Workshop di Walton Zed presso il P.A.N. Quando l’arte pittorica prende vita

Dic 1st, 2016 | Di cc | Categoria: Cronaca di Napoli

In una giornata dedicata alla passione dei cortometraggi in cui vengono assegnati premi per la rassegna “Corti Sonanti” emerge la presenza dell’artista contemporaneo Walton Zed. Venerdì 25 Novembre infatti, presso il Palazzo delle Arti di Napoli, si è tenuta la settima edizione del concorso già citato a cui hanno preso parte concorrenti da diverse parti del mondo che, a partire dalla loro passione per la regia, hanno realizzato suggestivi lavori. L’evento è iniziato con la proiezione dei video più belli, selezionati da una giuria tecnica che ha infine proclamato il vincitore. Alle 14.10 ha avuto luogo il Workshop di Walton Zed. Il pittore di fama nazionale e in carreggiata verso successi dal carico maggiore, è stato chiamato come ospite per descrivere la realizzazione del suo cortometraggio “Dove finiscono i sogni?”. Gli addetti ai lavori del concorso hanno infatti deciso di  regalare all’artista un prezioso spazio all’interno della rassegna, volto a spiegare la nascita del video da lui realizzato. Il seminario prende il nome di “Anatomia di un corto al contrario” poiché, per citare le parole dell’artista, “il processo di realizzazione di un video, prodotto interamente da una personalità creativa, segue una tecnica inversa a quella studiata a tavolino da un tecnico della regia”. Zed infatti ci spiega che egli,  a partire da un suo ricordo della celebre scena tratta da “Ladri di biciclette” in cui il bambino è preso per mano dal papà,  ha creato il dipinto iniziale. L’immagine, secondo la sua arte di stile espressionista, è rappresentata da un bambino appena abbozzato che è accompagnato dal suo papà in un’atmosfera più post apocalittica che post moderna. Dopo la proiezione del corto, è stato accuratamente spiegato che il tutto è partito da quel ricordo conservato in un animo sempre bimbo che in qualche modo è stato trasposto su un foglio digitale. Il Zed artista si immedesima nel Zed bambino e a suon di musica si incammina verso la fine che avviene in concomitanza col risveglio di una donna che ,aprendo gli occhi, mette fine all’esistenza dei due personaggi e quindi al sogno. Walton Zed durante il workshop, sfoderando il suo talento e quindi facendo dei piccoli abbozzi, ci spiega parte della sua poetica ed evidenzia un particolare importante: tutti i personaggi non hanno la bocca tranne un pupazzetto che chiude il corto. L’artista ci spiega che l’assenza della parola coincide con l’intenzione di trasmettere emozioni silenti, immagini immediate che non necessitano di spiegazioni, impeti travolgenti incomunicabili. Le immagini sono trasmesse l’una dopo l’altra come flash cinematografici che risuonano dentro ad ogni scatto. Ed è proprio questo che distingue un artista che vuole suscitare passioni e non interrogativi, sensazioni e non razionali convinzioni da un regista specializzato nell’inviare messaggi più ragionati e meno spontanei. Dall’immagine inerte al flusso di scene in movimento, il corto è tutto lì e l’effetto finale è solo la conseguenza di un’ispirazione che termina nel momento in cui l’opera è conclusa e trasmessa all’attenzione di nuovi sguardi.           

Martina Bruna Chiaiese

 

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