Il Matteo vacillante

Lug 16th, 2016 | Di cc | Categoria: Politica

di Edoardo Barra

            L’impressione è quella. Dopo ventotto mesi di propaganda continua, di demolizione degli avversari interni e esterni, di uno sbandierare continuo di risultati (mai raggiunti) e promesse non mantenute, tutto lascia presagire che la poltrona del Premier cominci quantomeno a vacillare. Il Matteo nazionale, il Rottamatore, il Giovin Capitano dal sorriso sicuro e dai giovani fidati, dopo aver provato l’ebbrezza di possedere l’essenza del potere e la forza dell’invincibilità si sta lentamente arenando sulla spiaggia della realtà.

La gente, il popolo, quella massa spesso ritenuta ingenua e credulona sta lanciando segnali sempre più precisi e chiari sulla considerazione che ha oggi verso Renzi e, soprattutto, verso ciò che rappresenta. Le elezioni Amministrative sono state un segnale importante tanto da poterne  raffigurare un punto di non ritorno. Ed ora, dopo aver maramaldeggiato sulla legge elettorale e sul referendum manco fosse l’unico portatore della volontà popolare, eccolo tentennare di fronte alla paura concreta della sconfitta referendaria che significherebbe il definitivo fallimento del suo progetto politico e dell’uomo solo al comando.

La stessa leopardiana maggioranza soffre di sussulti e mal di pancia provenienti sia da parte dei centristi che dalla poco incisiva fronda interna del PD. Per ora la maggioranza tiene sebbene i segnali che arrivano son sempre più contradditori e indicatori di una certa confusione. Il caos derivato dal tentativo di Enrico Zanetti di far entrare Verdini e i suoi in maggioranza attraverso la confluenza con Scelta Civica, tentativo rigettato dal partito con le conseguenti dimissioni dello stesso Segretario è l’ultima sceneggiata tesa a rafforzare una maggioranza che esiste in parlamento ma presumibilmente non nel Paese.

Per la verità a guardarsi intorno un risultato il buon Matteo lo ha raggiunto. Era da tempo che non si vedevano coagulati intorno a un’unica posizione vari fronti d’ispirazione politica differente ma tutti tesi al medesimo obiettivo: il no al referendum.

Il collante è la determinazione nell’opporsi ad un sistema politico teso ad organizzarsi attorno ad un unico partito che, con il premio di maggioranza previsto dall’Italicum, occuperebbe di fatto (con una non-maggioranza nel paese) ogni spazio di potere. ? l’opposizione chiara al partito della Nazione, sogno mai riposto del Matteo nazionale e rischio serio per la democrazia.

Su questi aspetti c’è da registrare proprio in queste ore la nascita nell’area metropolitana di Napoli del “Comitato Socialista per il No al Referendum”, che “richiamandosi alla propria tradizione democratica e pluralistica, rifiuta con forza lo stravolgimento della Carta Costituzionale disegnato dal governo Renzi”. Lo stesso Comitato - si legge in una nota - ritiene che “una seria riforma su tale argomento non possa prescindere dal coinvolgimento popolare attraverso l’elezione di una Assemblea Costituente”.

 Tra l’altro questi Comitati che stanno nascendo un po’ in tutta Italia, sono indicativi di come molti socialisti, inseriti in una compagine politica o anche solo simpatizzanti, siano impegnati nel tentativo di riprendere una propria identità differenziandosi in maniera netta dalle posizioni pro Renzi espresse dal segretario Nencini, già viceministro delle infrastrutture e dei Trasporti. Un fatto questo che, in un panorama politico in movimento, può rappresentare una novità da non sottovalutare.

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