Sud Sudan: Save the Children, 1 milione di bambini a rischio fame mentre la carestia rischia di estendersi ulteriormente nei prossimi mesi

Feb 21st, 2017 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale

Più di un milione di bambini sono a rischio grave di fame in un Sud Sudan martoriato dalla guerra e dove è stata dichiarata la carestia nello Unity State.Gli ultimi dati governativi e dei sistemi di preallerta per la carestia prevedono che entro Aprile 4,9 milioni di persone, quasi metà dell’intera popolazione del Paese, saranno colpiti da una gravissima crisi alimentare e in molti casi da una vera e propria carestia. Un numero destinato a salire fino a 5,5 milioni nella stagione più critica a luglio.     Il livello di emergenza alimentare nel Paese è cresciuto del 36% registrando così la peggiore stagione dei raccolti dalla fondazione del Sud Sudan nel 2011. I bambini, in particolare quelli sotto i 5 anni, sono i più esposti alle conseguenze estreme di questa emergenza, essendo meno resistenti alla malnutrizione acuta e più vulnerabili rispetto a malattie come il morbillo, la malaria e il colera.  “Dopo una minaccia di carestia che ha fatto temere il peggio per mesi, siamo ora di fronte ad una realtà devastante in molte aree del paese. Nei prossimi mesi la carestia potrebbe estendersi ulteriormente colpendo milioni di bambini vulnerabili che ora rischiamo di morire di fame,” ha dichiarato Pete Walsh, Direttore per il Sud Sudan di Save the Children, l’Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e a promuovere i loro diritti.   “Siamo ancora in tempo per salvare tantissime vite, ma solo se la comunità internazionale agisce subito potenziando il finanziamento degli aiuti. Qualunque ritardo si tradurrà in catastrofe e morte per intere comunità colpite dalla siccità e dal conflitto.”   L’aggravamento della crisi alimentare in Sud Sudan avviene nel momento in cui anche la situazione nel Corno d’Africa sta peggiorando e le Agenzie umanitarie sono sotto pressione per la disponibilità dei fondi e la capacità di intervento. Quattordici milioni di persone tra Somalia, Etiopia e Kenya stanno affrontando una sempre più grave carenza di acqua e cibo, e lo scorso mese è stato lanciato un pre-allarme carestia per la Somalia. Negli ospedali e cliniche supportate da Save the Children nel Puntland, dove la situazione è più grave, gli operatori stanno infatti assistendo ad un aumento consistente di casi di malnutrizione acuta tra i bambini.    Il conflitto in corso nel Sud Sudan ha un impatto devastante sulla sicurezza alimentare. Dopo la ripresa degli scontri a Juba lo scorso luglio, i combattimenti si sono estesi in altre parti del Paese compresi l’Equatoria Centrale e Orientale, un’area nota come il “paniere” del Sud Sudan. Oltre a distruggere direttamente il raccolto, il conflitto ha costretto alla fuga i coltivatori, impedendo loro di seminare e mietere. I nuovi scontri hanno anche complicato l’accesso alle vie di transito per le merci e i generi alimentari, facendo crescere il prezzo del cibo o tagliando letteralmente fuori alcune zone da ogni tipo di distribuzione. Dall’esplosione dei combattimenti nel 2013, la crisi umanitaria in Sud Sudan si è moltiplicata spingendo più di 3 milioni di persone, tra cui almeno 9.000 minori non accompagnati, a fuggire cercando rifugio nei paesi confinanti. Per fornire la necessaria assistenza e protezione che possa salvare la vita di più di 7,5 milioni di persone in Sud Sudan nel 2017, sono necessari 1,6 miliardi di dollari di fondi per gli aiuti. Save the Children sta rispondendo alla crisi alimentare in Sud Sudan attraverso un monitoraggio in larga scala dei sintomi della malnutrizione, con programmi di alimentazione e centri sanitari specializzati per la stabilizzazione dei casi più gravi, servizi di sostegno capillari per i pazienti sul territorio e formazione di operatori di comunità per la nutrizione per le visite a domicilio. L’Organizzazione forma anche i coltivatori locali sulle tecniche di produzione più efficienti fornendo anche le sementi necessarie, e distribuisce alle madri nei centri per la nutrizione sementi per cereali e verdure. 

Ciro Sarnataro

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