Napoli, E. Russo: “Sindaco da rivoluzionario a ‘riciclatore’ di rottamati”
Feb 24th, 2016 | Di cc | Categoria: Cronaca di Napoli“Se fosse un soggetto cinematografico, una storia da raccontare sul grande schermo, sarebbe un blockbuster finito male. Un flop, insomma. Lui, il rivoluzionario che sogna Zapata, che da un lato si avventura sul terreno della libertà, condannando i lobbisti e affermando di non aver ceduto al “compromesso morale”, e poi improvvisamente imbarca tutti: i “rottamati” degli altri partiti, i transfughi, i parvenu della politica, i trasformisti”. Inizia così il post su facebook di Ermanno Russo, vicepresidente del Consiglio regionale di Forza Italia, con cui si analizza l’intesa tra il sindaco de Magistris ed alcuni esponenti eletti nelle liste di centrodestra.
“Come dire, un conto è la teoria, e lì siamo tutti bravi a fare gli idealisti e disegnare scenari idilliaci, e un conto è la pratica, dove bisogna scegliere in concreto cosa fare. E il sindaco arancione sembrerebbe aver scelto, sembrerebbe aver scelto di vestire i panni del rivoluzionario a chiacchiere e del “riciclatore”, di esponenti politici e di vecchie sigle, nei fatti. Del resto, questa sorta di doppiezza, di doppia morale, è apparsa in lui preponderante sin da subito. Sin da quando ha offerto incarichi e prebende ad esponenti di altri partiti in una logica davvero rivoluzionaria, nel senso cioè più perverso e distorto del termine, in una logica che è andata oltre il consociativismo e ha sposato il più atroce costume contemporaneo della politica, quello del mercato delle vacche”, prosegue Russo.
“Dove fossero finiti gli ideali, le battaglie ideologiche, lo “zapatismo in salsa partenopea”, quando de Magistris imbarcava esponenti dello schieramento opposto, ancora non si sa ma ciò che è certo è che il guerrigliero messicano si sarebbe rivoltato nella tomba se avesse assistito a questa ignobile campagna acquisti, che il primo cittadino napoletano va inscenando, senza vergogna, alla vigilia delle elezioni comunali”, rincara Russo.
“Che si trattasse di un’amministrazione e di un sindaco più propenso ad iniziative di facciata che non a lavorare alle facciate dei palazzi e alle buche, lo si era notato immediatamente dopo l’insediamento della giunta comunale. Una giunta partita in un modo, con professionisti, magistrati e professori, e finita in un altro. E poi. Cambiare nome alla società che eroga l’acqua in città, dare la cittadinanza onoraria ad Abbas o ad Ocalan, che “c’azzecca”, direbbe il suo vecchio capo Di Pietro, con il governo di Napoli e con i problemi di circa un milione di cittadini”, conclude Russo.
Gabriele Gulia