Gli occhi sulla città. Concorso di cortometraggi ad Avellino

Nov 13th, 2016 | Di cc | Categoria: Spettacoli e Cultura

 

Torna il contest per cortometraggi Gli occhi sulla città, giunto alla sua terza edizione. Ormai appuntamento fisso e “centrale” del Festival Laceno d’Oro, il concorso è, come sempre, dedicato agli spazi urbani. L’idea di base è quella di creare un osservatorio permanente sulle trasformazioni urbane, che sappia ragionare non solo sulle loro ricadute “sociali”, ma anche sui cambiamenti di linguaggio, di modalità espressive, su tutte le conseguenze che esse comportano nel nostro modo di pensare e immaginare. E, d’altro canto, viene da chiedersi quanto le idee, le pratiche della visione, le strategie dei “piaceri immateriali”, possano cambiare a loro volta la città nel loro aspetto “material”. Il concorso è, dunque, aperto a cortometraggi di ogni genere e nazionalità che abbiano la capacità di riflettere e di ripensare il paesaggio urbano, magari di farsi influenzare da esso, ipotizzando modi di produzione e fruizione strettamente legati agli ambienti. Opere che sappiano raccontare aspetti delle città del passato e del presente, o addirittura immaginare prospettive possibili e impossibili di una città del futuro. Opere che si pongano in dialogo con l’architettura, la politica, l’urbanistica o che “semplicemente” vedano nella città un “personaggio delle storie” che vogliono raccontare.

 

Questa costola ormai consolidata del festival internazionale Laceno D’Oro è solo una delle tante belle novità di uno dei festival più famosi della Campania, Il Laceno d’oro – dapprima Rassegna e poi Festival del Cinema neorealista – nasceva nel 1959 grazie alla fede nei propri sogni di due giovani intellettuali irpini, Camillo Marino e Giacomo D’Onofrio, e al nume tutelare di Pier Paolo Pasolini.

Promosso dalla rivista “Cinemasud”, il premio cinematografico intitolato “Laceno d’Oro”, legava le sue sorti a una delle località più belle della provincia di Avellino. Il premio era nato, infatti, per valorizzare dal punto di vista turistico l’altopiano del Laceno e intendeva proporsi come un riconoscimento per le migliori opere cinematografiche ispirate al Neorealismo. Da quell’anno, sino al 1988, si susseguirono ventotto edizioni e solo nell’80 il terremoto riuscì a impedirne la realizzazione.

Dopo gli inizi bagnolesi, il Laceno d’oro si trasferì ad Avellino e nell’immediato circondario, dove visse, nella seconda metà degli anni ’60 e nei primi anni ’70, il suo periodo più bello. Sarebbe difficile capire la contestazione studentesca in Irpinia senza tener conto di questa presenza significativa e feconda che fu per centinaia di giovani autentica fucina di crescita culturale, l’occasione per aprirsi all’universo dell’autonomia di pensiero e della emancipazione intellettuale. Imparando a conoscere il cinema di impegno civile e sociale, la produzione dei paesi dell’Est europeo, dell’Oriente indiano e vietnamita, dell’America Latina, del Terzo Mondo.

Il “Laceno d’oro”, da allora, cominciò a identificarsi definitivamente come una “Rassegna” cinematografica caratterizzata da interessanti dibattiti alla fine di ogni proiezione. Della Giuria fecero parte nomi di spicco nel mondo giornalistico, cinematografico e letterario: Pier Paolo Pasolini (che, accettando l’invito di Marino e d’Onofrio, aveva dato un impulso decisivo alla nascita del Premio), Domenico Rea, Cesare Zavattini, Carlo Lizzani, Marcello Gatti, Lina Wertmuller, Giuliano Montaldo, Luigi Zampa, Tinto Brass e tanti cineasti e intellettuali di prestigio. Furono numerose le novità che, anno dopo anno, arricchirono il Premio: nel 1969 fu inaugurata una nuova sezione dedicata ai documentari, la “Rassegna del Passo Ridotto Laceno d’Oro”; in occasione della ventiquattresima edizione fu creato un “Minifestival per ragazzi”, patrocinato dalla Mostra del cinema di Venezia, le cui proiezioni erano destinate agli studenti delle varie scuole medie del capoluogo. E poi ancora mostre di pittura e il primo Festival del teatro d’avanguardia. A essere premiati, per le loro opere, furono artisti già affermati ma, più spesso, registi esordienti e attori giovani. Il “Laceno d’Oro” fu, infatti, definito “Premio portafortuna”, e basta scorrere l’elenco dei vincitori per rendersene conto. Un solo esempio: alcuni futuri Maestri del cinema mondiale (Antonioni, Pontecorvo, i fratelli Taviani, Scola) ottennero in Irpinia, prima che a Venezia e a Cannes, il loro primo riconoscimento ufficiale.

Il Festival, divenuto tale nel 1975, perché fino ad allora si era caratterizzato come rassegna, ospitò cinematografie provenienti da tutto il mondo ma privilegiando quelle dei paesi dell’Est e di quelli in via di sviluppo, assumendo così una dimensione internazionale.

Da quella stagione nasce per esserne diretta filiazione anche il Premio Camillo Marino che il Circolo di cultura cinematografica ImmaginAzione organizza dal 2001 e dal quale è rinato poco dopo il nuovo Laceno d’Oro, con la gemmazione anche del Premio Giacomo d’Onofrio. Notevoli gli autori che dal 2001 ad oggi hanno ricevuto il Premio: Ettore Scola, Gillo Pontecorvo, Aurelio Grimaldi, Antonietta De Lillo, Vincenzo Marra, Ken Loach, Ken Loach, i fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne, Marco Bellocchio, Laurent Cantet, Paolo e Vittorio Taviani, Olivier Assayas, Zhang-Ke Jia , nel corso di entusiasmanti serate, durante le quali si è assistito ai capolavori dei registi premiati.

 

Non è ancora stato diramato il programma completo della edizione 2016 ma le premesse ci sono tutte per assistere ad una bella rassegna cinematografica arricchita dalla passione degli spettatori e dalle aspettative dei critici.

Salvatore Aulicino Mazzei

 

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