Prima edizione di “Cratere Creativo”,

Set 10th, 2015 | Di cc | Categoria: Spettacoli e Cultura

La precarietà, l’incertezza, la paura, il malessere interiore, il domani, e molto altro sono al centro della prima edizione di “Cratere Creativo”, il concorso internazionale organizzato dall’associazione Vesuviani in Cammino in collaborazione con la Galleria Monteoliveto e realizzato con il patrocinio del Comune di Pollena Trocchia; Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura; Provincia di Napoli; Ente Parco Nazionale del Vesuvio; Regione Campania, Ministero del Turismo e del Patrimonio Culturale, per promuovere l’aspetto culturale della zona vesuviana e rilanciarne le peculiarità. Il tema scelto, e su cui si sono confrontati i numerosi artisti partecipanti, è stato “L’Inquietudine”, declinato nei suoi più diversi aspetti. A vincere, secondo la giuria di esperti internazionali, sono state Maliem De Ava, a cui è andato il premio pittura, ed Elizabeth Baille e Claudia Gherardelli, le due fotografe vincitrici ex aequo del premio fotografia. A Loro tre, il premio più ambito, una mostra, patrocinata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Napoli che ha gentilmente concesso le Sale delle Terrazze di Castel dell’Ovo per ospitare l’esposizione visitabile fino al 13 settembre. Dopo il suggestivo vernissage al buio nei giardini di villa Ruoppolo-Caracciolo, a Pollena Trocchia, e il premio ad Alissa Thor, nella prestigiosa location napoletana sul lungomare, trovano così spazio i “Nélevés”, un popolo nomade immaginario che vive sull’isola di Nélève, tra Parigi e il Machu Picchu, personaggi epicurei alla costante ricerca di felicità, benessere e tranquillità, con pensieri solo positivi, che rifiutano il conflitto e le differenze, tutti eguali, liberi di spirito, un po’ ai margini e anticonvenzionali, capaci di catalizzare istantaneamente l’attenzione del pubblico: «il potere del Vesuvio mi ha aiutata molto nella produzione di queste opere, una tale forza -ha sottolineato la pittrice provenzale- non poteva che generare arte». I rimandi ai grandi dell’Arte, garbati omaggi reinterpretati secondo la filosofia di questa popolazione, raccontano il superamento di un disagio universale, evidentemente presente negli scatti di Elizabeth Baille: «il concorso è stato un’esperienza meravigliosa, ringrazio tutti gli organizzatori per questa opportunità, e, soprattutto, ringrazio chi ha reso possibile una mostra qui. È incantevole». La fotografa francese riesce a fermare il dolore dell’effimero, il bisogno di pace, la necessità della condivisione, che sia nel suo omaggio alla città, con l’Uovo, o nelle pietre brune di architetture antiche, o nei rami fini di alberi giovani, è tutto un protendersi nella disperata e urlante richiesta d’aiuto. Appello che Claudia Gherardelli affida, invece, ad un bianco e nero più definito: «nulla è più inquietante per me, per una giovane donna di questo tempo difficile, del futuro. È come un bambino al di là da una rete, proprio poco oltre un precipizio. C’è, è lì, ma arrivarci pare impossibile». La giovane fotografa stabiese, impressionata dal linguaggio di Oliviero Toscani, propone una grande immediatezza, che lascia quell’impareggiabile senso di inquietudine del non colto. «È stato molto difficile, impegnativo, ma ce l’abbiamo fatta, grazie, soprattutto, ad un lungo lavoro sinergico. Ora, però -ricorda Chantal Lora-, guardiamo alla seconda edizione, già impegnati nel trovare un tema altrettanto forte».

Rosaria Morra

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