OMICIDIO A LODI, IL PRESUNTO ASSASSINO ASPETTAVA IL RIMPATRIO, ORA CHI PAGHERA’
Mag 21st, 2015 | Di cc | Categoria: Sindacato“Lo sconvolgente dato emerso dalle parole dello stesso Procuratore Capo di Lodi a proposito del presunto
omicida di Antonia Mazza moltiplica all’ennesima potenza l’indignazione per tutte le continue e fasulle
rassicurazioni che in tema di gestione dell’immigrazione clandestina tutto sia sotto controllo. La sicurezza
è compromessa da disfunzioni e insufficienze del sistema, e i cittadini continuano a rimetterci, questa volta
anche la vita, per non parlare di quanto tutto questo costa a noi Appartenenti alle Forze dell’Ordine”.
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia,
dopo la notizia diffusa dai media che Hassane Moussad Attia Mohamed, il presunto assassino di Antonia
D’Amico Mazza, la donna trovata senza vita nel suo appartamento domenica scorsa a Lodi da uno dei suoi
due figli, era uscito libero dal Centro di identificazione e espulsione di Bari la settimana scorsa.
Così, secondo l’ipotesi degli inquirenti, è potuto tornare dalla donna che lo aveva appena denunciato,
e l’avrebbe ammazzata. In quel centro l’avevano portato, e non a caso, i poliziotti di Lodi, dopo ben due
denunce. Ha spiegato il Procuratore Capo di Lodi: “Questo egiziano doveva non solo stare lì ma,
per meglio dire, doveva stare lì per poi essere direttamente riportato nel suo Paese. Questo centro
ha proprio questa funzione. Diversamente non si capirebbe perché sarebbe stato portato fino a Bari
ed in una struttura simile. Quindi qualcosa non deve aver funzionato”. Le due denunce erano una
della donna che poi ci ha lasciato la vita, Antonia: per ingiurie e per diversi schiaffoni ricevuti.
L’altra di due congolesi che abitavano nello stesso palazzo di Antonia. Un giorno quest’uomo,
definito dalle Forze dell’ordine come un violento - per non contare i diversi precedenti di polizia
a suo carico - trova sul cellulare di Antonia il numero di uno dei due. Scoppia il putiferio. Urla e botte
contro la donna accusata di averlo tradito. E invece no. Perché lei, a detta degli stessi interessati, aveva
quel numero solo perché voleva aiutarli. Più di una volta aveva portato la spesa vedendoli in situazione
di indigenza. Ma quando l’egiziano - in Italia irregolarmente dopo aver dato decine di alias dal 2005 a oggi
-, ha visto che Antonia aveva il loro numero sul cellulare, dopo essersi fatto dire dove abitasse il titolare
del numero, sempre stando al racconto delle vittime, era sceso di qualche piano, aveva sfondato due porte
e poi minacciato i congolesi con un coltello. Ed all’arrivo della Polizia aveva aggiunto calci e pugni
contro gli Agenti. Il Procuratore, rimarcando le proprie perplessità, ha aggiunto: “Il fatto che fosse stato
fatto uscire liberamente dal centro di Bari necessita certamente di una riflessione ma a livello politico”.
“Non è il primo allarme o appello alla politica che arriva da autorevoli esponenti del mondo giudiziario
- conclude Maccari -, un mondo che vede quotidianamente le ripercussioni delle problematiche
legate all’immigrazione clandestina sulle vite di tanti cittadini, incolpevoli di fronte alla superficialità
ed all’incompetenza di chi li amministra e finge di non conoscere la realtà solo perché questa non tocca
certe esistenze privilegiate. Ma tutto questo è inaccettabile, una donna è morta ammazzata nel più crudele
dei modi nonostante il suo presunto assassino avrebbe dovuto rimanere lontano da lei e dalla stessa Italia.
I Poliziotti di norma si vedono distruggere l’esistenza personale e lavorativa per errori molto meno gravi,
qualcuno è stato persino sospeso dal servizio per aver espresso il proprio libero pensiero su facebook…
ma invece chi pagherà adesso per questo?”.