ll cortile delle statue silenti: noir a tinte forti a contatto con la realtà
Ott 6th, 2016 | Di cc | Categoria: Spettacoli e Cultura
Sconvolgente, reale, inquietante questo è il primo romanzo di Francesco Paolo Oreste dal titolo “Il cortile delle statue silenti” edito da Pensa Multimedia, un romanzo letto per caso ed arrivatomi tra le mani grazie ad un passaparola e alla curiosità che ha suscitato in me sapere che un poliziotto nella vita reale, avesse scritto un romanzo e soprattutto avesse avuto tempo e sensibilità di scriverlo.
Quella che l’autore porta nelle pagine del libro è una esperienza di vita dai chiari risvolti psicologici dove protagonisti e ambiente si fondono in maniera tale da trasportare il lettore fino all’ultima pagina in un sol fiato.
“Il cortile delle statue silenti” non è né un giallo né un poliziesco, ma una storia nella quale dolore, passione, silenzi conditi da bugie, si fondono.
La storia narra dell’ispettore Giulietti, che preso dalle mille indagini deve risolvere un caso di omicidio legato alla pedofilia: cosa non semplice quando sulla sua strada incontra Rebecca, elegante , affascinante, raffinata ma soprattutto colta. Vittima anch’essa dell’abominevole reato, supera con la cultura sia la violenza subita che il disagio psicologico. L’ispettore è uomo colto legge Neruda, Salinas, Hikmet, balsamo per le ferite dell’anima, come ama definire la poesia ma anche strumento per far innamorare. Sì perché la storia intrecciata da Paolo Oreste ha spazio per la morte ma anche per l’amore, romanzo in cui le vittime si trasformano in carnefici, dove la silente denuncia contro una interminabile burocrazia impedisce di lavorare, dove il bene e il male si contrappongono lasciando ampio respiro al lettore nella narrazione.
L’autore qui dimostra la conoscenza di un mondo concreto e storico, di una società, dimostrando attenzione verso le angosce, i moti oscuri dell’animo, i segreti inconfessabili e descrivibili solo attraverso immagini, allusioni mitiche, in un luogo come Napoli ancora ancestralmente legato a gesti assoluti come quello di giocare i numeri al lotto o le semplici battute del parlato.
L’opera di Oreste può essere considerata un grande specchio della realtà, in cui l’oggetto estetico è meno importante della presenza e dell’azione dell’artista: egli si prende cura dello stile, della purezza della parola, proprio per testimoniare quella verità che ha qualcosa di drammatico e paradossale, rinunciando ad ogni mediazione stilistica, il romanzo può essere considerato un’icona della forza alla parola letteraria.
Salvatore Aulicino Mazzei