Giornata Mondiale del Diabete in Campania

Ott 21st, 2015 | Di cc | Categoria: Salute

Ecco i numeri di questa malattia ormai diffusa, in Italia l’8 % della spesa sanitaria e’ rappresentata  dal Diabete e dalle sue complicanze  con una incidenza di circa 10 miliardi di costi diretti e circa altrettanti di costi indiretti

Circa 5 miliardi ai costi diretti a cui vanno aggiunti circa 10,7 miliardi di costi indiretti.

Circa 8 miliardi di interventi capaci di prevenire o ritardare la comparsa delle comorbilità rappresentano uno strumento efficace per governare la malattia in maniera ottimale, migliorare la qualità di vita delle persone con diabete, ridurre la spesa sanitaria e garantire la sostenibilità del sistema.

Intervenire prima delle complicazioni , migliorare lo stile di vita attraverso un maggior controllo alimentare , aumentare l’attivita’ motoria , smettere di fumare  e controllarsi regolarmente permette di ridurre drasticamente le complicanze del diabete  e  ridurre notevolmente le spese sanitarie  consentendo la sostenibilita’ della patologia.

Nel mondo

Per quanto impressionanti questi tassi di sviluppo sono inferiori a quelli stimati e registrati in altri Paesi sia occidentali come gli Usa dove si calcola che oggi il 10% della popolazione fra i 20 e i 79 anni abbia il diabete di tipo 2 e in Asia dove la percentuale, trascurabile nel 2000, è passata al 7,6% della popolazione (stima 2010) e salirà a 9,1% nel 2030 secondo le stime della International Diabetes Federation.

Questo significa 285 milioni di persone con diabete di tipo 2 nel mondo nel 2010 e 438 milioni nel 2030 (stime IDF 2010) con una progressione stimabile in 21 mila nuovi casi ogni giorno.

 

Il diabete di tipo 1

In Italia

Il diabete di tipo 1 può essere considerato la più frequente della patologie rare. Ogni anno si rilevano 84 casi ogni milione di persone in Italia (poco meno di 5 mila casi). Alcune regioni italiane, in primo luogo la Sardegna hanno tassi di incidenza superiori alla media europea. Si stima che in Italia circa 250 mila persona abbiano il diabete di tipo 1.

Il numero di persone con diabete di tipo 1 cresce soprattutto perchè ormai è possibile garantire a chi segue le cure una attesa di vita sovrapponibile a quella della popolazione generale. Cresce però anche l’incidenza cioè il rischio di sviluppare il diabete di tipo 1.

 

 

Il diabete di tipo 2

In Italia

Il numero di persone con diabete di tipo 2 è in veloce crescita sia nei Paesi avanzati, sia nei Paesi che hanno da poco iniziato il loro sviluppo economico. Questa impennata nel numero di casi diagnosticati e in quelli stimati è dovuta soprattutto:

   alle modifiche quantitative e qualitative nell’alimentazione (si mangia di più e peggio)

   al minor dispendio energetico (il lavoro richiede meno fatica, non ci si muove a piedi, si sta lunghe ore fermi)

queste modifiche allo stile di vita spesso associate al sovrappeso o alla obesità, fanno probabilmente scattare una tendenza geneticamente ereditata a sviluppare il diabete.

Si calcola che in Italia oggi:

   3 milioni di persone abbiano il diabete di tipo 2 e siano diagnosticate e seguite: si tratta del 4,9% della popolazione

   1 milione di persone abbiano il diabete di tipo 2 ma non siano state diagnosticate: è l’1,6% della popolazione

   2,6 milioni di persone abbiano difficoltà a mantenere le glicemie nella norma, una condizione che nella maggior parte dei casi prelude allo sviluppo del diabete di tipo 2. Parliamo del 4,3% della popolazione

In pratica oggi il 9,2% della popolazione italiana ha i difficoltà a mantenere sotto controllo la glicemia.

Nel 2030 si prevede che le persone diagnosticate con diabete saranno 5 milioni.

 

Nel mondo

Anche in altri Paesi avanzati si è riscontrata una crescente incidenza del diabete di tipo 1. Nei paesi in via di sviluppo invece l’aumento dei casi diagnosticati è da mettere in relazione anche con la migliore capacità di diagnosi e di intervento. Secondo le stime della IDF nel mondo al 2010 480 mila bambini e ragazzi fra gli 0 e i 14 anni avevano il diabete di tipo 1. Di questi 110 mila in Europa

 

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