Non scendete a Napoli: contro guida ironica della città

Set 6th, 2016 | Di cc | Categoria: Spettacoli e Cultura

Libri, film, teatro, Napoli è una città che si presta alla narrazione, al racconto dei luoghi grazie soprattutto alla sua ambivalenza ed al suo eterno contrasto “agrodolce” che la caratterizza e la rende per l’appunto tanto appetibile sotto il profilo latamente artistico.

L’opera di Antonio Pascale, “Non scendete a Napoli”, gioca con la città e con il suo bi-frontismo partendo proprio dal titolo che si pone come un consiglio al lettore. Un consiglio se vogliamo insolito ma provocatorio un invito a non addentrarsi nella città (perché pericolosa?) Guardandola solo dall’alto e precisamente da Castel Sant’Elmo.

La provocazione lascia repentinamente spazio al racconto dei luoghi e l’autore superata l’empasse del provocatorio consiglio iniziale si tuffa nel cuore di Napoli e nei luoghi della città.

L’analisi dell’autore tocca luoghi e avvenimenti meno conosciuti ma altrettanto significativi, alcuni scorci particolari, quelli che di solito vengono esclusi dalle guide ma che invece per sua stessa ammissione sono essenziali per capire Napoli.

Alcune strutture moderne, come il meraviglioso mercato Ittico di Cosenza o la struttura della metro di piazzale Tecchio, luoghi ma anche avvenimenti significativi per comprendere l’identità cittadina, alcuni elementi identitari e culturali come la musica, periodi storici trascurati come quelli delle epidemie di colera dell’800 e degli inizi del ‘900, che furono devastanti e che sono poco studiate.

Quel che emerge dalla lettura è che Napoli, pur risultando tanto diversa dal resto d’Italia, proprio con la sua diversità faccia comprendere le dinamiche italiane la prevalenza del piccolo sul grande, la tendenza a non fare, a stare fermi sullo scoglio, a non investire sul futuro.

L’immagine di copertina con la maschera di pulcinella stilizzata e quasi futurista richiama un senso arcano di timore giocando sulla “falsa allegria” di Napoli città come nessun altra nella quale si fondono i registri del tragico e del comico,

L’invito a chi si sarà incuriosito e vorrà leggere questo volume è quello di scoprire Napoli facendosi accompagnare per mano da chi conosce la città. Tale scelta non deve essere dettata da timore o paura ma solo dalla consapevolezza che si visiterà una città inquieta, moderna, con i problemi che hanno tutte le grandi città.

Salvatore Aulicino Mazzei

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