Le unioni civili e la stepchild adoption: ma cosa sono?
Feb 17th, 2016 | Di cc | Categoria: Politica
All’alba del ddl Cirinnà, che disciplina la normativa che legittima le unioni civili tra persone dello stesso sesso, la cui assenza fino a questo momento ha destato non poco malcontento da parte della comunità omosessuale, nascono nuove critiche, ma in senso contrario.
Non poche sono state le manifestazioni avverse alla legge che in queste ore sta per essere votata in senato con voto segreto.
In queste ultime settimane sono due, infatti, le crociate che il paese sta portando avanti: da un lato, chi ritiene essenziale il riconoscimento del diritto di costruire una famiglia fondata su due genitori dello stesso sesso, attraverso la codificazione dell’unione civile e della stephchild adoption e dall’altro, chi si oppone a queste variazioni legislative, opponendo ad esse gli antichi e ben consolidati principi che riconoscono la famiglia tradizionale fondata sull’unione di due coniugi di sesso opposto con l’eventuale prole.
Già da tempo ci si è spesso soffermati sulle probabili novità che saranno presto introdotte nel nostro ordinamento, ma poco ci si è soffermati sull’analisi del significato delle stesse.
Le unioni civili, sono da intendersi come un estensione dei diritti e degli obblighi derivanti dal matrimonio, anche alle persone dello stesso sesso, che potranno quindi unirsi civilmente, in presenza di due testimoni assumendo, a richiesta, un unico cognome. Si tratta, come appare chiaro, di un nuovo istituto da inserire della disciplina del diritto di famiglia, diverso dal matrimonio, ma che si può equiparare ad esso per diritti e doveri. Non poche saranno, da un punto di vista strettamente giuridico, le difficoltà interpretative della norma cui si andrà in contro, proprio per l’ambiguità dell’istituto.
La stepchild adoption, invece, è un istituto giuridico, già varato in Italia nel 1983 con la L. 184, fino ad oggi applicato, per la salvaguardia dell’interesse del minore, esclusivamente alle coppie etero sessuali, attraverso cui, il coniuge o il convivente, ha possibilità di adottare il figlio del compagno/a, dietro consenso di questi e del minore stesso se maggiore di anni 14, al fine esclusivo di garantire un adeguato nucleo familiare al minore. Il ddl Cirinnà, invece, punta a estendere tale facoltà anche alle coppie omosessuali, causando un probabile affievolimento dei diritti del minore, che potrà trovarsi ad avere due papà o due mamme.
Il governo, ad oggi, se pur formalmente estraneo alla battaglia, si è in un primo momento prepotentemente schierato a favore del disegno di Legge, ritenendo inadeguata l’attuale disciplina legislativa riguardante il diritto di famiglia, ma non sono mancati i ripensamenti, forse causati dal grande malcontento popolare dimostrato dai milioni di italiani che spinti da un forte ideale conservatore, hanno espresso la volontà di preservare il concetto tradizionale di famiglia che da secoli accompagna il nostro paese.
Francesco Gugliara