TOLLERANZA ZERO per il FALSO PROSECCO

Dic 18th, 2016 | Di cc | Categoria: Ambiente

Svolta nella lotta alla contraffazione: dopo una lunga fase di sensibilizzazione, stante il persistere di situazioni irregolari diffuse, si intensifica la fase di controllo negli esercizi a partire dal territorio di produzione. Il mancato rispetto delle regole, ovvero l’impropria rivendicazione della dop, prevede sanzioni da 2.000 a 20.000 euro. I furbetti sono avvisati.

 

TREVISO, 17 Dicembre 2016. “È finito il tempo della comprensione, inizia la tolleranza zero. Tutti gli operatori dei diversi punti vendita, grazie anche alla collaborazione avviata con le associazioni di categoria, sono informati: l’unico Prosecco che possa essere servito è quello in bottiglia. Naturalmente parliamo di bottiglia dotata di contrassegno di  Stato, ovvero la fascetta stampata dalla Zecca, unico strumento capace di garantire il Prosecco originale”. 

Stefano Zanette, dal 2012 presidente del Consorzio di tutela della Doc Prosecco, ha le idee molto chiare in merito alla protezione della denominazione più grande d’Italia che ha saputo governare in una fase a dir poco impetuosa, caratterizzata da una crescita senza uguali nel resto del mondo. 

Troppo spesso capita, anche in bar e ristoranti del Veneto, persino nel Trevigiano, di ordinare un Prosecco e vedersi servire un falso. Il consumatore che ordina Prosecco deve essere garantito che non gli verrà servito uno spumante generico ma il Prosecco “vero” che ha rispettato il Disciplinare in tutte le sue fasi di produzione e superato le analisi, i controlli e le verifiche cui è assoggettato per potersi fregiare dell’etichetta di Stato. Un impegno che si traduce anche in costi, che i “furbetti” preferiscono  evitare.

Non si tratta di furbetti – precisa Zanette - non più. Sono atti di vera illegalità e come tali vanno perseguiti. Gli esercenti, soprattutto quelli operanti nella regione produttiva del Prosecco, dovrebbero essere i primi ambasciatori, invece troppo spesso fanno il gioco contrario agli interessi del proprio territorio. Quelli che sgarrano, danneggiano anche i tanti, virtuosi colleghi che rispettano le regole. Non possiamo dissipare un patrimonio costruito con fatica dalle oltre 20 mila famiglie di agricoltori veneti e friulani che hanno lavorato decenni per portarlo al successo di oggi.  Ora che il Prosecco sta vivendo una delle sue  più belle stagioni, ed è diventato un driver importante per l’economia dell’intero Paese, dobbiamo sostenerlo  e difenderlo dagli attacchi di coloro che lo vivono come una realtà ingombrante. Mi riferisco soprattutto ai competitor internazionali e al mercato della contraffazione”. 

La repressione frodi collabora e continuerà a collaborare con il Consorzio Prosecco Doc, supportandolo – dichiara Gianluca Fregolent responsabile dell’ICQRF del NordEst - affinché anche nella fase del commercio il prodotto rispetti il disciplinare di produzione. L’ICQRF interverrà intensificando i controlli che già in questa prima settimana hanno portato alla denuncia di alcune irregolarità sia nella Grande Distribuzione organizzata, sia nel locali preposti alla mescita. Di particolare evidenza: una bottiglia dove il termine secco, impiegato come evocativo di prosecco, è stato reperito in un punto vendita del trevigiano; e una damigiana recante l’etichetta ‘prosecco contenente un vino bianco generico riscontrata proprio ieri a Venezia.   

Faccio presente si tratta di frodi in commercio penalmente perseguibili. Dopo aver sensibilizzato più volte e per diversi anni le associazioni di categoria, ora ogni vendita non coerente con il Disciplinare verrà sottoposta alle adeguate misure: 4000 euro per ogni errata rivendicazione della Denominazione e in tutti gli altri reati scatta la segnalazione alla Procura”.

 ‘A tutti gli esercenti, - conclude Zanette - insieme al mio ringraziamento per l’importante ruolo svolto nel promuovere una corretta conoscenza e diffusione del Prosecco,  rivolgo un appello a schierarsi sempre più dalla parte del territorio e del consumatore, senza concessioni a comportamenti non virtuosi. In particolare la mia riconoscenza va a tutti coloro che, in onore al senso di ospitalità che ci distingue come popolo veneto e friulano, ai propri clienti, specialmente ai turisti stranieri, decidono di proporre come prima scelta i prodotti tipici locali e tra questi il Prosecco. La regione del Prosecco è già diventata la prima destinazione turistica per i wine-lovers di lingua inglese’ anche grazie al loro impegno, ora dobbiamo lavorare tutti insieme per consolidare e  migliorare questo importante risultato”.

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