E’ guerra
Lug 16th, 2016 | Di cc | Categoria: Esteridi Edoardo Barra
Non ci sono parole. Non possono più esserci. Saremmo costretti a ripetere quelle dette altre volte. Troppe altre volte. Appena la tensione di abbassa, anche solo di un attimo, la follia omicida di chi ha dichiarato guerra al mondo moderno colpisce senza alcuna pietà. Bambini, gente comune, innocenti che negli occhi avevano la vita e la speranza del domani cancellati per un atto di assurda ma lucida pazzia. Chi è votato alla morte non ha rispetto per se, figurarsi per gli altri. Le vittime di Nizza non hanno bandiera, sono i nostri morti e il nodo che stringe la gola guardando le immagini o solo pensando a quei momenti terribili non può più sciogliersi con il passare del tempo.
? guerra, possiamo far finta che non sia così, ma la realtà deve costringere tutti ad aprire gli occhi. I discorsi di circostanza, le condanne di rito, le assicurazioni non trovano respiro di fronte a corpi inermi massacrati da criminali con vessillo religioso.
? guerra, occorre prenderne atto e comportarci di conseguenza. Non basta dire che non ci piegheremo alla violenza, non basta dire che porteremo sempre avanti il nostro modo di vivere, non basta dire che la vita deve continuare. Questi massacri hanno stuprato l’esistenza di ognuno e occorrono risposte chiare, senza tentennamenti.
? guerra, e come già detto in passato appare difficile immaginare come nessuno, nell’ambito della collettività d’appartenenza, avesse nemmeno lontanamente il sospetto che si stesse preparando qualcosa di terribile. L’attentato di Nizza, così come tutti gli altri non s’improvvisano, hanno necessità di preparazione attenta, di pianificazione precisa. Pensare a cani sciolti è un errore strategico che pone le basi per una sconfitta, come pure immaginare che nulla possa trapelare in certi ambienti significa voltare la faccia da un’altra parte rispetto al problema.
Il dialogo con le comunità islamiche è senza dubbio necessario come pure non può esser fatta di tutta l’erba un fascio, ma adesso sono proprio queste collettività che si dicono lontane dall’estremismo, che devono dare, in Europa e nel mondo, un segnale di partecipazione alla lotta. E per fare questo non basta l’isolamento delle cellule estremistiche, non è più sufficiente differenziarsi dai criminali, non servono nemmeno le lacrime. Adesso occorre che anche il mondo islamico moderato si attivi concretamente a difesa di quello che è comunque anche il loro mondo. Non esistono più spazi neutri. O si è contro o si è a favore. Chi sa deve denunciare, chi ha anche solo un sospetto deve dichiararlo. Se così non è allora esiste il concetto di complicità e con esso tutte le dirette conseguenze.
E non si facciano più paragoni con altre situazioni seppur drammatiche. Di fronte a certe carneficine non vi sono alibi che reggono. Sbagli ne sono stati fatti e le guerre sono tutte terribili, ma questo non deve consentire a nessuno non dico di motivare, ma nemmeno di poter mettere in relazione la barbarie di questi gesti con altre.