Ripartono le repliche per le scuole de “L’Inferno di Dante” nella suggestiva location delle Grotte di Castelcivita

Dic 10th, 2015 | Di cc | Categoria: Spettacoli e Cultura

Grande ritorno nelle Grotte di Castelcivita per “L’Inferno di Dante” di Domenico Maria Corrado. Ripartono venerdì 11 dicembre dalle 9.30 le repliche della prima cantica del Sommo Poeta nella suggestiva location delle grotte. 

Non ci sono quinte o fondali di cartapesta, ma uno straordinario scenario preistorico che si fonde con giochi di luce, suoni e installazioni d’arte contemporanea. Lo spettacolo si snoda per circa un chilometro nelle ampie cavità delle Grotte di Castelcivita, adorne di imponenti gruppi stalatto – stalagmitici e da straordinarie morfologie di concrezionamento, coinvolgendo circa trenta artisti tra attori, cantanti e ballerini.

Nel mezzo del cammin di nostra vita … lo spettatore incontra i diversi personaggi che popolano la  la prima cantica del Sommo Poeta: da Virgilio a Francesca da Rimini, dalle Fiere a Farinata degli Uberti, da Beatrice alle Erinni, Pier delle Vigne, Ulisse, il Conte Ugolino.

L’Inferno di Dante nelle grotte di Castelcivita è un vero e proprio evento spettacolare. Unico, emozionante, suggestivo.

 

Nel mezzo del cammin di nostra vita 

mi ritrovai per una selva oscura

che la dritta via era smarrita

 

La magia si ripete ogni volta con Dante in persona che accoglie e accompagna gli spettatori per i cunicoli scavati nelle viscere della montagna e, di caverna in caverna, consentendo l’interazione del pubblico con i diversi personaggi.

Lo spettacolo, prodotto dalla Tappeto Volante s.r.l. è stato ideato e diretto da Domenico Maria Corrado, specialista in questo tipo di eventi spettacolari che coniuga bellezze storiche, naturalistiche e architettoniche a grandi opere letterarie, per aver realizzato - negli anni che vanno dal 1997 al 2000 - il mai dimenticato evento de L’Ultima notte di Ercolano, ambientato all’interno degli scavi archeologici della cittadina vesuviana e il più recente L’Inferno di Dante nel Museo del Sottosuolo di Napoli, accolto con grande successo nel capoluogo campano.

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