che una classe dirigente deve avere di fronte al Paese.

In altri tempi, e per cose molto meno gravi, si è gridato allo scandalo e all’opportunità del passo indietro sull’altare della motivazione politica. Non è questione di condannare prima del processo, no, si tratta invece di affermare un principio, quello che la nitidezza dell’azione per personaggi di tale livello non può essere offuscata da alcunché e che, se dovesse essercene il rischio, chi ne è coinvolto debba avere la caratura morale e la forza di tirarsi fuori dai giochi in attesa che la verità sia palesata.

Matteo Renzi partecipando al programma di Lucia Annunziata ha di fatto riconosciuto il suo coinvolgimento politico, personale ed emotivo nella questione. Un dato pesante per chi si candida a ricoprire incarichi di primaria importanza per la Nazione. Funzioni per le quali non sono concessi coinvolgimenti di alcuna natura al fine di mantenere integra ogni capacità di analisi e obiettività nei giudizi.

Sarebbe quindi opportuno, per lo stesso Matteo Renzi, per i suoi cari, per il Partito Democratico e soprattutto per i Paese che, una volta tanto, abbandonasse la voglia di protagonismo e facesse un passo indietro in attesa che venga fatta luce su una storia dagli aspetti ambigui.

Tra l’altro il buon Matteo, ex giovin capitano, ex Premier, ex rottamatore, ex segretario del PD, non può disconoscere come una società dello stesso Romeo sia apparsa in passato (per quello che si sa) tra i finanziatori della Fondazione che fa capo a lui. Ma questo può non voler dir nulla… anche questo…

 Ciro Sarnataro

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