L’affittopoli romana che impensierisce il Pd
Feb 15th, 2016 | Di cc | Categoria: Politica
di Elia Fiorillo
In tempo di primarie anche uno spiffero può dare problemi. Immaginarsi un tsunami politico in piena regola. L’ex prefetto di Milano e attuale commissario prefettizio romano, Francesco Paolo Tronca, ha dato una bella spallata agli equilibri instabili di una politica politicante. Ha sollevato il coperchio di una pentola sempre in pressione, ma che di risultati elettorali pare ne porti: l’amministrazione del patrimonio immobiliare di Roma capitale. Case nel cuore della città occupate o affittate a pochi euro al mese, pigioni di un’intera vita non pagate, sedi storiche di partiti e associazioni con affitti ridicoli, nonché con cronache morosità. Insomma, una brutta storia dove il Comune di Roma, tra i più indebitati d’Italia, proprietario di oltre 43 mila appartamenti ci rimette ogni anno più di 100 milioni di euro. L’ex sindaco Marino aveva ipotizzato di vendere un po’ di case all’asta per recuperare circa 247 milioni di euro, ma l’operazione non portò i frutti sperati.
Le reazioni politiche, ma non solo, all’affittopoli di Roma Capitale non si sono fatte attendere. C’è chi annuncia esposti alla Corte dei conti e chi come il Movimento 5 Stelle dichiara: “Meglio tardi che mai. Ancora una volta Tronca ha scoperto l’acqua calda. Sullo scandalo degli affitti a 10 euro già l’anno scorso avevamo presentato un esposto alla Corte dei Conti contro l’ex sindaco Marino. Ora si faccia chiarezza…”
Chi volle a Roma Tronca, dopo i buoni risultati d’immagine relativi all’Expo, oggi forse si sta ponendo il problema dell’effetto “mediatico” dell’iniziativa “affittopoli”, a pochi giorni dalle primarie, con le opposizioni che puntano il dito su Marino, ma anche sui suoi predecessori. Roma non è stata solo governata da Gianni Alemanno, ma per un bel po’ di tempo da leader della stazza di Vetere, Rutelli, Veltroni. Certo, a mandar a casa Marino fu il suo partito. Tronca l’ha voluto Renzi e, quindi, il merito di certe operazioni di pulizia vanno intestate a chi ha scelto l’attuale commissario prefettizio.
Sì, però, le storie personali e di gruppo, che piano piano fanno capolino sui media, potrebbero avere effetti controproducenti sui cittadini elettori. Non tutti saranno in grado di cogliere sfumature importanti sulla voglia di pulizia del Pd, proprio perché l’ex prefetto di Milano lascerà l’incarico tra qualche mese, senza aver avuto la possibilità di finire il lavoro di riordino di una materia esplosiva, dalle mille sfaccettature.
C’è chi prova a salvare i politici prendendosela con i dirigenti del Comune incapaci o collusi, che per anni non hanno mosso un dito per sanare situazioni note. Uno scaricabarile che ancora di più condanna la politica, non all’altezza di imporre alla burocrazia sottoposta direttive precise di buona amministrazione. Oppure, volontariamente omissiva perché ben conscia del peso elettorale dei residenti in quei 43 mila appartamenti. Il commissario prefettizio ha fatto semplicemente il suo dovere, scuotendo burocrazie paralizzate da anni, cosa che anche i politici a capo del Comune avrebbero potuto fare.
Allo stato attuale del dibattito avvelenato all’interno del Pd si dovrebbero sfidare alle prossime primarie Roberto Giacchetti (ex Radicale, capo di Gabinetto con il sindaco Francesco Rutelli) e Roberto Morasut (a sedici anni già iscritto alla Federazione dei giovani comunisti e assessore nella Giunta di Valter Veltroni). C’è poi l’ex sindaco Ignazio Marino che afferma: “Dovremmo invitare il Pd a rinunciare a delle primarie farsa a Roma. Credo che un vero democratico non debba andare a votare alle primarie per dare un segnale chiaro”. Insomma, per il Pd le primarie romane potrebbero trasformarsi in una guerra civile.
Quando Renzi “consigliò” al prefetto Gabrielli la designazione di Francesco Paolo Tronca a commissario prefettizio, noi sostenemmo che se fosse stato un buon commissario chi l’aveva voluto a quel posto l’avrebbe candidarlo a sindaco. Visto quello che sta succedendo e tenuto conto dell’avversario del centro-destra, Alfio Marchini, e dei Cinque stelle sempre in agguato, la carta che il Pd potrebbe giocarsi è appunto Tronca. E’ vero che il soggetto in questione aspira a capo della Polizia, ma Roma è Roma. E con Sala sindaco a Milano di fatto nascerebbe il Partito della nazione.