Minori migranti: Save the Children, inaccettabile la chiusura delle frontiere. La priorità deve essere la salvaguardia delle vite umane, subito canali di arrivo sicuri.

Gen 5th, 2016 | Di cc | Categoria: Politica

“È inaccettabile che di fronte a quello che sta avvenendo, ai naufragi e ai tanti bambini che continuano a perdere la vita in un fazzoletto di mare, i paesi europei rispondano ancora in ordine sparso, e alcuni con la chiusura delle frontiere, invece di mettere al primo posto la responsabilità comune per la salvaguardia delle vite umane. Non possiamo più rimanere inermi davanti all’immane tragedia che continua a consumarsi alle porte dell’Europa”. Così Raffaela Milano, Direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children Italia commenta la drammatica notizia dell’ennesimo naufragio sulle coste turche nel quale hanno perso la vita, tra gli altri, anche tre bambini.

Secondo Save the Children – l’Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare i bambini e tutelarne i diritti – è essenziale che vengano potenziate immediatamente le operazioni di soccorso per scongiurare la perdita di altre vite umane. “Bisogna subito mettere in atto canali di arrivo sicuri in Europa, rinforzando e sostenendo i programmi di ammissione umanitaria, compresi i visti umanitari, facilitando le riunificazioni, supportando ed espandendo i programmi di reinsediamento. Questo è l’unico modo per garantire alle famiglie costrette ad abbandonare il proprio paese un’alternativa ai trafficanti e ad affrontare con mezzi di fortuna il mare, reso ancora più pericoloso dal peggioramento delle condizioni meteorologiche”.

Per contrastare le cause all’origine che spingono le persone alla fuga – chiede ancora Save the Children – è inoltre fondamentale che i leader mondiali diano assoluta priorità alla risoluzione del conflitto e delle violenze in Siria e che si intensifichino gli interventi di cooperazione con i paesi dell’Africa subsahariana e del Medio Oriente, incrementando massicciamente i finanziamenti per gli aiuti umanitari nelle zone di crisi.

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